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Disabilità invisibili, la proposta

disabilità girasoli

Le disabilità invisibili sono una realtà spesso sottovalutata nel mondo moderno. Secondo dati statistici recenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a livello globale 1 persona su 7 vive con una disabilità e di queste l’80% è invisibile. Si tratta di più di un miliardo di persone che vivono con una disabilità non visibile, ma i dati potrebbero essere sottostimati.

Queste disabilità possono essere temporanee, situazionali o permanenti, possono essere neurologiche, cognitive nonché fisiche, visive, uditive e così via. È quindi fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di riconoscerle e supportare coloro che ne soffrono per evitare ritardi nella diagnosi e nel trattamento, con conseguenze negative sulla qualità della vita dell’individuo affetto.

Una politica efficace di sensibilizzazione sulle disabilità invisibili potrebbe contribuire a ridurre lo stigma e la discriminazione nei confronti di chi ne è affetto, promuovendo una maggiore comprensione e solidarietà. Inoltre, sensibilizzare sull’importanza di riconoscere queste disabilità può aiutare a migliorare l’accesso ai servizi e alle risorse necessarie per garantire una vita piena e dignitosa a coloro che ne hanno bisogno.

Nel mondo sono già presenti diversi progetti per rendere visibile quello che oggi non lo è. Nel Regno Unito, per esempio, dal 2016 è attivo il progetto The Hidden Disabilities Sunflower, uno strumento semplice che consente di condividere all’esterno volontariamente una disabilità o una condizione che potrebbe non essere immediatamente evidente e che aiuterebbe chi può aver bisogno di una mano, magari quando si è in emergenza.

Si tratta semplicemente di un cordoncino verde con disegnati sopra dei girasoli che si mette al collo come un porta badge classico. In Italia non è ancora molto conosciuto e viene ancora utilizzato poco, ma diverse associazioni si stanno muovendo perché trovi una diffusione più ampia. Infatti, se si arrivasse a renderlo conosciuto su larga scala potrebbe essere impiegato in vari settori, viaggi per esempio, evitando criticità e promuovendo una cultura positiva sulla disabilità.

Per questo motivo, come già avviene in altre parti del mondo in ottobre, sono forse maturi i tempi per istituire anche in Italia una settimana di sensibilizzazione sul tema delle disabilità invisibili. Durante questa settimana, si potrebbero organizzare eventi educativi, conferenze, incontri con esperti e testimonianze di persone che vivono con queste disabilità, ma anche promuovere campagne di sensibilizzazione che vedrebbero insieme associazioni, istituzioni, mondo imprenditoriale per contribuire a dare risposte e soluzioni ad una larga fetta di popolazione ancora invisibile.

*Pier Raffaele Spena, presidente FAIS odv

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