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Ilva, Di Maio: se c’è altra azienda si può revocare gara

Il Governo, in presenza di una nuova azienda che volesse partecipare alla gara per l’Ilva, potrebbe revocare la gara aggiudicata ad Arcelor Mittal. E’ la posizione espressa dal vicepremier Luigi Di Maio, forte del parere dell’Avvocatura dello Stato: “Se un’azienda ci chiedesse di partecipare alla gara, ci sarebbero le ragioni di opportunità, noi potremmo revocare la gara“. Il ministro dello sviluppo economico tiene a precisare che”Mittal è sempre stata in buona fede” e che “il delitto perfetto lo ha fatto lo Stato creando una procedura piena di vizi e illegittimità”. La gara, insiste, “è illegittima, ma non si può annullare. Per questo é un delitto perfetto” messo in atto con “eccesso di potere”.

Più nel dettaglio, “negando i rilanci sull’offerta non si è fatto fino in fondo l’interesse dello Stato e dei cittadini che sono stati penalizzati con un “eccesso di potere” che secondo noi in questo caso c’è, e che per l’Avvocatura dello Stato “può configurare” rendendo la gara “illegittima”. Di Maio ricorda quindi che Acciaitalia aveva chiesto di rilanciare. Il parere dell’Avvocatura sarà pubblicato “alla fine della procedura amministrativa di accertamento”, che “ora prosegue al Ministero dell’ambiente”. Il Ministero dovrebbe prendersi circa “15 giorni”, al termine dei quali il parere sarà reso pubblico. Secondo di Maio, inoltre, dopo che il Milleproroghe prorogò dal 2016 al 2023 i termini per i lavori ambientali, Mittal “sicuramente in buona fede ha spostato anche i termini intermedi del piano ambientale. Questo non è previsto dalla legge e può determinare l’esclusione dalla gara”, anche se per l’avvocatura dai documenti arrivati non ci sarebbero i presupposti per un’esclusione. Un parere ulteriore lo darà il dicastero dell’ambiente, secondo Di Maio.

Immediata la risposta con l’ex ministro Carlo Calenda. “Caro Luigi Di Maio il ‘delitto (im)perfetto’ è il tuo verso la nostra intelligenza. Se la gara è viziata annullala. ‘Potremmo se ci fosse qualcuno interessato’ e le altre fesserie del genere che ci stai propinando da mesi, dimostrano solo confusione e dilettantismo”, scrive l’ex ministro dello Sviluppo economico, in un tweet.

Di Maio apre al confronto con i sindacati. “Saremo al tavolo con le parti sociali. Un accordo che porta lavoro a Taranto rappresenta l’interesse pubblico attuale e concreto da tutelare che eviterebbe revoca gara”. E esclude una proroga dell’amministrazione straordinaria che scade il 15 settembre. Anche Mittal ha risposto a Di Maio: “speriamo di ricevere il supporto del Governo per raggiungere una conclusione positiva nella negoziazione con le unioni sindacali il più presto possibile”, ha detto un portavoce di ArceloMittal all’Ansa, sottolineando che “ArcelorMittal rimane interessata all’acquisizione di Ilva e al fatto di poter diventare un proprietario e un imprenditore responsabile del gruppo” siderurgico italiano. Intanto secondo Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, “la trattativa con ArcelorMittal non è un fatto privato, al tavolo deve esserci il Governo. Basta campagna elettorale. Non faremo nessun incontro con Mittal se non ci sarà anche il Governo”.

“Ormai non c’è limite all’imbarazzo nel commentare le dichiarazioni del Ministro Di Maio intorno ad Ilva, tali e tanti risultano gli argomenti di irrazionalità e di disprezzo dei bisogni della comunità ionica”, ha affermato il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. “Ministro – ha continuato Melucci – ci dica cosa vuole fare senza altri giri di parole, per carità. Se vuole chiudere lo stabilimento, si accomodi. Sarà sempre suo e del suo Governo l’onere di gestire bonifiche miliardarie e decine di migliaia di disoccupati”

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