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The Conversation

Vito Cozzoli

INTERVISTA DI Paolo Chiariello

Cinquantotto anni, giurista, barese di nascita e romano di adozione e formazione, da oltre 30 anni è al servizio delle istituzioni in più ruoli: da consigliere parlamentare a capo dell’Avvocatura della Camera dei deputati fino a diventare Capo di Gabinetto del ministero dello Sviluppo economico e del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Dal 2 marzo del 2020 Cozzoli è Presidente e Ad di Sport e Salute, società dello Stato che promuove lo sport e i corretti stili di vita. La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente. Lo diceva il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer. Come si costruisce la salute? Ogni giorno anche con lo sport. Perché sport e salute sono i due ingredienti più importanti della ricetta del benessere. Ce lo spiega senza fronzoli, con un linguaggio semplice, Vito Cozzoli. “Tra i nostri obiettivi c’è quello di promuovere lo sport e portarlo in tutta Italia, avere più praticanti, più sport a scuola, ma soprattutto far sì che gli italiani e i giovani in particolare abbandonino i divani, mollino un po’ i telefonini e vivano la dimensione dello sport, che è uno strumento sì di crescita fisica, ma soprattutto morale e sociale”. intervista di paolo chiariello

Sport e Salute, nel nome il destino.

Lo sport è salute, qualità della vita, benessere, prevenzione, un investimento. Gli italiani l’hanno capito. La pandemia è stata un dramma sotto il profilo economico e sociale, però ci ha insegnato che lo sport è qualcosa a cui non si può rinunciare. In questi anni abbiamo riscontrato una voglia di fare sport che forse mai avevamo registrato nella storia del nostro Paese.

Un bilancio di questi primi tre anni di Sport e Salute.

Nei primi due anni, quelli della pandemia, promuovere lo sport senza poter fare sport è stata dura. Assieme al Governo abbiamo supportato il mondo sportivo in una fase drammatica, erogando 1,4 mld di euro a collaboratori sportivi, maestri, tecnici, istruttori, dirigenti (1). Questi 200mila lavoratori sono anche gli educatori dei nostri figli. Abbiamo sentito la responsabilità di gestire quel momento storico restituendo dignità professionale a persone che svolgono una funzione importante. Il bilancio che traccio è incoraggiante e positivo perché nell’emergenza abbiamo potuto programmare anche il futuro. Ora sosteniamo finanziariamente il mondo sportivo con regolarità, non siamo e non vogliamo essere considerati la cassaforte dello sport. Abbiamo introdotto criteri di finanziamento oggettivi, ancorati a parametri che di solito vengono utilizzati dalle società per la gestione dei propri bilanci. Così abbiamo fatto crescere lo sport che non ha mai ricevuto tante risorse.

E continuerà a riceverne?

Sì, il Consiglio di amministrazione di Sport e Salute ha di recente erogato altri 105 mln di euro (2) : 80 mln per far crescere lo sport di base per bambini, anziani e adulti; altri 25 mln per progetti che ci danno più soddisfazione ovvero creare occasioni per fare sport a scuola, all’aria aperta, nei quartieri delle nostre periferie più difficili. Noi vogliamo portare e promuovere lo sport ovunque ce lo chiedono. Avevamo allocato risorse per 40 luoghi dello sport all’aria aperta in giro per l’Italia, hanno aderito 1681 Comuni. E così abbiamo già messo a terra  480 ‘isole di sport’. Le risorse però devono essere accompagnate dalle idee, perché lo sport è un diritto.

Le chiedo di rispondermi come giurista e non come presidente di Sport e Salute: abbiamo fatto entrare la parola ‘ambiente’ in Costituzione, quando eleveremo anche lo ‘sport’ al rango di diritto costituzionale?

Eravamo quasi arrivati a questo risultato, poi lo scioglimento anticipato delle Camere non ha consentito l’ultimo passaggio parlamentare. Il diritto allo sport è però già presente nella Costituzione materiale. Noi di Sport e Salute proviamo ad anticipare i tempi lavorando ogni giorno per consentire a tutti, indipendentemente da censo e condizione economica, di fare sport. Le faccio un esempio: il progetto Quartieri. Attraverso le società sportive, che hanno partecipato ai nostri avvisi pubblici, animiamo i quartieri più difficili, in cui lo sport non è soltanto uno strumento di crescita fisica, ma anche uno strumento per evitare le cattive strade dei nostri figli. Abbiamo progetti allo Zen di Palermo o a Ponticelli, periferia sud di Napoli. Sono progetti d’inclusione di cui siamo orgogliosi e che vogliamo replicare ovunque ce lo chiedono. Qualche settimana fa sono stato a Casal del Marmo, carcere minorile della periferia romana. Ai ragazzi che hanno sbagliato e che stanno pagando il loro debito con la giustizia, abbiamo portato lo sport: ping pong, rugby. Bene, porteremo questo progetto in cento carceri italiane.

Con i fondi del Pnrr arriveranno ulteriori aiuti per lo sport?

