Il tavolo di Putin e Macron e i segreti del Dna

Putin tavolo
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Dopo il ‘Sofa gate’ turco, è la volta del ‘tavolo gate’ russo. Le immagini del tavolo bianco (made in Italy, come si è poi scoperto) lungo quattro metri che separava Emmanuel Macron e Vladimir Putin nell’ultimo faccia a faccia a Mosca sulla crisi ucraina, hanno incuriosito stampa e social.

Ma perché tutto quel distanziamento, in una stanza ampia e – si spera – ventilata? Come hanno permesso di ricostruire i portavoce dei due leader, alla base della scelta c’è stato il no del presidente francese a sottoporsi a un tampone anti-Covid prima di incontrare il collega russo.

Come si legge sulla stampa internazionale, il Cremlino ha confermato che il capo dell’Eliseo non ha voluto sottoporsi al test, che prevede la raccolta e l’analisi di materiale genetico per rilevare l’eventuale presenza del virus. Se il portavoce russo, Dmitri Peskov, ha riferito ai giornalisti di comprendere la posizione del leader di Parigi, Reuters ha citato fonti dell’entourage di Macron, secondo cui al presidente francese sono state date due opzioni: accettare il molecolare fatto dalle autorità russe, oppure rispettare un severo distanziamento sociale.

Di qui il super tavolo. Ma quali sono i dati genetici che potrebbero essere prelevati con un tampone anti-Covid? Fortune Italia lo ha chiesto a Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata.

“Il tampone contiene materiale biologico e informazioni genetiche della persona sottoposta all’esame. Ma bisogna anche dire che, per ogni analisi genetica, ci sono delle stringenti regole etiche internazionali per ogni tipologia di analisi, che prevedono la distruzione del campione o la sua anonimizzazione. Teoricamente esiste la possibilità di eseguire un’analisi del Dna di una persona a partire dal materiale prelevato per un tampone anti-Covid”.

Ma cosa si potrebbe fare con questo materiale? “Dal sequenziamento del Dna completo del soggetto, si possono  identificare fattori di rischio per determinate patologie. Ma voglio ricordare che la lettura del Dna va sempre interpretata, e per farlo occorrono molti altri dati relativi ai familiari, allo stile di vita, alla presenza di altre patologie, eccetera. L’interpretazione dei dati contenuti nel Dna non è facile – sottolinea Novelli – E deve prevedere sempre una consulenza genetica pre e post-test”.

Intanto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che incontrerà il presidente russo Vladimir Putin per discutere della crisi in Ucraina, secondo quanto è trapelato  dalla
delegazione tedesca non si sottoporrà al test molecolare anti-Covid russo. Il cancelliere effettuerà invece il test con un medico dell’ambasciata tedesca. I sanitari russi sono stati invitati a essere presenti durante l’esame.

“Ma ci sono persone che il proprio Dna lo hanno reso pubblico: penso al grande Jim Watson“, il premio Nobel che rivelò, insieme a Francis Crick, la struttura a doppia elica del Dna. “Watson sequenziò e pubblicò il suo Dna su una rivista. E nel ’92 – racconta Novelli – in un convegno a San Diego, a una giornalista che gli chiedeva se dopo averlo fatto dormisse la notte, rispose che non perdeva un’ora di sonno. Anzi, proprio l’analisi gli aveva rivelato che avrebbe dovuto ridurre il dosaggio di un anti-ipertensivo che assumeva e che gli creava dei gran mal di testa”. Un aggiustamento della terapia reso possibile proprio dall’analisi delle caratteristiche del Dna dello scienziato.

“Bisogna dire anche che il Dna si può prelevare da un francobollo leccato prima di essere incollato su una busta, o da una tazzina di caffè”, ricorda infine il genetista, citando con un sorriso i film di James Bond.

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