L’irripetibilità dell’arte nel continuo ripetersi e rinnovarsi dei contenuti social. Anche i musei hanno (finalmente) scoperto questo mezzo di comunicazione. L’unico che si possa usare se si vuole arrivare anche a un pubblico di giovanissimi. Secondo uno studio dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, sono sempre di più i musei italiani che scelgono di raccontarsi attraverso i social media: il 69% è presente su almeno un canale social (la percentuale lo scorso anno era del 57%), soprattutto su Facebook (dal 54% all’attuale 67%) e Instagram (sale dal 23% al 26%).
La scelta di aprire canali social piace ai turisti, i quali si affidano sempre di più al web per scegliere esperienze e punti di interesse da visitare: 2 persone su 3 (il 68%) consultano internet e i social prima di decidere come trascorrere le proprie vacanze, anche se per pagare aspettano di essere in loco. Il 73% dei visitatori, infatti, sceglie di acquistare il biglietto di persona, mentre solo il 4% dell’incasso da biglietteria per i musei italiani proviene dal sito web proprietario. D’altronde, sono ancora una minoranza i musei che permettono l’acquisto online del biglietto: appena il 20%. Non solo: tra quelli che lo permettono, solo l’8% consente di entrare nel museo senza dover andare stampare il biglietto su carta. Un elemento che denota ancora una volta come l’Italia sia indietro sul fronte digitale: qual è il senso di offrire l’acquisto online se poi si deve comunque usare la stampante?
A questo proposito c’è da dire che rispetto ai grandi musei internazionali l’Italia – nonostante il suo immenso patrimonio artistico – viene superata nettamente sul campo digitale: solo la metà dei musei ha un sito adatto alla navigazione mobile, mentre è ancora poco diffuso l’uso delle agenzie di viaggio e i tour operator online. Tuttavia, il 76% dei musei è presente su Tripadvisor, che è una fonte molto importante nella ricerca di informazioni da parte dei turisti. Secondo il report, quasi la metà di chi cerca informazioni sul web circa musei da visitare, si premura di andare a leggere recensioni e commenti, mentre il 19% si lascia influenzare da post di altri utenti.
Oltre ad aver aumentato la presenza online, molti musei hanno anche incrementato l’offerta di supporti digitali all’interno delle proprie sale, come il wi-fi gratuito e le app, sviluppate dal 17% dei musei. Ad ogni modo, secondo la ricerca, c’è ancora una scarsa comunicazione rispetto a questi mezzi, e 7 visitatori su 10 non ne sarebbero nemmeno a conoscenza. Qualche museo inizia a sperimentare anche tecnologie come la realtà virtuale (16%), la realtà aumentata (12%) e i videogiochi (10%) come strumenti di interazione e coinvolgimento del turista, ma le percentuali d’adozione sono ancora piuttosto basse.
Avere un account Instagram per un museo è sicuramente un modo per promuovere mostre, opere e iniziative. Ma i social possono essere una cassa di risonanza molto forte non solo a fini “pubblicitari” ma anche per raccolte fondi finalizzate al recupero di un’opera o all’implementazione del museo stesso. Il Louvre di Parigi, per esempio, ha usato proprio i suoi canali social per lanciare un fundraising che ha permesso di finanziare il restauro della Nike di Samotracia dal costo di un milione di euro: una raccolta che ha coinvolto 6.700 donatori, un numero che difficilmente si sarebbe raggiunto usando canali più tradizionali.
Anche Twitter si è rivelato un social molto apprezzato dai musei per farsi conoscere e offrire informazioni utili ai visitatori: è stata anche creata una giornata apposita per porgere una domanda a un curatore di un museo. Si tratta dell’iniziativa “#AskaCurator”, che nel 2018 (10-14 settembre) ha provocato 55 mila interazioni su Twitter. Tra gli account che hanno sollevato il maggior numero di interazioni, troviamo al primo posto la British Library, seguita dal British Museum, e dalla National Gallery. Il primo museo italiano in classifica lo troviamo solo dopo il centesimo posto: si tratta della Pinacoteca Agnelli.