Sogni ‘congelati’, sempre più donne scelgono il social freezing

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Nell’Italia delle culle troppo vuote, si è ormai creato un gap fra tempi e ritmi di vita delle donne e desiderio di famiglia. Così, a volte, dopo aver superato le ‘tappe obbligate’ che vanno dalla laurea all’inizio di una carriera, si scopre di avere di fronte una strada in salita. Un problema che riguarda donne comuni, ma anche celebrity. E che ha portato un drappello di pioniere a optare per il social freezing (la crioconservazione degli ovociti), anche in Italia. Un fenomeno in crescita,  che oggi accomuna celebrità a donne comuni.

A segnalarlo sono i numeri messi nero su bianco dal gruppo GeneraLife, il più grande in Italia specializzato in medicina della riproduzione (con 14 centri su tutto il territorio): sia nel 2019 che nel 2020 (anno dei lockdown e delle chiusure di molti centri specializzati) le procedure di questo tipo sono state circa 80 l’anno, ma nel 2021 si è passati a 190, e nel 2022 fino a ottobre erano già stati eseguiti 165 protocolli di crioconservazione ovocitaria.

Un desidero di maternità messo in banca o, meglio, ‘congelato’ in attesa di tempi migliori. Matilde Gioli, Bianca Balti, Emma Marrone, Jennifer Aniston sono solo alcune delle celebrità che si sono dette a favore del social freezing come scelta, o come opzione da conoscere di più.

“Un effetto positivo lo hanno avuto le campagne nazionali di sensibilizzazione ‘Ferty Check’ che abbiamo portato avanti in questo anno – sottolinea Filippo Maria Ubaldi, ginecologo e direttore scientifico del gruppo GeneraLife –  effettuando oltre 300 visite gratuite in tutto il Paese per il controllo della fertilità nei giovani e nelle coppie con problemi di infertilità. E’ evidente che la cultura della preservazione della fertilità, un’opzione ormai consolidata in Paesi come la Spagna e il Regno Unito, stia iniziando a diffondersi anche fra le italiane, che danno sempre più importanza al prendersi cura della propria capacità riproduttiva nei tempi e nei modi più consoni”.

In una società alle prese con le conseguenze di un’inverno demografico che sembra non finire, la scienza offre una sorta di assicurazione. E le imprese non restano indietro. Il social freezing è ormai “un’opzione che grandi compagnie, soprattutto americane, offrono come benefit alle loro dipendenti – ricorda Blasco de Felice, Ad GeneraLife Italia – Qui in Italia alcune società molto attente al welfare aziendale si stanno rendendo conto dell’importanza di questa pratica: abbiamo ricevuto nuove richieste di convenzione con i nostri centri, per poter offrire un accesso facilitato ai dipendenti alla medicina della riproduzione: una scelta lungimirante e al passo con i tempi, che deve essere vista come un’opportunità”.

E’ il caso di Blue Ocean Finance, società di consulenza strategica e finanziaria specializzata nella crescita di Pmi e startup, che ha stretto una partnership con GeneraLife proprio per consentire ai propri collaboratori di avere un accesso facilitato a consulti per la fertilità e Pma.

“Come Founders di Blue Ocean Finance e genitori di due bambini, abbiamo voluto partire dalla genitorialità per costruire il nostro percorso di Welfare aziendale. Offrire un accesso non solo informativo, ma anche concreto alla Pma, è per noi un gesto tangibile per supportare i nostri collaboratori in una scelta di genitorialità libera e consapevole”, racconta Stefania Esposito, Managing Partner di Blue Ocean Finance, che offre come benefit ai propri collaboratori quello di poter ottenere un accesso agevolato alla Procreazione medicalmente assistita, anche in termini di prevenzione, con il social freezing. “Un supporto che Blue Ocean Finance fornisce anche attraverso ulteriori politiche di Welfare, su tutte il riconoscimento di un bonus natalità monetario ai dipendenti”.

L’inverno demografico

Oltretutto dopo la pandemia – al contrario delle previsioni iniziali – nel nostro Paese abbiamo inanellato nuovi record negativi di nascite. Intanto le donne in età fertile si assottigliano, e il processo per invertire il trend si complica.

In gioco però, quando si parla di un figlio, c’è il vissuto, ma ci sono anche sogni e desideri. “La pandemia  ha costretto tutti noi a una riflessione sul futuro che più desideriamo – riflette Laura Rienzi, embriologa e direttore scientifico di GeneraLife insieme a Ubaldi – Questo percorso è stato messo a punto per salvaguardare la salute riproduttiva delle pazienti oncologiche, che vanno incontro a terapie che possono compromettere irreversibilmente la possibilità di avere un bambino. Ma si sta rivelando un’opzione valida anche per tutte coloro che devono rimandare il momento in cui cercare un figlio, ad esempio, per la mancanza di un partner o di un lavoro stabile”.

Il percorso

Ma come funziona il social freezing? Il percorso di preservazione della fertilità prevede un protocollo di stimolazione ormonale da effettuare con specifici farmaci sottocute per 10-12 giorni, il prelievo degli ovociti mediante un piccolo intervento chirurgico in sedazione, della durata di pochi minuti, e la loro crioconservazione in laboratorio tramite vitrificazione (tecnica per mantenere inalterate le caratteristiche delle cellule uova, e poterle utilizzare anche molti anni dopo).

“Il limite, in Italia, resta comunque quello dell’età fertile di una donna, attorno ai 50 anni, e il nostro consiglio rimane sempre quello di pensare a una gravidanza non troppo avanti con gli anni“, precisa Rienzi.

Difendere la fertilità

“Alcol, fumo, sedentarietà, sovrappeso, ma anche sottopeso se evitati o ridotti, possono fare la differenza quando è il momento di cercare un bambino. E’ qualcosa che i giovani devono assolutamente sapere per attuare la giusta prevenzione”, ricorda Ubaldi.

Anche per accendere i riflettori su questi temi torna la nuova edizione di Ferty Check, prevista per sabato 17 dicembre nei centri GeneraLife di Roma, Bologna, Torino e Napoli, con visite gratuite, singole o di coppia, per un ‘check up’ della fertilità.

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