Vita difficile quella dei CFO. Tensioni geopolitiche, cambiamenti climatici, minacce informatiche e nuove pressioni normative. La figura tradizionale di direttore finanziario focalizzato sulla stabilità dell’azienda sta sparendo, sostituita da quella di leader strategico in grado di governare tanto i conti quanto la tecnologia, diventata essenziale per farli quadrare.
Dalla gestione dei dati (fondamentali) all’intelligenza artificiale, capire quale sia l’implementazione più efficace in termini di crescita aziendale è diventato, in poco tempo, vitale. Intanto c’è la sostenibilità, con l’equilibrio tra casse societarie e impatto sociale. Ma c’è davvero attenzione verso tutto ciò che non sia profitto? L’inclusività, ad esempio: è davvero in cima alla lista delle priorità delle aziende? In questo caso la figura del Cfo offre il focus perfetto.
La presenza di donne nei board delle aziende italiane cresce, ed è sempre più paradossale: quattro poltrone su dieci sono occupate da una donna, a seguito di una crescita enorme negli ultimi dieci anni. Eppure il soffitto di cristallo delle due posizioni apicali non si rompe: il numero di donne che ricoprono il ruolo di Ceo e Cfo in Italia si ferma rispettivamente al 4% e al 6%. Le medie globali recitano 6% e 17,6%. Quelle europee 7,3% e 16,6%.
Nel mondo, il ‘rinnovo’ della funzione di Cfo sta coincidendo proprio con l’aumento di donne che ricoprono quella posizione. Possibile che da questa svolta culturale passi anche la competitività delle nostre imprese
Ne discutono:
Modera Alessandro Pulcini, Fortune Italia