NF24
Cerca
Close this search box.

Il valore delle competenze, la rubrica di Fortune Italia per un cambio di paradigma

La nuova rubrica di Fortune Italia sul valore delle competenze, inaugurata sul numero di febbraio, mira a costruire un network innovativo a sostegno delle competenze in Italia e all’estero. Un confronto per richiamare talenti e rafforzare il legame con strutture, enti e istituzioni.

Il valore delle competenze’ è una nuova rubrica di Fortune Italia che nasce dalla consapevolezza dell’esigenza di professionalità in grado di supportare il Paese nel suo processo di rilancio: per rispondere alle sfide attuali e future è necessario un cambio di paradigma in cui si dia fiducia a profili innovativi e trasversali, con un’attenzione anche alle questioni etiche e valoriali. L’approccio tradizionale alla formazione e all’inserimento nel mondo del lavoro ha mostrato delle criticità e, nel pieno riconoscimento dell’education e dell’istruzione come elementi cruciali per una strategia Paese di lungo periodo, l’attuale situazione congiunturale è un’occasione unica per dare un segnale di discontinuità. Si apre l’opportunità di portare un mutamento anche culturale all’interno della Pubblica amministrazione, con nomine di profili vocati al ‘fare’: dai dirigenti a diretto riporto dei ministri pro-tempore e a cascata su tutta l’attività di reclutamento delle amministrazioni, è necessario assicurare che in ogni casella ci siano competenze di livello, aperte al nuovo, con capacità di innovare e di spingere la macchina amministrativa per evitare la stagnazione.

Il periodo è cruciale anche per i processi di nomina dei vertici e dei Cda delle partecipate pubbliche e di tutte le sotto-partecipate legate al Mef, come le società partecipate da Cassa Depositi e Prestiti, con l’importanza di attuare una strategia incardinata sulla contaminazione di nuove competenze in realtà che incidono sul Sistema Paese e determinano l’andamento del Pil: le partecipate sono il maggior datore di lavoro del Paese. Trattandosi di aziende di interesse nazionale (operanti in settori come difesa, energia, infrastrutture, innovazione) le competenze non devono permeare soltanto i Board, ma anche i successivi inserimenti di prime linee e manager, in una ridefinizione strategica proiettata sul futuro.

Da non trascurare, inoltre, il momento del rinnovo anche dei collegi sindacali, che meritano particolare attenzione e cura per il loro ruolo di controllo e verifica della gestione societaria in funzione di supporto al Cda. Sarà importante valorizzare un maggior numero di profili, evitando la moltiplicazione degli incarichi conferiti a singoli individui e rifuggendo l’idea della “professione” di board member o di revisore seriale. Diversity, dunque, intesa come diversificazione dei profili con forti capacità integrate, e da declinare in termini culturali, anagrafici, esperienziali, di genere, nei board e nei collegi sindacali nel mondo pubblico, privato e nelle società partecipate.

Claudia Bugno, curatrice della rubrica, è Strategic advisor con esperienza nel mondo pubblico e industriale negli ambiti del crisis management e della pianificazione per lo sviluppo del business

Una sfida con un altissimo potenziale inespresso, che deve tradursi in una ‘sostenibilità della governance’ a tutto tondo. I principi europei sono chiari: la direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate sustainability reporting directive – Csrd) estende gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità a tutte le imprese di grandi dimensioni e a quelle con valori mobiliari ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati, comprese le Pmi, a eccezione delle sole microimprese. Inoltre, il Parlamento europeo ha recentemente adottato la nuova direttiva Women on Boards con l’obiettivo di regolare la presenza delle donne, attualmente sottorappresentate, nei Cda delle grandi aziende, prevedendo misure sanzionatorie effettive, dissuasive e proporzionate laddove non vengano seguite procedure di nomina aperte e trasparenti. Anche le aziende private – che negli ultimi tempi hanno vissuto grandi trasformazioni nelle compagini azionarie – dovranno integrare nuove capacità per diventare più resilienti alle crisi e nei confronti di attori stranieri, aumentare le possibilità di riposizionamento e sviluppo dei business.

I cervelli in fuga

Dall’ultimo rapporto ‘Italiani nel mondo 2022’ della Fondazione Migrantes, emerge che dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è aumentata dell’87%, con una crescita sostenuta della presenza di italiani all’estero (da 3,1 a oltre 5,8 milioni).