Il Pnrr è una grande opportunità (3) di crescita del Paese e di ripartenza. Lo sport è riuscito a raccogliere 1 miliardo: 700 milioni sono destinati ai progetti delle città sopra i 50mila abitanti. Parliamo di 155 città. Stiamo già valutando i progetti arrivati. C’è poi il tema delle palestre scolastiche. Il Governo ha previsto 300 milioni di euro insieme ai Comuni per ammodernarle e attrezzarle. Sport e Salute sarà il soggetto attuatore. Poi ci sono i 50 mln per Sport e Periferie. Sono risorse destinate a realtà con meno di 50mila abitanti e che vediamo molto utilizzati dagli enti locali.

sport del futuro

Parliamo ora di innovazione, tema che sta molto a cuore a Fortune. Avete lanciato una app per avere rapporti sempre più stretti con le associazioni che si trovano sul territorio.

Sport e Salute ha una doppia anima. C’è l’anima sociale, che abbiamo descritto, quella dello sport di tutti e per tutti, dello sport a scuola. Poi c’è una Sport Industry che può dare anche delle risposte di crescita industriale. Qui, al Foro Italico, che è la casa di Sport e Salute, abbiamo lanciato l’acceleratore di startup innovative a cui hanno aderito 595 startup. Oggi ce ne sono 10 basate qui ed è un percorso che proseguirà. Il nostro partner industriale è Cassa Depositi e Prestiti (4) . Innovazione significa anche creare degli ecosistemi digitali per rendere più fruibile lo sport. Con l’app MySporteSalute diamo la possibilità agli organismi sportivi, alle società e alle associazioni sportive dilettantistiche, di proporsi gratuitamente a noi cittadini che ci svegliamo la mattina e attraverso la profilazione possiamo sapere che è stato organizzato il campionato X o la maratona Y. MySporteSalute incrocia domanda e offerta. Il ruolo di Sport e Salute è quello di far crescere lo sport da ogni punto di vista: sociale ed industriale. Va poi annoverata un’ultima dimensione.

Lo sport come investimento sulla salute dei cittadini (5)? Lo sport come prevenzione?

Esattamente: la dimensione della prevenzione. Lo sport significa anche corretti stili di vita, significa migliorare la qualità della quotidianità delle persone. Noi ci stiamo lanciando su tanti fronti, penso a quello dell’educazione alimentare, della prevenzione, degli screening medici. Siamo in giro per l’Italia a lanciare questo progetto. Il nostro truck è stato in tantissime piazze italiane, in 40 capoluoghi di provincia per promuovere realmente una cultura dello sport e dei corretti stili di vita. Sono iniziative che ripeteremo.

Se Sport e Salute lavora bene, l’Italia avrà tanti giovanissimi campioni in tutte le discipline sportive. Ho detto una sciocchezza?

Quello che lei dice è vero. Si sta diversificando e ampliando la platea degli sportivi. Da questo punto di vista, in questi giorni abbiamo incassato un grande risultato. Quando sono arrivato, ho trovato un’eredità pesantissima: eravamo il quinto Paese più sedentario d’Europa. Da qualche giorno i dati della Commissione europea ci dicono che abbiamo scalato la classifica, siamo undicesimi. Un dato che conteggia i praticanti dai 15 anni in su, ma non tiene conto del milione e 700mila bambini che hanno fatto sport nella scuola primaria grazie a Sport e Salute . Stiamo tentando di supportare tutte le federazioni, tutti gli organismi sportivi affinché si possa beneficiare di un’offerta più ampia. A scuola c’erano 6 Federazioni che facevano sport, oggi sono 34. Questo significa diversificare l’offerta sportiva.

TRA LE RIGHE

Tra le righe

(1) Aiuti allo sport: Durante la pandemia Sport e Salute ha erogato 1 miliardo e 400 milioni di euro a 200 mila collaboratori sportivi, maestri, tecnici, istruttori, dirigenti del mondo dello sport.

(2) Risorse per scuole e anziani: Sport e Salute ha stanziato nel mese di ottobre 2022 circa 105 mln di euro: 80 mln per lo sport di base per bambini, anziani e adulti; 25 milioni per favorire lo sport a scuola e all’aria aperta, nei quartieri difficili delle periferie italiane.

(3) Eurobarometro: L’Italia scala posizioni e diventa il 16° Paese più attivo nell’Unione europea. Nell’indagine il 56% degli italiani, dichiara di non fare mai esercizio fisico, mentre il 34% lo pratica almeno una volta a settimana a fronte del 10% che lo pratica meno di una volta a settimana. Un dato in miglioramento di 6 punti percentuali rispetto all’Eurobarometro 2018 quando in Italia era del 62% la quota di cittadini che non si muoveva affatto (64% uomini, 79% donne).

(4) Il ruolo di Cdp: Sport e Salute ha lanciato l’acceleratore di startup innovative a cui hanno aderito 595 startup. Dieci di queste startup sono basate al Foro Italico. Il partner industriale è Cassa Depositi e Prestiti.

(5) Un Paese di sportivi: I dati Istat sugli sportivi in Italia ci dicono che nel Belpaese ci sono 30 milioni di appassionati di sport che hanno un’età compresa tra i 13 e i 65 anni. Di questi il 29,5 % sono uomini che lo praticano in modo continuativo; il 19,6% sono donne che lo praticano in modo continuativo; 11,7% sono uomini e l’8,1% sono donne che fanno sport saltuariamente. Altri dati Istat: un bambino su 5 tra i 6 e i 10 anni non pratica uno sport. Ci sono poi 20 milioni di italiani che dichiarano di praticare uno o più sport: il 24,4% in modo continuativo; il 9,8% in modo saltuario. Del 70,3% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni che fanno sport, il 61% lo fa in modo continuativo; il 9,3% solo saltuariamente.

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