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Roche: gli utili crescono, ma non in Italia

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Un utile netto che a livello global si impenna salendo del 23% rispetto all’anno precedente versus un fatturato complessivo in flessione del 9% per la divisione italiana. Un 2018, quello di Roche, nel complesso positivo, ma non entro i confini nazionali dove la divisione italiana ha risentito fortemente della competizione dei biosimilari entrati nel mercato dell’ematologia e dell’oncologia che hanno interessato i due prodotti di punta dell’azienda. A pesare sul bilancio italiano anche il “rinnovamento del portfolio con i lanci di quattro prodotti ad alto grado di innovazione”, ricorda l’azienda. Si tratterebbe, dunque, solo di un anno di “transizione a favore di una continua innovazione”, ha sottolineato il presidente e amministratore delegato di Roche Italia, Maurizio de Cicco.

Roche ha chiuso il 2018 con un utile netto di 10,86 miliardi di franchi svizzeri, pari a circa 9,51 miliardi di euro, in crescita del 23% rispetto all’anno precedente. I ricavi sono aumentati del 7% a 56,84 miliardi di franchi svizzeri (49,8 miliardi di euro). Sale del 9% l’utile operativo. In crescita il dividendo a 8,70 franchi svizzeri per azione (+4,8%). Per il 2019 Roche prevede un ulteriore aumento di ricavi e utile e di incrementare ancora di più il dividendo da distribuire ai soci. Ai risultati positivi del gruppo, secondo quanto riferisce la società, hanno contribuito i ricavi della divisione farmaceutica per 43,96 miliardi di franchi (+7%) e quella diagnostica 12,88 miliardi di franchi (+7%).

La divisione italiana, nello specifico, ha chiuso il 2018 con un fatturato a 867,3 milioni di euro, in linea con la previsione di una flessione del 9% rispetto all’anno precedente (957,5 milioni). Gli investimenti nella ricerca scientifica sono stati continui e costanti, pari a 40 milioni di euro. Per il 2019, e per i prossimi tre anni, Roche Italia prevede una performance legata al “successo dei farmaci appena lanciati e alle nuove indicazioni che sono attese in area onco-ematologica. La priorità di Roche continuerà ad essere la ricerca clinica”, scrive l’azienda.

E in proposito, lo scorso anno Roche Italia, attraverso la collaborazione con oltre 230 centri di ricerca, ha registrato 223 studi clinici, di cui hanno beneficiato 10.776 pazienti. Tra le aree di maggiore impegno si conferma l’oncologia, con 27 molecole in studio e il sistema nervoso centrale con il coinvolgimento di circa 60 centri per lo sviluppo di 27 studi clinici. Il programma Roche per la ricerca, da quest’anno passato sotto la guida di Fondazione Roche, dedicato ai giovani scienziati under 40, in soli 3 anni ha finanziato in Italia i progetti di 28 ricercatori per un valore superiore a 2 milioni di euro. L’azienda ha anche lanciato un bando del valore di 200 mila euro, volto a premiare le migliori start-up che presenteranno progetti digitali innovativi.

L’anno appena iniziato sarà anche cruciale per il “percorso di revisione – conclude de Cicco – della gestione della spesa farmaceutica e la semplificazione del meccanismo del payback ospedaliero, che dovrà tenere contro del bilanciamento dei tetti tra spesa farmaceutica ospedaliera e quella territoriale. Il confronto tra il comparto farmaceutico e le Regioni si è finora rivelato costruttivo per questo crediamo nell’importanza di un dialogo allargato anche alle alle altre istituzioni”.

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