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La crescita inverte la rotta e il Pil cala: -0,1%

La disoccupazione sale, il Pil scende. La fotografia scattata dall’Istat restituisce l’immagine di un Italia che, per la prima volta dal 2014, registra un dato congiunturale negativo del Pil. Nel terzo trimestre del 2018 il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1%, stesso dato del secondo trimestre di quattro anni fa. Anche in questo caso il dato è rivisto al ribasso rispetto alle stime (0,0), come quello relativo al 2018: ci si aspettava l’1%, ma la variazione acquisita del Pil nell’anno è pari al 0,9%.

“C’è uno 0,1% in meno e questo significa che la manovra del governo Gentiloni è stata insipida e non espansiva”. Così il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio ha commentato il dato. “La manovra 2018 – ha proseguito a margine di un evento al Mise – non ha fatto ripartire l’economia. Nel 2019 ripartirà perché iniettano risorse fresche”.

Istat segnala che nel terzo trimestre del 2018 ci sono state due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre 2017. Rispetto al trimestre precedente tutti i principali aggregati della domanda interna registrano diminuzioni con un calo dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dell’1,1% per gli investimenti fissi lordi. Sono crescite invece le importazioni dello 0,8% e le importazioni dell’1,1%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,3 punti percentuali alla crescita del Pil. Dal lato dell’offerta per beni e servizi si registra un andamento congiunturale positivo soltanto per il valore aggiunto dell’agricoltura (+1,6%) mentre quello dell’industria e dei servizi è diminuito rispettivamente dello 0,1% e dello 0,2%.

Il tasso di disoccupazione a ottobre intanto sale ancora toccando il 10,6% con una crescita di 0,2 punti su settembre, a seguito di un arrotondamento, e un calo di 0,5 punti su ottobre 2017. Il mese di settembre è stato rivisto al rialzo al 10,3%. Lo rileva l’Istat spiegando che i disoccupati nel mese erano 2.746.000, in crescita di 64.000 unità su settembre e in calo di 118.000 unità su ottobre 2017. Se si guarda al trimestre agosto-ottobre il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,2 punti sul trimestre precedente.

Sempre l’Istat rileva che il tasso di disoccupazione dei giovani sale rispetto a settembre arrivando al 32,5% (+0,1 punti ma il mese precedente è stato rivisto dal 31,6% al 32,4%) ma resta in calo rispetto a ottobre 2017 (-1,6 punti). Il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è al 17,6%, in lieve crescita sia sul mese (+0,1 punti) e sull’anno (+0,3 punti).

A ottobre, intanto gli occupati sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto a settembre (+9.000 unità) mentre sono cresciuti di 159.000 unità su ottobre 2017. L’Istat spiega che il tasso di occupazione è rimasto stabile al 58,7%. L’occupazione appare in calo nel trimestre agosto-ottobre rispetto a quello precedente (-40.000 unità). La stabilità degli occupati su settembre deriva da un aumento dei dipendenti permanenti (+37.000) e da un calo per i lavoratori a termine (-13.000) e degli indipendenti (-16.000). Questi ultimi dati, in particolare, sono quelli che il Vicepremier Luigi Di Maio ha commentato e sottolineato: “Sono contento che con i dati Istat di oggi si certifica un aumento di decine di migliaia dei contratti stabili, a tempo indeterminato, vuol dire che qualcosa funziona nel decreto dignità “.

La disoccupazione nell’eurozona, intanto, a ottobre è rimasta stabile rispetto a settembre all’8,1%, restando ai minimi da novembre 2008. Nei 28 il tasso è rimasto invariato a 6,7%, il livello più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche cominciate a gennaio 2000. A ottobre 2017 era a 8,8% nei 19 e nei 28 a 7,4%. Lo comunica Eurostat. L’Italia si conferma terza dietro la Spagna (14,8%) e la Grecia (18,9% in agosto 2018).

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