Tumori e valore delle cure, il ruolo chiave delle associazioni pazienti/VIDEO

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Oncologi e associazioni dei pazienti sottolineano l’esigenza di realizzare in Italia un ecosistema più favorevole all’innovazione farmaceutica in oncologia e più capace di garantire attenzione in tempo reale ai bisogni dei pazienti. Un approccio multilivello, che riguarda l’intero ciclo di vita dei farmaci e delle tecnologie mediche, che garantisca accessibilità rapida e uniforme all’innovazione in oncologia. Ne parliamo con Carmine Pinto, direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’Irccs Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e presidente della Federation of Italian Cooperative Oncology Groups.

Ascoltare le associazioni è molto importante perché possono contribuire a indicare quali sono i bisogni dei pazienti, in termini di facilità di somministrazione ad esempio, di compliance dei trattamenti, di test di accesso ai farmaci – afferma a Fortune Italia Pinto – Altro punto che mio avviso andrebbe maggiormente sviluppato sono i sintomi, o meglio i dati legati alla qualità di vita che vengono rilevati direttamente dal paziente. Anche questo è un elemento importante nella valutazione di un farmaco innovativo. Diamo quantità alla vita, ma soprattutto qualità alla vita”.

“Il farmaco innovativo – prosegue Pinto – è sicuramente importante perché permette di migliorare l’assistenza del paziente sia nella fase della malattia iniziale sia avanzata, in cui possiamo migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita. Occorrerà avere criteri valutativi un po’ diversi rispetto a quelli che abbiamo avuto fino a oggi, che si basavano essenzialmente sulla validazione del singolo farmaco e del dato economico chiaramente, che portava alla indicazione di rimborsabilità”.

“Oggi dovremmo sempre più ragionare non più per singolo farmaco, ma per quello che è il costo di una patologia. Bisogna considerare quanto un farmaco riduca accessi in ospedale e pronto soccorso, quanto riduca l’impatto psicosociale, quanto possono contribuire alla gestione globale migliore del paziente. Non dobbiamo più ragionare per farmaco e costo del farmaco, ma sul costo della patologia e su quanto i farmaci possono influire sul costo globale di gestione e di assistenza per quella patologia neoplastica”, conclude l’esperto.

 

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