Fumo, verso nuove regole per sigarette ed e-cig

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I meno giovani ricordano ancora la nebbiolina nei locali, l’odore di fumo che restava su abiti e capelli dopo una serata al pub o al cinema e le discussioni fra colleghi pro e contro le sigarette. Venti anni fa la Legge Sirchia ha cambiato tutto: dall’oggi al domani in Italia non era più possibile fumare nei luoghi chiusi aperti al pubblico (sembrava un ossimoro anche allora). E la consapevolezza dei danni per la salute è cresciuta.

Adesso però, mentre i dati mostrano una preoccupante crescita dei fumatori negli anni di Covid-19, si annunciano nuove regole. E forse non è un caso che l’annunciata stretta sul fumo arrivi da un altro ministro della Salute medico: Orazio Schillaci. 

“Intendo proporre l’aggiornamento e l’ampliamento della legge 3/2003 per estendere il divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza, eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi, estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato, estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina”, ha detto Schillaci, parlando alla Commissione Affari sociali della Camera.

La soddisfazione di Sirchia

C’è da scommettere che non mancheranno le resistenze. Fu così venti anni fa, come ricorda a Fortune Italia Girolamo Sirchia. Classe 1933, medico e ministro della Salute dal 2001 al 2005, Sirchia si battè con forza per il suo provvedimento e incassò diversi insuccessi prima di portare a casa il risultato. Oggi l’ex ministro accoglie con soddisfazione l’annuncio di Schillaci.

“Sono molto felice che venga riportata l’attenzione su questi problemi, perchè negli ultimi anni non se ne è proprio parlato. Il recepimento della direttiva europea in materia, a opera della Lorenzin, già consente di intervenire, dunque la strada è facilitata. Ma è facile prevedere – aggiunge – che ci saranno resistenze e opposizioni. Mi auguro che il ministro Schillaci possa andare avanti e, anzi, lo spero, considerati gli ultimi dati”.

I numeri del fumo

La legge Sirchia è riuscita ridurre significativamente il numero di fumatori in Italia. Ma poi la pandemia ha cambiato le cose: se tra il 2003 e il 2020 la quota di fumatori nella popolazione con più di 15 anni era scesa dal 33% al 22%, tra il 2020 e il 2022 il dato è tornato a salire a quota 24,2%. In termini assoluti, 800mila fumatori in più rispetto agli 11,6 milioni di due anni fa.

“Questo – dice Sirchia – è il risultato dell’inerzia di questi anni. C’è poi la questione del tabacco riscaldato, percepito come innocuo e ideale per smettere di fumare, senza che questo sia dimostrato. Risultato? I giovani hanno aumentato il consumo di queste sostanze. Ecco, sono felice che si parli di questi temi: quando si tratta di una sostanza che accorcia la vita dei fumatori rispetto ai non fumatori di 10 anni, non posso che rallegrarmi che ci sia di nuovo attenzione. Auguro al ministro Schillaci di avere successo”.

Una generazione libera dal tabacco

Sulla stessa linea anche Italo Farnetani, ordinario di Pediatria dell’Università Ludes – United Campus of Malta. “Il fumo – dice il pediatra – va combattuto a tutti i livelli in tutte le occasioni, perciò va benissimo vietarlo in presenza di bambini e donne in gravidanza. Infatti anche se siamo all’aperto c’è sempre una inalazione passiva di fumo, basti pensare a chi fuma fuori della porta di un locale pubblico, un ristorante oppure bar.
Ricordo inoltre che il fumo è nella maggior parte dei casi una ‘stampella psicologica’ per vincere imbarazzo, noia timidezza, depressione, ansia”.

L’obiettivo di Schillaci è ambizioso: “Creare una ‘generazione libera dal tabacco’, nella quale meno del 5% della popolazione consumi tabacco entro il 2040″. Visti i numeri, c’è davvero molto da fare.

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