Covid in Italia: numeri da endemia, ma non per l’Oms

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Crollo a doppia cifra dei contagi da Covid-19 in Italia: -26,5%. Sempre meno connazionali ricorrono ai tamponi dal medico, nei laboratori analisi o in farmacia (-11,4), ma che il virus abbia cambiato volto è dimostrato anche dai numeri dei ricoveri e dei morti, che registrano un -30,3% negli ultimi 7 giorni.

La ‘fotografia’ che arriva dal monitoraggio di Fondazione Gimbe è quella di una diffusione ormai endemica del virus Sars-Cov-2, ‘surclassato’ quanto a numeri dall’influenza stagionale (in ritirata). E questo anche se, proprio in queste ore, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha precisato che la pandemia di Covid-19 “continua a costituire un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale“.

Il Dg “riconosce l’opinione del Comitato” di esperti, secondo cui “la pandemia è probabilmente in una fase di transizione – spiega l’Agenzia di Ginevra – e apprezza il consiglio di affrontare con attenzione questa transizione e mitigare le potenziali conseguenze negative”. Ma insomma, secondo il numero uno dell’Oms è ancora presto per ‘declassare’ la pandemia.

Poco più di 38mila casi a settimana

Nella settimana 20-26 gennaio i nuovi casi Covid sono stati 38.159 (contro 51.888) e i decessi 345 (contro 495). In calo anche i casi attualmente positivi (251.970 contro 300.050), le persone in isolamento domiciliare (247.684 contro 294.820), i ricoveri con sintomi (4.081 contro 5.003) e le terapie intensive (205 rispetto a 227.

Rispetto alla settimana precedente, precisano da Gimbe, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 345 (-30,3%), di cui 28 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -22 (-9,7%)
Ricoverati con sintomi: -922 (-18,4%)
Isolamento domiciliare: -47.136 (-16%)
Nuovi casi: 38.159 (-26,5%)
Casi attualmente positivi: -48.080 (-16%)

Per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, si tratta di un calo importante dei contagi: “Dai quasi 52 mila della settimana precedente, scendono a quota 38 mila, con una media mobile a 7 giorni sopra i 5 mila casi al giorno”.

L’eccezione Abruzzo

I nuovi casi diminuiscono in tutte le Regioni ad eccezione dell’Abruzzo (+4,4%), regione che fa i conti anche con un’importante epidemia influenzale, come emerso dall’ultimo report Influnet.

A livello nazionale, passiamo dal -9,4% della Provincia Autonoma di Bolzano al -46,9% del Molise. In 7 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +1,4% di Piacenza al +71,4% di Chieti, mentre nelle restanti 100 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -2,8% di Lodi al -63,6% di Campobasso). In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti.

Ospedali che si svuotano

Ngli ospedali, come segnala Marco Mosti, direttore Operativo Gimbe, “continua a scendere il numero dei ricoveri Covid, sia in area medica (-18,4%) che in terapia intensiva (-9,7%)”. In termini assoluti, i posti letto occupati in area critica, sono scesi a 205 il 26 gennaio; mentre in area medica risultano 4.081.

Dunque al 26 gennaio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 6,4% in area medica (dal 2,6% del Piemonte al 19,8% dell’Umbria) e del 2,1% in area critica (dallo 0% di Basilicata e Provincia Autonoma di Bolzano al 5,9% della Valle D’Aosta). Con un trend che appare in ulteriore discesa. “E’ in calo il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 18 ingressi/die rispetto ai 22 della settimana precedente”.

Pochi scelgono di vaccinarsi

Così non stupisce troppo il calo dei nuovi vaccinati: 679 rispetto ai 776 della settimana precedente (-12,5%). In particolare il dato scende tra gli over 50, più a rischio di malattia grave: il numero si attesta a quota 196 (-33,8% rispetto alla settimana precedente

Al 27 gennaio (aggiornamento ore 06.19) sono 6,78 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui:
6,31 milioni attualmente vaccinabili, pari al 10,9% della platea (dal 7,7% della Provincia Autonoma di Trento al 14,3% della Valle D’Aosta).

Il virus ha cambiato volto, dicevamo, ma può ancora rivelarsi particolarmente pesante per anziani e fragili. Ecco perché gli esperti non mancano di ricordare a questa platea di ricorrere al richiamo. In attesa di fare un bilancio dell’impatto dell’ondata in Cina.

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