Tumore a rene e fegato, giovane ucraino operato al Pascale

tumori Pascale
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In Ucraina, dove si era ammalato durante la seconda ondata di Covid-19, lo avevano portato in sala operatoria senza riuscire a effettuare l’intervento, a causa di una forte emorragia. A ridare speranza a un ventunenne sono stati ora i medici dell’Istituto dei tumori Pascale di Napoli, che lo hanno operato dopo due anni di cure.

E’ una bella storia di eccellenza oncologica quella che ci arriva oggi da Napoli. Protagonista Illia, 21 anni. Nel suo Paese gli avevano diagnosticato un tumore il 20 gennaio del 2021. All’epoca la guerra era ancora lontana, ma c’era la seconda ondata di Covid-19. Illia si sveglia con un dolore fortissimo al fianco, pensa a una colica, ma all’ospedale vicino casa gli diagnosticano un tumore avanzato al surrene destro.

L’intervento fallito e il viaggio in Italia

Il ragazzo viene portato subito in sala operatoria, ma dopo diverse ore i chirurghi ucraini si arrendono, fermando l’intervento a causa di una forte emorragia. Il ragazzo viene dimesso, c’è poco da fare, gli dicono: il tumore è troppo esteso. La mamma di Illia lavora a Napoli, e si attiva affinché il figlio la raggiunga.

L’arrivo al Pascale

E’ marzo quando Illia arriva al Pascale, nell’ambulatorio di tumori neuroendocrini il suo caso finisce nelle mani degli oncologi Salvatore Tafuto e Alessandra Bacigliano. Il tumore, spiegano i medici, è troppo esteso per prevedere un secondo intervento. Dopo la Pet e la scintigrafia, l’equipe decide di sottoporre il giovane paziente a terapia radiometabolica.

Un approccio che comincia a dare i primi risultati soltanto a luglio 2021 ,quando il direttore della Medicina Nucleare, Dino Lastoria, effettua la seconda Pet. Nel referto si nota una iniziale riduzione della massa tumorale e, soprattutto, la scomparsa del dolore che da quel 21 gennaio non lo aveva mai lasciato. Il tumore, tuttavia, non è ancora operabile, dicono gli oncologi del Pascale, anche se il giovane risponde sempre meglio alle cure.

La nuova terapia

I sanitari decidono così di avviare Illia a una terapia a 28 giorni, con visita di controllo ogni 3 mesi, con analoghi della somatostatina. Vista la stabilità della malattia dopo questa terapia, il suo caso viene ridiscusso dal tumor board per una possibile rivalutazione chirurgica.

Visionate le immagini della tac e della risonanza magnetica, l’equipe della Chirurgia Epatobiliare diretta da Francesco Izzo, decide che vi siano i presupposti per un secondo intervento chirurgico.

Pascale
Fonte Istituto Pascale Napoli

L’intervento al Pascale

Dopo due anni esatti, a metà di questo mese Francesco Izzo porta Illia in sala operatoria a Napoli. L’intervento dura 8 ore e mezza: al giovane viene asportato il surrene e il rene destro, il settimo segmento epatico e un lembo di vena cava che poi viene ricostruita.

Dopo 48 ore di terapia intensiva il giovane viene trasferito in reparto “in ottime condizioni”, rassicurano i sanitari. Da alcuni giorni è a casa. Dovrà continuare le cure, ma l’intervento, dicono i medici del Pascale, è perfettamente riuscito. Se entro due anni non ci saranno recidive, Illia potrà avere una vita normale.

“Questo brillante risultato è stato possibile – chiosa il direttore sanitario del Pascale, Maurizio Di Mauro – grazie alla collaborazione e dedizione di tutti i gruppi coinvolti, un vero approccio multidisciplinare, oggi indispensabile per la presa in carico dei pazienti oncologici”.

Il viaggio in Italia ha potuto restituire la speranza a un giovane uomo che, a casa, non la aveva. Ancora una volta possiamo toccare con mano l’eccellenza della sanità italiana, messa a dura prova da aggressioni, violenze e carenze di specialisti, ma capace (ancora) di riposte di questo tipo.

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