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Diabete, il prezzo della disinformazione

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La disinformazione ha un prezzo. Nel diabete questo prezzo è alto, per il paziente, e per il Sistema sanitario nazionale. Circa 10 mld di euro è l’esborso annuo da parte dello Stato italiano per la gestione dei pazienti che soffrono di diabete. E questo solo per le cosiddette ‘spese dirette’: dai farmaci antidiabetici (6,2%), a quelli per le complicanze (23,3%). Ma soprattutto per i ricoveri: infatti, circa 1 persona con diabete su 6 ogni anno viene ricoverata in regime ordinario (89%) o di Day Hospital e, spesso, più di una volta. Pesano in larga parte le complicanze che si manifestano con la patologia, dai problemi vascolari a quelli renali. A migliorare lo scenario potrebbero essere dei corretti stili di vita, ma la disinformazione allarga il raggio d’azione di questa epidemia. Circa il 60% delle notizie che circolano in rete, infatti, non ha fondamento scientifico.

 

I ricoveri e i costi

I ricoveri non si verificano solo tra i diabetici anziani ma anche tra quelli più giovani. Ed è indubbio che le persone con diabete sono ricoverate molto più spesso di quelle senza diabete (92% in più). Tra le prime 20 diagnosi associate ai ricoveri ordinari ben 8 sono rappresentate da malattie cardiovascolari e tra queste al primo posto c’è lo scompenso cardiaco che rappresenta circa il 6% delle diagnosi principali. Nel loro complesso le malattie cardiovascolari assommano a circa il 20% delle cause di ricovero. L’elevato tasso di ricovero tra i diabetici fa supporre che le patologie sottese potrebbero essere più appropriatamente annoverate fra le complicanze del diabete e non fra le comorbidità.

 

Il costo di gestione di un paziente per il Ssn aumenta esponenzialmente in funzione del numero di complicanze che si sviluppano: in media il costo diretto di un paziente diabetico ammonta a 3.000 euro all’anno, ma con una sola complicanza il carico assistenziale sale di 4 volte, mentre in presenza di 3 complicanze aumenta addirittura sino a 9 volte.

 

Gli stili di vita

A giocare un ruolo chiave gli stili di vita: per la forte associazione tra diabete e obesità si parla, infatti, anche di lotta alla ‘diabesità’. A parità di genere e di fascia di età tra le persone con diabete si riscontrano prevalenze di obesità più elevate. Tra i 45 e i 64 anni la percentuale di persone obese tra i diabetici maschi è pari al 28,9% contro il 13 per cento di obesi non diabetici. Per le donne le differenze sono ancora maggiori: 32,8% vs 9,5%. Dopo i 65 anni, la percentuale di maschi obesi con diabete è del 22,3% (contro il 12,9% dei non diabetici) e del 24,7% tra le donne (contro il 13% delle non diabetiche).

 

Le fake news

A partire dalla’ carbonara che risolve le ipoglicemie’, fino ad arrivare alla ‘dieta del gruppo sanguigno’, le bufale che girano sul web occupano un’ampia fetta della copertura mediatica. Per la precisione, il 60% delle notizie che circolano in Rete non ha fondamento scientifico. Proprio per fare corretta informazione e arginare le complicanze, è stata lanciata la Campagna informativa promossa da Msd Italia ‘#spingersioltre’ rivolta a pazienti e caregivers, che parla a chi già si confronta con il diabete di tipo 2 ma anche a chi vuole prevenirlo. La Campagna è on line sui principali social di MSD Salute: Facebook, Instagram e Twitter.

 

“Alcune conseguenze (della disinformazione) le vedremo sul lungo termine”, afferma Enzo Bonora, professore ordinario di endocrinologia dell’Università di Verona. “In questo momento storico la corretta informazione che arriva direttamente ai pazienti è uno strumento formidabile che va utilizzato nella maniera appropriata”, conclude.

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