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Competenze, la strategia italiana in Europa

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In questa seconda tappa della rubrica ci occupiamo di competenze e di iniziative formative e informative per la riqualificazione professionale del personale della Pa e dei privati.

In considerazione delle grandi trasformazioni a livello globale, emerge la necessità di meccanismi in grado di supportare il Sistema-Paese nell’anticipare le metamorfosi strutturali in atto.

Nel pieno riconoscimento del ruolo delle competenze come asset strategico, la Commissione europea ha individuato nel 2023 l’Anno Europeo delle Competenze, con una serie di iniziative formative, informative, tecniche e strumentali che sostengano nuovi programmi di istruzione, sviluppino nuove skill e consentano una riqualificazione professionale mirata.

Grande attenzione sarà inevitabilmente riservata al tema della sicurezza, in un binomio complesso tra digitalizzazione e vulnerabilità.

Non a caso l’Europa sta contestualmente adottando misure concrete per garantire la sicurezza informatica, come la creazione di enti di cybersicurezza nazionali, la formazione di esperti e la messa a punto di strategie a lungo termine che prevedano l’adozione di tecnologie e soluzioni avanzate.

Proprio di recente, il ruolo della cybersecurity è emerso prepotentemente in occasione degli attacchi hacker di inizio febbraio, che hanno coinvolto interi continenti e diverse decine di sistemi nazionali. Le crescenti ingerenze in infrastrutture critiche e l’utilizzo della tecnologia anche come strumento di guerra, impongono una riflessione sulla security, nelle sue diverse declinazioni, come base su cui costruire la ripresa.

In questo contesto, l’implementazione di competenze innovative e trasversali, che sappiano agire in ottica preventiva, consentirebbe di pianificare, salvaguardare e garantire la sicurezza del patrimonio strategico nazionale.

Pur essendo l’Italia tra i primi trenta Paesi al mondo per capacità d’innovazione, presenta un tessuto produttivo fortemente vulnerabile (basti pensare che l’84% delle vittime degli attacchi hacker sono Pmi che quasi sempre pagano il riscatto). A livello nazionale, è dunque importante cogliere le opportunità derivanti dall’interconnessione tra sicurezza, digitalizzazione e competenze, mettendo in campo politiche e strategie per la valorizzazione delle diverse professionalità.

Altrettanto necessario sarà declinare le strategie e le politiche del nostro Paese in misure concrete: se pensiamo al Pnrr, gli indirizzi strategici tanto per il Pubblico quanto per il Privato vanno nella direzione di una rivoluzione digitale, che vede nella cybersicurezza il principale nodo da sciogliere. È fondamentale svolgere una capillare attività di monitoraggio di tutte le opportunità esistenti, cercando di canalizzare le risorse europee e nazionali in misure di incentivazione fiscale, di semplificazione normativa, di supporto amministrativo, per sostenere la formazione e l’inserimento nelle aziende di competenze e profili all’avanguardia, che consentano di traguardare le scadenze del Pnrr.

Il nostro obiettivo è quello di mettere a disposizione anche una piattaforma per la condivisione delle best practice sul valore delle competenze, per la valorizzazione, il coinvolgimento e la contaminazione di profili multilivello: dall’internazionale all’europeo, dal territoriale al locale.

 

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