Covid, un Paese ostaggio del 10% dei non vaccinati?

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Una minoranza di italiani ha detto no ai vaccini anti-Covid. Ma è proprio questa minoranza a riempire in queste ore gli ospedali del nostro Paese. Ed è proprio per ridurre l’impatto di questa fascia di popolazione sul sistema sanitario che il Governo ha varato l’obbligo vaccinale per gli over 50.

A sottolinearlo il premier Mario Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza, in conferenza stampa a palazzo Chigi, per fare il punto sull’ultimo decreto Covid e sulla riapertura (con polemiche) della scuola.

Insomma, l’Italia appare un Paese alle prese con la quarta ondata pandemia, con la variante Omicron ma anche in ostaggio dei non vaccinati. In questo quadro l’ultimo decreto del Governo “fa fare un passo avanti importante al nostro Paese”, come ha sottolineato Roberto Speranza, illustrando i numeri della campagna vaccinale. Ma vediamoli, i numeri citati dal ministro: “Alle sei di stamani eravamo all’89,41% di persone sopra i 12 che aveva avuto la prima dose di vaccini. Dunque solo poco più del 10% della popolazione italiana con più di 12 anni resta senza vaccini. Eppure questo 10% occupa due terzi dei posti letto in terapia intensiva e il 50% dei posti letto in area medica“.

Dirottare, ancora una volta, letti e personale sui pazienti Covid-19 vuol dire ridurre gli interventi chirurgici per tutte le problematiche non Covid, che già scontano pesanti ritardi a causa dei rinvii legati alle precedenti ondate della pandemia.

Per questo adesso “la priorità è provare a ridurre ancora l’area dei non vaccinati. E questo per ridurre la pressione sui nostri ospedali, salvare vite umane e, così facendo, favorire la ripartenza del nostro Paese anche sul piano economico e sociale”, come ha spiegato Speranza, citando un grafico dell’Istituto superiore di sanità.

Nel caso dei non vaccinati, infatti, abbiamo 23,2 persone su 100mila abitanti che vanno in terapia intensiva, un dato che scende a 1,5 per 100.000 per i vaccinati con due dosi, a 1 per 100.000 per chi è stato vaccinato entro 4 mesi e a 0,9 per 100.000 col booster. “Questo grafico spiega il senso del decreto che abbiamo approvato”, ha detto il ministro.

Se, dunque, come ha assicurato il premier Mario Draghi, il 2022 è un anno a cui guardare con fiducia, è anche vero che l’Italia è un Paese diviso dai vaccini. E che, secondo lo stesso premier, “dai non vaccinati arriva gran parte dei problemi che affrontiamo oggi”.

Così non stupisce il nuovo appello a vaccinarsi, che arriva dal presidente del Consiglio. Insieme alla precisazione che l’obbligo vaccinale per gli over 50 è stato preso “sulla base dei dati, che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre i maggiori rischi. Le terapie intensive – ha ricordato anche il premier – sono occupate per 2/3 da non vaccinati”.

Ora l’obiettivo è spingere alla vaccinazione chi ha detto no per mesi. Basterà l’obbligo per gli over 50? E anche vero che fino ad ora “abbiamo affrontato tante sfide difficili, superate grazie all’impegno dei cittadini”. Dunque ci sono le basi, ha assicurato Draghi, per vincere anche quelle future. Un pizzico di ottimismo all’inizio di un nuovo anno non guasta.

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