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Otto startup adottate dalle aziende per una Pa più digitale

C’è chi ha ideato un sistema di sensori per rendere le stazioni ferroviarie più sicure, chi ha pensato a un’app per tutelare le opere d’arte e chi, invece, si è concentrato sul settore dell’energia per non sprecarla e renderla “sharable”. In tutto sono otto i progetti risultati vincitori della grande hackathon dedicata alla pubblica amministrazione organizzata a Napoli da Agi, Regione Campania e l’Università di Napoli Federico II. Otto progetti che ora avranno l’opportunità di essere “adottati” e trasformati in servizi dalle grandi aziende che hanno sostenuto la challenge. L’iniziativa è stata organizzata anche per colmare il gap tra Italia e resto d’Europa in tema di interazione digitale tra cittadini e pubblica amministrazione: secondo il rapporto realizzato dall’Agi e dal Censis, nel 2018 solo il 24% degli italiani ha dichiarato di aver interagito con la PA per via telematica, contro una media europea del 52% e percentuali schiaccianti degli altri paesi: in Spagna siamo al 57%, in Francia al 71% e in Danimarca si sale addirittura al 92%, praticamente il totale delle pratiche amministrative è sbrigato per via telematica.

L’hackathon è stata la maratona di 48 ore che ha riunito a Napoli – presso l’Academy per sviluppatori di Apple – 300 talenti internazionali con lo scopo di progettare soluzioni all’avanguardia in diversi campi della pubblica amministrazione. In palio c’erano un montepremi di 37.500 euro e la possibilità per i team vincitori di mettere un piede nelle grandi aziende che hanno organizzato le challenge su cui i giovani innovatori erano chiamati a confrontarsi: dodici sfide per dodici aziende leader nel proprio settore. Così, i team hanno dovuto progettare soluzioni innovative per i settori dell’efficienza energetica (promossa da Eni), smart city (Tim WCAP), servizi pubblici digitali per le grandi aree urbane (Cisco), energy sharing (Almaviva), sicurezza delle stazioni (Eav), sicurezza e gestione delle folle (Ericsson), tutela delle opere d’arte (Techno Srl – Museo di Capodimonte), conservazione della biodiversità (WWF OASI), analisi dati in campo sanitario (Soresa), fact-checking (AgID, Agi & D-Share), open procurement (AgID, Soresa & Regione Campania), e cybersecurity (NTT Data).

Sono questi i campi “chiave” in cui gli italiani sarebbero profondamente in ritardo rispetto al resto d’Europa: secondo il report Agi-Censis, la fiducia dei cittadini nelle strutture pubbliche resta bassa, seppur in miglioramento rispetto all’anno precedente. La quota di coloro che sono convinti che la PA funzioni “piuttosto male” passa dal 52,1% al 50,8%, mentre la quota di coloro che hanno risposto “piuttosto bene” sale dal 24,3% al 33,2%. Solo un 3% pensa che la pubblica amministrazione funzioni “molto bene”: un tasso molto basso. Sebbene molti siano effettivamente poco informati sui processi di digitalizzazione della PA (più di uno su due ammette di non sapere quali siano i servizi digitali già attivati) chi si dichiara informato (il 37,4%) rileva comunque difficoltà di accesso o di utilizzo dei servizi digitali. La Posta certificata e la fatturazione elettronica sono i servizi più conosciuti, mentre meno della metà dei cittadini conosce SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale e ancora di meno, il 32,2%, il Fascicolo Sanitario Elettronico. Il cambiamento impresso negli ultimi anni per favorire la digitalizzazione della pubblica amministrazione non è ancora percepito a pieno dai cittadini, che ritengono in maggioranza – quattro su cinque – che la diffusione del digitale sia ancora limitata e poco incisiva. C’è anche una fetta di popolazione, pari al 15% degli intervistati dal Censis, che ritiene i cambiamenti fatti peggiorativi della relazione tra cittadini e PA, in quanto complicherebbero eccessivamente alcuni servizi.

Il fattore che ritarda di più la trasformazione digitale è la mancanza di semplicità nelle procedure online rispetto a quelle tradizionali. Per rendere più “user-friendly” i processi e i servizi legati alla PA, sono stati chiamati in causa i giovani innovatori: sono otto i team che saranno ottimizzati dalle aziende per diventare servizi effettivi. Si parte dalle stazioni ferroviari, con The Green Marmellata che ha vinto la sfida di Eav: la sua idea è un sistema di luci, suoni, sensori PIR, dimmer e switch Wi-Fi per rendere le stazioni ambienti interattivi. Sensori speciali sono al centro anche del progetto di Caterpillars, che però ha pensato di usarli nel campo dei beni culturali: i sensori sono collegati a un’app che mantiene aggiornato il personale sullo stato delle opere d’arte elaborando i dati inviati ricavati. Il team verrà supportato da Techno Srl – Museo di Capodimonte. Storms The Revenge, invece, ha sviluppato per Ericsson un sistema per monitorare le folle sfruttando droni dotati di telecamere termiche ad alta risoluzione: i dati vengono elaborati poi con algoritmi di machine learning. Più specificatamente al settore delle smart cities si rivolge la piattaforma realizzata da mindTheGap per Tim WCAP: il sistema consente di effettuare interventi tempestivi tracciando i dati ottenuti dalle API di TIM. La condivisione dell’energia è, invece, il campo di Virtual Matters che ha risposto alla challenge di Almaviva con un’app che collega chi ha bisogno di energia con le persone che per qualche motivo ne producono di più e ne hanno da condividere. La sfida di WWF Oasi è stata vinta da Memento Duo, che ha ideato un’app per coinvolgere i cittadini sulla conservazione della biodiversità e nella prevenzione degli incendi attraverso la gamification. Infine, il campo sanitario: i team di RedPanda e Mambo N.5 hanno proposto a Soresa un’applicazione per gestire gli indici di riferimento dei livelli essenziali di assistenza in modo smart e una piattaforma con un’interfaccia semplice e accessibile per l’analisi dei dati complessi.

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