Covid in Italia ormai stabile, nuove indicazioni sui vaccini

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Sono tranquillizzanti per l’Italia i dati principali del monitoraggio della Cabina di Regia Covid appena diffusi dall’Istituto superiore di sanità (Iss). L’incidenza settimanale a livello nazionale è “sostanzialmente stabile”, con 37 casi ogni 100.000 abitanti (24-30 marzo) contro i 38 su 100.000 della settimana precedente.

Una situazione diffusa a livello internazionale, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità ha modificato le indicazioni sui vaccini anti-Covid. Cambiano, in particolare, le regole su bambini e adolescenti sani. 

I numeri

Sale ancora l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici: nel periodo 8-21 marzo è stato pari a 0,99 (range 0,93-1,10), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente – quando era 0,96 – ma ancora di poco la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è invece in aumento e appena sopra la soglia epidemica: Rt=1,01 (0,96-1,06) al 21 marzo, contro Rt=0,89 (0,84-0,94) al 14 dello stesso mese.

Gli ospedali

Il tasso di occupazione Covid in terapia intensiva è ancora in calo, allo 0,8% (rilevazione giornaliera al 30 marzo) contro l’1,1% (rilevazione al 23 marzo). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 4% (al 30 marzo) contro il 4,1% (23 marzo).

Vaccini, si cambia

In questa fase della pandemia, in cui ci si confronta con varianti derivate da Omicron meno aggressive rispetto al virus Sars-CoV-2 di Wuhan, e in cui buona parte della popolazione è vaccinata o ha contratto l’infezione, la vaccinazione dei bambini e degli adolescenti sani potrebbe non essere necessaria. Ma resta raccomandato un richiamo ogni 6-12 mesi per le persone ad alto rischio.

A convenire su queste indicazioni sono gli esperti intervenuti all’ultimo meeting del gruppo tecnico dell’Oms dedicato ai vaccini (il Sage). In questa specifica fase della pandemia Covid la popolazione viene divisa in tre classi di priorità. Per il gruppo ad alta priorità, che comprende anziani, persone immunodepresse o con patologie, donne in gravidanza, operatori sanitari, è raccomandato un richiamo a 6-12 mesi dall’ultima dose.

Per il gruppo a priorità media (adulti sani e bambini e adolescenti con comorbidità) è raccomandata la serie di vaccinazione primaria e la terza dose, ma non le dosi booster aggiuntive di routine.

Infine c’è il gruppo a bassa priorità, vale a dire bambini e adolescenti sani. In questo caso, come anticipato, l’Oms non fornisce più una raccomandazione generale alla vaccinazione e suggerisce di basare la scelta su fattori contestuali. L’importante è non “compromettere i vaccini di routine che sono cruciali per la salute e il benessere di questa fascia di età”, ha detto Hanna Nohynek, a capo del Sage. Quanto alle donne in gravidanza, è consigliato un richiamo se sono passati più di sei mesi dall’ultima dose.

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