Le criticità che caratterizzano il nostro Paese, acuite dal susseguirsi di crisi di diversa natura, hanno un enorme impatto sociale, con un effetto domino che vede l’invecchiamento della popolazione e un pericoloso impoverimento del tessuto istituzionale–economico–produttivo, a beneficio di sistemi stranieri spesso predatori. Partendo dalla consapevolezza della strutturalità del fenomeno di ‘un’Italia fuori dall’Italia’ e della necessità di intervenire per recuperare la fiducia dei giovani nel Paese, rendendolo accogliente e attrattivo non solo attraverso la singola opportunità lavorativa, è opportuno creare una piattaforma per il collegamento stretto e disintermediato con italiani qualificati all’estero presso organismi internazionali, multinazionali, aziende straniere.

Integrando i tradizionali strumenti di selezione e assessment con i nuovi canali digitali e di intelligenza artificiale, dotati di una capacità di analisi profonda senza precedenti, sarà possibile eliminare i filtri esistenti per individuare, mantenere e valorizzare competenze che spesso rimangono sconosciute. Ciò consentirà di cogliere i vantaggi legati alla presenza di una popolazione di nuovi professionisti con competenze specialistiche, ma che abbracciano anche la visione e la comprensione delle dinamiche internazionali, europee e nazionali, e al contempo di quelle policentriche e territoriali, sviluppando alleanze e sinergie di sistema, in un’ottica di reciprocità e mutualità. Con uno scambio informativo immediato si potranno, inoltre, attivare link e opportunità di business tra aziende italiane e internazionali, a volte non immediatamente identificabili.

La contaminazione di competenze

Se è vero che le competenze sono un asset strategico per il Paese, è opportuno creare un sistema per la loro protezione e valorizzazione in chiave di interesse nazionale, costruendo un apparato pubblico-privato che possa comprendere rapidamente le trasformazioni degli scenari e rispondere con progettualità e misure per lo sviluppo.

L’evoluzione delle misure strategiche e normative, i Goal previsti dall’Agenda 2030, il Next generation EU, eventi come la crisi pandemica e la guerra in atto, implicano un’urgente apertura dell’Italia anche ad expertise multidisciplinari internazionali: l’obiettivo di questa rubrica è creare un ponte con le esperienze, anche internazionali, e stimolare un indirizzo strategico da parte dei Governi per integrare figure innovative nei ruoli di vertice delle realtà pubbliche, private e di interesse nazionale, sostenendo l’apertura al mercato di nuovi profili, culturalmente consapevoli di far parte di realtà cruciali e determinanti per l’intero Sistema Paese. La selezione non dovrebbe concretizzarsi in un mero atto formale, ma in un’attività di profilazione in linea con i nuovi scenari e le nuove esigenze, con il coinvolgimento del mondo universitario, dei manager italiani all’estero, dei ricercatori, per un richiamo ai valori e al dialogo stretto tra gli attori del Sistema Paese.

Sarà fondamentale ricercare nei nuovi manager grandi capacità tecniche, gestionali, manageriali, ma anche valoriali, rievocando le qualità del civil servant: correttezza dell’operato, sana propensione all’innovazione per lo sviluppo e la trasformazione, abbandono del ‘burocratese’ come lingua ufficiale, eliminazione delle complessità astruse della cosa pubblica e dell’ostruzionismo come strumento di militanza politica. Il ‘non fare’ è un costo e la mancanza di competenze spesso porta a blocchi delle attività, con perdite per l’intero Paese.

In uno ‘spoils system ragionato’ (o, auspicabilmente, ‘merit system’), le eventuali sostituzioni dovrebbero essere effettuate dopo accurate valutazioni, individuando candidati all’altezza degli standard di dialogo e di confronto internazionale. Ciò potrà avvenire anche coniugando le diverse expertise, riabilitando il ruolo dell’esperienza (superando il concetto di ‘rottamazione’) per valorizzare anche profili ‘maturi’, spesso emarginati, in un mix virtuoso con giovani professionalità portatrici di cultura, visione e nuovi schemi mentali-digitali, nel rispetto della componente femminile e di tutte le diversità. Tra rischi e opportunità, il futuro del Paese passa dal coraggio: non cambiamento per il cambiamento, ma cambiamento per la trasformazione.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.