Inquinamento, l’Atlante degli alberi anti-smog in città

Goteborg
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Quando l’aria in città si fa pesante, cerchiamo rifugio negli spazi verdi. Ma non tutto il verde è uguale, quando si tratta di combattere l’inquinamento dell’aria. Le conifere sono generalmente migliori delle latifoglie contro lo smog. Mentre gli alberi a foglie decidue sembrano più abili nel catturare l’inquinamento legato alle polveri sottili.

A mettere in luce il poter del mix e, soprattutto, l’importanza della personalizzazione è un nuovo studio condotto dall’Università di Göteborg e pubblicato su ‘Ecological Indicators’. Il team ha realizzato una sorta di ‘Atlante’ delle piante più adatte contro lo smog cittadino. In sintesi, secondo i ricercatori, gli alberi migliori per contrastare l’inquinamento dell’aria nei centri urbani dipendono dal tipo di inquinante coinvolto. Ma, come scopriremo in seguido, almeno per Göteborg c’è un ‘campione’ anti-smog.

Il commento dell’esperto

“Si tratta di uno studio interessante, anche se ci sono altri elementi di cui tenere conto quando progettiamo le aree verdi in città – spiega a Fortune Italia il presidente Sima (Società italiana di medicina ambientale) Alessandro Miani – Le essenze resinose, infatti, liberano nell’aria, a livello ‘terra’, i terpeni, che sono precursori per la formazione di ozono”.

L’ozono “si forma nei mesi estivi, quando c’è grande smog. Dunque inquinamento dell’aria, caldo e terpeni producono ozono, come si è visto nella scorsa estate a Roma, a Villa Ada: l’eccessiva presenza di questo gas a livello terra – avverte il presidente Sima – può causare un gran mal di testa” a quanti si recano al parco in estate per cercare refrigerio o fare attività fisica.

Altro problema delle essenze resinose “sono le radici, che non sono fittonanti: corrono parallele al terreno anche per molti metri e causano dissesti stradali. Dunque in città – raccomanda Miani – occorrerebbe selezionare alberi a rapida crescita, mixati ad hoc per mitigare l’inquinamento” come ci dice questa ricerca, “ma anche dotati di radici che vadano in profondità. Ad esempio la pawlonia: cresce in fretta, ha una chioma grande e  radici fittonanti che non danneggiano le strade, ma anche l’ontano. Attenzione, invece, agli alberi che liberano pollini, causa di allergie”. 

Pawlonia

I vantaggi del verde

Gli alberi e altre piante nei centri urbani offrono molti vantaggi importanti per il benessere e la salute, fisica e psicologica, dei cittadini. Foglie e aghi filtrano gli inquinanti atmosferici e riducono l’esposizione a sostanze pericolose nell’aria.

Ma quali alberi purificano l’aria più efficacemente? I ricercatori dell’Università di Göteborg hanno raccolto foglie e aghi da 11 alberi diversi che crescono nello stesso posto: l’arboreto del Giardino Botanico di Göteborg, per analizzare quali sostanze ‘catturavano’ meglio.

“Questa collezione di alberi offre un’opportunità unica per testare molte specie diverse in condizioni ambientali e un’esposizione a inquinanti atmosferici simili”, ha spiegato Jenny Klingberg, ricercatrice presso il giardino botanico di Göteborg.

Inquinanti nocivi

Sono stati analizzati 32 diversi inquinanti, alcuni legati a particolato di varie dimensioni, altri gassosi. E’ stato dimostrato il legame tra l’esposizione agli inquinanti atmosferici e l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari e problemi alle vie respiratorie. Questo progetto si è concentrato sugli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). Nelle città, il traffico è la principale fonte di questi inquinanti, che vengono rilasciati dalle auto.

“Le nostre analisi mostrano che diverse specie di alberi hanno capacità differenti di assorbire gli inquinanti. Le conifere generalmente sono più efficaci con gli Ipa gassosi rispetto alle latifoglie. Un altro vantaggio delle conifere è che fungono anche da purificatori dell’aria in inverno, quando l’inquinamento atmosferico è solitamente al massimo”, ha raccontato Klingberg.

Gli aghi puliscono l’aria per molti anni

I ricercatori hanno visto anche che gli aghi assorbono inquinanti atmosferici per diversi anni, cosa che le foglie non possono fare (per ovvie ragioni). Ma anche le latifoglie hanno le loro abilità. Sono più efficienti nel ripulire l’aria dalle particelle, forse perché le foglie hanno una superficie più ampia a cui le particelle possono attaccarsi.

Larice promosso

“Le varie specie differiscono più di quanto ci aspettassimo. Il larice, che è una conifera che perde i suoi aghi ogni autunno, è stato il migliore nel test. I larici assorbivano la maggior parte degli inquinanti legati alle particelle, ma erano anche bravi a catturare gli Ipa gassosi”, ha detto Klingberg.

larice
larice

“Gli inquinanti non sembrano influenzare la fotosintesi degli alberi. Il contenuto di clorofilla delle foglie è elevato nelle aree più inquinate di Göteborg tanto quanto quello degli alberi che crescono in ambienti meno inquinati. Ma forse le cose sono diverse nelle città con una qualità dell’aria ancora peggiore”, ha affermato il leader del progetto Håkan Pleijel, professore di scienze ambientali applicate all’Università di Göteborg.

Serve un’attenta pianificazione urbanistica

Gli esperti, proprio come Miani, sono convinti che non basta riempire le strade delle città di alberi per migliorare la qualità dell’aria per i residenti. Un viale alberato in una strada stretta può ridurre il flusso d’aria, influenzando negativamente la dispersione e la diluizione degli inquinanti atmosferici e, quindi, aumentare le concentrazioni di contaminanti sulle strade trafficate.

Insomma, nelle vie strette e riparate dal vento può essere preferibile una vegetazione più bassa, come le siepi. È necessaria, insomma, un’attenta e sapiente pianificazione urbana, che combini diverse specie, per ottimizzare la purificazione dell’aria e massimizzare gli altri benefici degli alberi, secondo i ricercatori. Un tema fondamentale quando si progettano città sostenibili, ma anche quando si studiano migliorie nei nostri centri urbani.

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