Sanità: è una priorità per gli italiani, ecco dove investire | VIDEO

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L’importante è la salute. Il vecchio adagio sembra ancor più veritiero dopo anni di pandemia e con una popolazione che invecchia, tanto che rispetto al 2021 gli italiani hanno rivisto le loro priorità. Oggi non hanno dubbi: è la sanità l’area su cui il governo dovrebbe investire più urgentemente per un connazionale su due. Anche perché le criticità del Servizio pubblico, provato da anni di pandemia, sono sotto gli occhi di tutti. E a pagarne le spese sono medici, infermieri, ma soprattutto i cittadini.

Così non stupisce troppo come la sanità sia al top nella scala delle priorità, seguita da  lavorocosti dell’energia. E’ interessante e articolato il quadro che emerge dal sondaggio realizzato da Ipsos su un campione di mille italiani adulti e presentato oggi a Roma all’evento ‘Investing for Life: la salute conta’, promosso da Msd. “In un clima di grande preoccupazione per i temi economici – ha detto a margine dell’evento Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos – da questa ricerca emerge l’elevata importanza che i cittadini danno a sanità e salute, ritenuti prioritari dal 55% degli italiani”.

Le nuove priorità

Carenza dei medici, liste d’attesa per recuperare visite ed esami e crisi dei pronto soccorso hanno cambiato anche le priorità su cui gli italiani ritengono che il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe concentrarsi: se nel 2021 uno dei settori chiave era l’assistenza domiciliare, oggi è di maggior rilievo quella ospedaliera. Restano invece in cima alla classifica prevenzione e Pronto soccorso. “Ma bisogna dire – ha precisato Pagnoncelli – che 2 italiani su 3 promuovono il Ssn”, anche se il dato è n calo rispetto allo scorso anno.

In tema di diritto alla salute, per quasi un italiano su tre (29%) l’articolo 32 della Costituzione non viene rispettato. Le principali criticità nella sanità pubblica sono i tempi di attesa per accedere agli esami diagnostici necessari, per ricevere una prima visita e una visita di follow-up. In aumento anche le difficoltà ad accedere ai farmaci innovativi.

Non ci sono particolari variazioni per quanto riguarda gli screening, ritenuti prioritari dagli italiani: l’area dell’oncologia rimane la più urgente, soprattutto al Nord Ovest e tra le donne.

Sanità pubblica ‘Cenerentola’

Circa 2 italiani su 5 ritengono poi che l’Italia spenda in sanità pubblica meno rispetto al resto d’Europa, nonostante per il 76% essa debba essere una priorità strategica per il Paese, soprattutto per le donne e per gli over 35. Solo il 16% della popolazione riconosce una valutazione molto positiva al Servizio sanitario nazionale, e solo il 24% al sistema sanitario della regione di appartenenza. Dati in calo rispetto al 2021.

Metà della popolazione, soprattutto al Nord, concorda sulla necessità di potenziare il sistema sanitario pubblico e il 29% si aspetta che il nuovo Governo intervenga proprio a favore della sanità pubblica rispetto a quella privata. Vi è tuttavia una buona parte della popolazione (29%) che teme non vi saranno cambiamenti.

Regioni, pazienti e Sanità

Mentre si discute di autonomia territoriale, due italiani su cinque, soprattutto al Nord, ritengono che per migliorare l’efficienza dell’assistenza sanitaria sia necessario aumentare il ruolo delle Regioni: il 16% si aspetta che il nuovo Governo intervenga in questa direzione.

Circa metà della popolazione concorda invece sul fatto che i pazienti debbano essere attivamente coinvolti nei processi decisionali di cura, ma solo il 18% sostiene fermamente che venga data la giusta attenzione ai bisogni specifici del paziente nel percorso diagnostico-assistenziale. Un dato in calo rispetto al 2021.

Trasformazione digitale e AI

Telemedicina e big data hanno fatto passi da gigante, e ora circa due italiani su cinque ritengono fermamente che l‘intelligenza artificiale possa essere d’aiuto all’assistenza sanitaria. Un’idea diffusa soprattutto tra gli uomini e al Nord Ovest. Due italiani su cinque sono fortemente favorevoli a un uso più ampio della telemedicina, soprattutto gli uomini e i laureati. In generale, il 70% della popolazione accoglie positivamente la diffusione dei servizi digitali nella medicina. Soprattutto gli uomini e i laureati.

Il pharma e la pandemia

Curioso il pensiero sulla pandemia: solo due italiani su cinque riconoscono l’importanza fondamentale dello sforzo di Ricerca & Sviluppo nella lotta a Covid-19, in calo rispetto al 2021. Tra l’altro il 70% degli italiani circa aveva una considerazione positiva dell’industria farmaceutica prima di Covid-19, dopo l’emergenza sanitaria, però, il dato è sceso al 63%.  “Siamo usciti dall’emergenza e questo ha inciso un po’ sulle idee degli italiani”, ha commentato Pagnoncelli.

Attenzione: ben l’80% della popolazione ritiene che lo Stato debba investire nell’assistenza farmaceutica pubblica. A pensarlo sono soprattutto gli over 45 e i residenti al Nord Ovest.

In dettaglio, sembra proprio che i vaccini scontino il loro successo: l’opinione positiva (voti tra 8 e 10) su questi prodotti è leggermente calata in seguito all’emergenza Covid-19. Se prima della pandemia il 45% dei connazionali aveva una posizione molto positiva sui vaccini, oggi siamo al 41%. “Forse questo si deve al fatto che era passata l’idea che i vaccini potessero proteggere anche dal contagio. Fatto sta che un quarto degli italiani ne mette in dubbio l’efficacia”, ha aggiunto Pagnoncelli.

La buona notizia è che, in generale, 8 italiani su 10 ritengono che i vaccini salvino le vite, credono nella scienza e sostengono che questi prodotti siano importanti per proteggere anche chi non può vaccinarsi. Un’opinione è condivisa soprattutto tra i residenti al Nord Italia e i laureati.

Sanità e informazione

Singolare nell’era del ‘dottor Google’ anche la risposta sulla fonte di informazione valutata come più credibile in tema di salute: al primo posto c’è il proprio medico di famiglia, seguito da Tv (22%) e internet (16%). “Il medico di famiglia, insomma, ancora una volta è la fonte ritenuta più attendibile (in crescita rispetto al 2021)”, ha sottolineato Pagnoncelli. Seguono le associazioni di pazienti, internet e il passaparola tra familiari e amici.

Rispetto al 2021 c’è stato un forte calo della Tv in termini di attendibilità percepita. Ma come mai? “La Tv arretra – ha detto il presidente Ipsos – forse perchè alcuni esperti, con un tipo di comunicazione improntata allo scontro, hanno generato un po’ di sconcerto, rendendo la televisione meno credibile”.

Quanto alle fake news, il 58% degli italiani sostiene di essersi imbattuto qualche volta in bufale sulla sanità. Notizie false che, a quanto raccontano i cittadini, sono circolate soprattutto nei social media e in Tv e riguardavano in gran parte Covid-19 e i vaccini.

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