Anziani, il caso degli operatori delle strutture senza vaccini

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Sono state duramente colpite nella prima ondata della pandemia Covid-19, e hanno contato numerose vittime fra gli anziani ospiti. Ecco perché lascia francamente sgomenti la scoperta della presenza di operatori non vaccinati nelle strutture per anziani. Centri che accolgono i soggetti più fragili e vulnerabili in caso di contagio da Covid-19. Anziani che per lunghi mesi sono stati isolati persino dai familiari, nello sforzo di proteggerli dal virus pandemico. Ora scopriamo che il pericolo, talvolta, è più vicino di quanto non si pensi.

Nel corso delle Festività appena trascorse, i Carabinieri dei Nas hanno intensificato le verifiche presso residenze assistenziali assistite (Rsa) e case di riposo. Nel corso dei controlli, che hanno  interessato da Nord a Sud l’intero territorio nazionale, sono state ispezionate 536 attività socio-sanitarie e assistenziali, con particolare attenzione nei giorni festivi di Natale, Capodanno ed Epifania, anche in periodi serali e notturni “durante i quali si possono riscontrare riduzioni del numero di operatori dovute alla fruizione di ferie e riposi lavorativi”, sottolineano i Carabinieri.

Nel corso delle verifiche sono state individuate 107 strutture irregolari, tra Rsa, case di riposo, comunità alloggio e case famiglia, pari al 20%, sanzionando 52 persone per violazioni penali e 87 per illeciti amministrativi, per complessivi 80 mila euro, riconducibili a carenze igieniche e strutturali, presenza di un numero superiore di anziani rispetto alla capienza autorizzata, inosservanza delle misure anti-Covid, presenza di personale non qualificato e privo della prevista vaccinazione.

Proprio in relazione alla tutela degli ospiti dal possibile contagio, i Nas hanno contestato 42 violazioni dovute al mancato possesso del green pass e della vaccinazione da parte dei dipendenti delle strutture ricettive, sia personale medico che infermieristico e assistenziale, alle quali si aggiungono ulteriori 16 sanzioni per mancato uso di dispositivi medici protettivi, assenza di cartellonistica informativa e omessa valutazione del rischio epidemiologico da Covid-19. Una trascuratezza che allarma, dal momento che in passato queste strutture – proprio a causa della fragilità degli ospiti – sono state teatro di pericolosi focolai.

In seguito ai controlli è stata disposta la chiusura di 3 strutture ricettive, risultate abusive o deficitarie in materia sanitaria e assistenziale, determinando l’immediato trasferimento degli anziani presenti presso le famiglie di origine o altre strutture.

Se la presenza dei controlli dei Nas tranquillizza, non può non allarmare la trascuratezza rilevata dai militari in queste strutture, anche – e non solo – in relazione alla pandemia. E’ come se non si volesse mai imparare dal passato, e sembra incredibile che a rifiutare i vaccini siano proprio gli operatori ai quali è affidato il benessere dei nostri anziani. Eppure la lezione di Covid-19 è stata dura, e ha segnato di lutti tantissime famiglie italiane. Cosa deve accadere perché la storia diventi, davvero, maestra di vita?

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