Cambiamenti climatici, disastri idrogeologici, guerre, crisi economiche e minacce nucleari. Non sorprendono i dati Censis, secondo cui nel 2022 più del 70% degli adolescenti italiani pensa con incertezza e timore al proprio futuro. Ma non è tutto perduto. E uno strumento utile ad accrescere consapevolezza e generare fiducia può arrivare dalla scienza: dai progressi nella salute e dal valore della ricerca. Che insieme possono incidere sulla capacità di proiettarsi in modo costruttivo nell’età adulta.
Per dirlo con uno slogan: più scienza, più futuro. Lo scopo della terza edizione di Fattore J è questo: puntare ad avvicinare i giovani al mondo della ricerca scientifica, così da costruire insieme un domani ‘prosperoso’.
Il progetto, che ad oggi ha raggiunto oltre 200mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado e che ha realizzato il primo ‘Manifesto della Salute’ con giovani di oltre 16 Regioni italiane e il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità, è stato promosso da Fondazione Mondo Digitale e Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson. Ed è stato presentato all’Accademia dei Lincei a Roma.
Ad aprire l’evento: il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, che ha commentato: “La fiducia nel domani e nella scienza è la base per costruire una società più consapevole e pronta a reagire alle sfide che si proporranno”.
Fattore J si articola in momenti di formazione in presenza e a distanza, contest creativi, incontri con le associazioni di pazienti e laboratori pratici.
“Il nostro obiettivo accanto a Janssen Italia è quello di riportare nell’immaginario collettivo il potere progettuale della ricerca”, ha affermato Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale. “Siamo convinti che, nonostante le sfide sempre più multiformi di una realtà in rapida evoluzione e cambiamento, i nostri ragazzi debbano tornare a sognare e a progettare giorno dopo giorno, con piccoli tasselli, il grande puzzle del loro futuro. E che la ricerca scientifica, con il suo bagaglio di scoperte, progresso e conoscenza, possa essere parte fondante di questo ritrovato coraggio.”
“Con Fattore J abbiamo costruito un grande network fatto di associazioni pazienti, società scientifiche e istituzioni che credono come noi nell’importanza di diffondere la fiducia nella scienza e vogliamo aiutare i giovani a comprenderne il valore e ad averne fiducia ” ha dichiarato a sua volta Mario Sturion, amministratore delegato di Janssen Italia. “La scienza basata sull’evidenza è nel nostro Dna: vogliamo portare il prima possibile ai pazienti le cure che stanno aspettando. Crediamo che tra i giovani di oggi ci siano i ricercatori che tra dieci, venti anni riusciranno a contribuire al progresso scientifico con soluzioni terapeutiche per molte malattie oggi purtroppo ancora senza risposta”, ha detto.
Attraverso le parole “Più fiducia, più salute, più futuro” il progetto prosegue il percorso con l’obiettivo di trasformare in speranza, fiducia e impegno quell’inquietudine che per il 71% degli adolescenti è il sentimento che accompagna più di frequente la proiezione nell’età adulta.
Secondo il 76,8% dei dirigenti scolastici, mancano prospettive chiare sui progetti di vita dei ragazzi. E sempre di più si diffonde la sindrome del ritiro o del ‘biancore’, nella definizione del sociologo francese David Le Breton. Ovvero: quel torpore che avvolge l’individuo quando non riesce più a reggere le pressioni del proprio personaggio e le costrizioni della propria identità.
Facendo leva sul desiderio di scuola dei ragazzi – quasi il 90% degli studenti ha partecipato con gioia alle attività scolastiche in presenza dopo il lockdown – il progetto Fattore J si prepone l’obiettivo di colorare questo biancore. Con la certezza che i progressi della scienza della salute e le storie di cura, possono diventare potenti “abilitatori di fiducia nel futuro”.
