Se mangiare (poco) fa male alla salute, la malnutrizione

Fare una buona insalata vuol dire essere un diplomatico brillante.
 Il problema è identico in entrambi i casi: sapere esattamente quanto olio bisogna mettere assieme all’aceto, diceva Oscar Wilde. Intanto continua ad aumentare la fame nel mondo: sono 821 milioni le persone che soffrono oggi la fame, con oltre 150 milioni di bambini che a causa della scarsa alimentazione hanno ritardi nella crescita.

Lo denuncia un rapporto delle Nazioni Unite. Il numero di persone colpite dalla fame continua a crescere, raggiungendo un abitante su nove del pianeta. Allo stesso tempo, si stanno facendo progressi limitati per affrontare le diverse forme di malnutrizione. Nel 2022 approssimativamente il 29,6% della popolazione mondiale, pari a 2,4 miliardi di persone, non ha avuto accesso costante al cibo, il che è indice di insicurezza alimentare moderata o grave. Tra queste, circa 900 milioni di persone sono state esposte a insicurezza alimentare grave. Ciò ha portato milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni a soffrire di malnutrizione: nel 2022 circa 148 milioni di bambini sotto i cinque anni presentavano ritardi nella crescita, e 45 milioni segni di eccessiva magrezza.

Cosa stiamo facendo per combattere tutto questo? La combinazione di pandemia da Covid-19, guerre e fenomeni climatici estremi ha portato fame e malnutrizione a livelli mai raggiunti prima. Il pianeta sta affrontando oggi una grave emergenza alimentare.

Nel 2020 le conseguenze socioeconomiche della pandemia hanno aumentato di 132 milioni il numero di persone malnutrite a livello globale. Inoltre, al culmine della chiusura delle scuole a causa del lockdown, milioni di bambini hanno perso la possibilità di usufruire dei pasti scolastici, fondamentali per molti di loro.

La crisi climatica contribuisce certamente a questo problema: 1,2 miliardi di bambine e bambini vivono in aree ad alto rischio di subire una catastrofe climatica. In particolare, mezzo miliardo di bambini vive in zone soggette a inondazioni e 920 milioni sono esposti alla mancanza d’acqua e alla siccità. Negli ulimi 30 anni, purtroppo, il numero di disastri legati al clima è triplicato.

Molti degli eventi climatici estremi hanno decimato l’agricoltura e i pascoli, provocando sfollamenti e spingendo milioni di persone alla fame acuta. Facciamo però un distinguo: fame e malnutrizione non sono la stessa cosa. La fame è una condizione di malessere, debolezza o sofferenza, è la risposta del corpo alla mancanza di cibo. La sensazione della fame può essere alleviata se si ha accesso a quantità di cibo adeguate. Ma fronteggiare la malnutrizione richiede una risposta più complessa. Significa assicurare l’accesso a giuste quantità di cibo, che il nutrimento sia allo stesso tempo di buona qualità, e che si abbia una dieta bilanciata, ricca di vitamine essenziali e minerali.

Questo significa anche proteggere adulti e specialmente bambini da malattie come la diarrea, che può arrestare l’assimilazione di nutrienti da parte dell’organismo. Mentre il mondo ha cercato di sconfiggere la fame per anni, la lotta contro la malnutrizione è relativamente recente. Una nutrizione adeguata potrebbe salvare probabilmente 52 milioni di bambini dalla morte a causa della malnutrizione.

Mangiare in modo sano ed equilibrato previene la malnutrizione acuta (wasting), che si manifesta quando il peso scende ad un livello pericolosamente basso che lo mette a rischio di morte. Purtroppo, la malnutrizione acuta è una realtà per circa 52 milioni di bambini nel mondo sotto i 5 anni, vale a dire 1 bambino ogni 12, e quindi combatterla deve diventare una priorità.

Ogni 30 secondi, nel mondo, un bambino muore di malnutrizione acuta.
 Abbiamo fatto enormi progressi nella riduzione della mortalità infantile: ogni giorno muoiono 17.000 bambini in meno rispetto al 1990. Ma 1 morto ogni 30 secondi per malnutrizione è troppo: occorre agire subito perchè la vita umana è sacra e va difesa con ogni mezzo possibile.

Vorrei ricordare una frase di San Josemaría Escrivá de Balaguer: “Fede, allegria, ottimismo. Però non la stoltezza di chiudere gli occhi di fronte alla realtà”.

*Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia

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