drone sangue
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Far arrivare rapidamente, ma anche in sicurezza, sangue e plasmaderivati sul luogo di un’incidente può salvare delle vite. Ecco allora l’idea di sfruttare i droni e l’intelligenza artificiale per queste speciali consegne. Ma il materiale consegnato dal drone sarà integro? La risposta è poitiva, e a dimostrarlo è un test condotto in Italia: al piccolo velivolo è stata agganciata una capsula sensorizzata progettata ad hoc, contenente cellule di sangue.

L’esperimento ha dimostrato che il sangue via drone rimane integro e pronto per essere trasfuso, come spiegano i ricercatori italiani che firmano uno studio su ‘Drones’.

I droni salvavita

Il traffico delle nostre città rende spesso il trasporto di materiali salvavita una ‘missione impossibile’. Così si è pensato di sfruttare i droni. Ma quanto è sicuro il trasporto di sangue e materiali biologici, e ci sono rischi per la salute dei pazienti?

I ricercatori del Gruppo Drone/Foto Cnr

Le risposte arrivano da uno studio dell’Istituto di fisica applicata ‘Nello Carrara’ del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ifac), della Asl Toscana Nord Ovest, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con ABzero, spin off della Sant’Anna.

Il contenitore smart

Lo spin off della Scuola Superiore Sant’Anna ABzero, incubato presso il Polo Tecnologico di Navacchio (Pi), ha ideato un contenitore intelligente appositamente per questo tipo di trasporti.

“La capsula sensorizzata, disegnata per contenere sangue ed emocomponenti, nel pieno rispetto delle normative UN3373 e delle direttive 2002/98/EC, è stata sviluppata in modo da poter monitorare in tempo reale le condizioni dei materiali, rilevandone la temperatura, l’umidità, il pH ed l’emolisi, e attivando procedure di allerta e di risposta in caso di necessità”, spiega Angela Pirri del Cnr Ifac.

Il contenitore smart/Foto ABZero

Il controllo della qualità dei materiali ha coinvolto gli ideatori del dispositivo, Giuseppe Tortora (ABzero, Scuola Supeiore Sant’Anna) ed Andrea Cannas (ABzero) insieme ad Angela Pirri, Fabrizio Niglio e Paola Comite (Asl toscana NordOvest), ed è consistito in una serie esami di laboratorio e sul campo, che hanno permesso di promuovere il ‘sangue via drone’.

“Lo studio ha dimostrato che lo sviluppo di una capsula dotata di intelligenza artificiale, trasportabile con un drone, è in grado di preservare le condizioni termiche dei materiali biologici trasportati, in tutte le condizioni di volo (diverse altitudini, velocità, accelerazioni/decelerazioni), mentre i test chimici hanno confermato l’integrità dei campioni prima e dopo le operazioni di trasporto su drone”, aggiunge Pirri.

“La performance complessiva del sistema – precisa – è stata validata durante lo svolgimento di otto differenti missioni di volo, di circa 13 minuti di durata ciascuna, e coprendo una distanza totale di 105 km di volo per 39 ore di volo”.

Il parere della Commissione etica

Ridurre drasticamente i costi ed i tempi di consegna di beni salvavita come sangue, ma anche medicinali e organi, potrebbe rivelarsi una scelta strategica, soprattutto dove la problematica della mobilità urbana incide sulle tempistiche di consegna, e di conseguenza sull’integrità di beni altamente deperibili, ma anche per ragioni di efficienza economica legati al sistema di trasporto questi di materiali.

A questo punto “per il passo successivo, ovvero trasfondere” il sangue arrivato via drone “su pazienti, occorre il consenso della commissione etica” spiegano gli autori.

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