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Un futuro alla Blade Runner? Nei bar c’è già (grazie all’AI)

C’è un bar con un essere umano, un robot e un sofisticato software di AI. Sembra l’inizio di una brutta barzelletta, e invece potrebbe essere una situazione più vicina alla realtà di quanto si pensi. I robot ci servono bevande da molto tempo,  ci sono i chioschi completamente automatizzati ma anche i servizi ibridi in cui ordini sul tuo smartphone e la bevanda ti viene consegnata da un essere umano. Ma le aziende stanno iniziando a espandersi e integrare i servizi automatizzati con l’intelligenza artificiale.

Yanu.ai è un’azienda estone e guida l’avanzata in Europa e Medio Oriente. L’azienda ha progettato un bar completamente automatizzato, completo di schermi interattivi, applicazioni di pagamento sicure e un braccio robotico per mescolare e servire bevande. Il dispositivo consente di preparare 100 drink all’ora e fino a 1.500 cocktail prima di dover essere rifornito.

Ma il suo aspetto più innovativo e futuristico è un’integrazione con il software AI che si avvicina a emulare l’esperienza di parlare con un barista in carne e ossa, portandoci vicini a un futuro in stile Blade Runner. Tutto ciò fa parte di una tendenza più ampia verso l’automazione che porta alla sostituzione dei lavoratori, specialmente durante la fase di grave carenza di manodopera che si è verificata durante il secondo anno della pandemia.

“In questo momento stiamo collaborando con un’azienda di intelligenza artificiale in grado di effettuare un riconoscimento delle emozioni”, ha detto a Fortune il fondatore e Ceo di Yanu Alan Adojaan.  Adojaan, che attualmente sta pubblicizzando la sua società all’Expo di Dubai, ritiene che così si riesca a dare un “lato e un’anima umani” al servizio, aggiungendo che il prodotto sarà in grado di fare battute, avere conversazioni e reagire al comportamento dei clienti.

Yanu è ancora nella fase pilota, ma Adojaan dice che riceve almeno 10 richieste a settimana. “Abbiamo appena concluso un contratto da 1 milione di dollari con una grande catena di cinema nei Paesi baltici. Abbiamo l’interesse del governo degli Emirati e siamo in trattative con Marriott e Radisson”, ha spiegato. “Quest’anno abbiamo firmato 37 lettere di intenti per creare almeno 10 progetti pilota e entrare in piena produzione l’anno prossimo”.

Adojaan afferma che i mercati più grandi per la sua azienda sono l’Europa e il Medio Oriente, anche se vede grandi opportunità anche in Asia. “L’Asia è un mercato molto complicato, anche perché lì ci sono problemi di spionaggio e contraffazione”, ha detto Adojaan, ma la mancanza di una concorrenza credibile significa che “c’è una grande opportunità per noi oggi” in quella regione.

Adojaan è meno ottimista, tuttavia, riguardo alle prospettive immediate della sua azienda di espandersi negli Stati Uniti. Mentre ha riscontrato interesse da parte di Stati esperti di tecnologia come la California, la sua azienda ha incontrato resistenze da parte dei sindacati anti-automazione e gruppi di pressione, che secondo lui sono “molto contrari a tutta questa roba”.

Alcune aziende simili a Yanu hanno avuto un certo successo negli Stati Uniti. Cecilia.ai è un barista basato sull’intelligenza artificiale che, come Yanu, può mescolare fino a 100 drink all’ora e offrire ai clienti esperienze di bartending personalizzate. A differenza di Yanu, che usa la robotica, Cecilia appare su uno schermo con l’aspetto di una donna generata in Cgi che può prendere gli ordini dei clienti. Come Yanu, è in grado di reagire alla mancanza di scorte, alle richieste dei clienti e può persino dare consigli sui drink.

Cecilia è stato lanciato in luoghi come stadi, i lounge degli aeroporti o delle navi da crociera, riporta la NBC, ma la società, che ha sede in Israele, ha in programma di espandersi ulteriormente per rispondere ai continui problemi di personale del settore dell’ospitalità e dei servizi. Quasi 1 milione di lavoratori di ristoranti e alberghi negli Stati Uniti ha lasciato il lavoro lo scorso novembre, quasi il 7% della forza lavoro del settore, le grandi dimissioni hanno alimentato una carenza di manodopera nel settore dell’ospitalità. Adojaan, che ha trascorso 15 anni lavorando in bar, discoteche e ristoranti, ritiene che saranno necessari processi automatizzati come quelli sviluppati da Yanu e Cecilia.

“C’è un reale bisogno di questi lavoratori, non ce ne sono abbastanza, e nessuno vuole fare questo mestiere”, ha detto Adojaan. “È un lavoro pericoloso, sporco e tutto il resto”. Adojaan crede che il bartending umano sarà ancora fondamentale, specialmente nei luoghi di fascia alta dove ci si aspetta bevande elaborate con più attenzione, ma ci sono anche molti spazi in cui gli umani non vogliono stare che possono essere sostituiti dall’automazione. “Quello che facciamo è rivolgerci ad altri luoghi, luoghi affollati, snodi di trasporto, i bar delle hall aperti h24, ogni volta che c’è bisogno di un servizio veloce o economico o, anche solo di dare una mano”.

L’articolo originale è su Fortune.com

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