La pandemia di Covid-19 ha rallentato la diagnosi e terapia di numerose patologie croniche. A pagare un prezzo “salato” sono stati i pazienti con malattie respiratorie come asma e Bpco, oltretutto più a rischio in caso di contagio. Mentre ancora si lotta con la pandemia, emerge chiaramente l’importanza di ripensare la medicina territoriale. Una priorità indicata anche dal Premier Mario Draghi è quella di avvicinare davvero la cura al paziente.
La ricerca e l’innovazione ci hanno mostrato in questi mesi tutte le potenzialità anche della telemedicina, ma a cambiare deve essere il paradigma. Diventa sempre più urgente un Piano nazionale delle cronicità che non resti lettera morta.
- Quanti sono i pazienti con cronicità respiratorie, e qual è il prezzo che hanno pagato alla pandemia?
- In che modo è possibile sfruttare i progressi fatti nei mesi di Covid-19 per tradurli in un’assistenza più vicina a questi pazienti?
- Che fine ha fatto il Piano Nazionale Cronicità? Ha senso attuarlo?
- In che modo i medici di medicina generale possono contribuire al potenziamento della sanità con una medicina territoriale che sia integrata con l’alta specializzazione ospedaliera?
- Al momento di impostare le fondamenta della Sanità italiana del prossimo futuro, quali sono le priorità e quali gli interventi imprescindibili per non perdere questa opportunità?
Di questo e di molti altri temi si discuterà nell’e-meeting che Fortune Italia organizza con il contributo non condizionante di Chiesi Italia.
Modera
Margherita Lopes, Caposervizio Fortune Italia
Ne discutono
- Claudio Cricelli, Presidente SIMG
- Antonio Gaudioso, Presidente Nazionale Cittadinanzattiva
- Beatrice Lorenzin, già Ministro della Salute, sostenitrice del Piano Nazionale Cronicità
- Stefano Lorusso, Capo della Segreteria tecnica Ministero della Salute
- Luca Richeldi, Presidente SIP
- Silvestro Scotti, Segretario generale FIMMG
- Angelo Testa, Presidente SNAMI