Sanità e pharma, leadership femminile sotto i riflettori

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Un’ ‘onda rosa’ sta travolgendo il mondo della sanità in Italia. Secondo i numeri elaborati dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), su 329.263 ‘camici bianchi’ con meno di 69 anni in attività nel Servizio sanitario nazionale, il 52% – ovvero 170.686 – è donnaTra i 40 e i 44 anni, le donne sono quasi il doppio dei colleghi.

Anche quando si passa all’industria farmaceutica la presenza femminile resta forte. Nel pharma il 44% del totale dei dipendenti è donna, spesso con ruoli dirigenziali importanti. E il trend è in crescita, considerato l’aumento dell’occupazione femminile del 15% nel settore dal 2016 al 2022. Per quanto riguarda il settore Ricerca&Sviluppo si registra un altro sorpasso, con le donne che rappresentano il 53% del totale.

Ma quando guardiamo alle posizioni di leadership le cose cambiano. Sono alcuni dei temi analizzati nell’ultimo volume del giornalista Claudio Barnini: ‘Donne Controcorrente in Sanità e Farmaceutica’, pubblicato da Mason&Partners.

“Con questo libro ho cercato di mettere in evidenza il tema della leadership femminile e della parità di genere in questi settori – dice a Fortune Italia Barnini – vitali per il mondo industriale nel nostro Paese. Racconto storie di manager e responsabili di settori primari, ma anche di giornaliste che si sono dedicate alla comunicazione della scienza, della medicina, della ricerca, delle terapie. E’ venuto fuori un libro agile che racconta, attraverso testimonianze, storie e aneddoti, la leadership femminile nell’Italia della sanità e della farmaceutica“.

Nomi e storie

Dieci top manager, sei giornaliste, tre testimonial d’eccezione e la prefazione di Flavia Bustreo, per anni all’Organizzazione mondiale della sanità. L’ebook, che sarà disponibile su Amazon Kindle, Kobo e il sito masonandpartners.it dai primi di maggio, raccoglie  storie professionali e di vita di alcune importanti figure del mondo sanitario italiano: Giovanna Labbate (Gedeon Ritcher), Silvia Nencioni (Boiron), Barbara Sambuco (Catalent), Amelia Parente (Roche), Valentina Marino (Pfizer), Joanne Jervis (Daiichi Sankyo), Annalisa Adani (Sobi), Samanta De Filippi (Lolipharma), Manuela Caligiuri (Infectopharm), Manuela Maronati (UCB Pharma).

Fra le protagoniste del volume, la ricercatrice candidata al Premio Nobel, Maria Elena Bottazzi, la presidente di Omar Ilaria Ciancaleoni Bartoli e un ingegnere, Silvia Peviani, che ha innovato i sistemi informatici di varie realtà aziendali farmaceutiche. Infine le giornaliste Maria Emilia Bonaccorso (Ansa), Margherita De Bac (Corriere della Sera), Margherita Lopes (Fortune Italia), Carla Massi (Il Messaggero), Daniela Minerva (Gruppo Gedi).

“Secondo il Reykjavik Global Index iniziano a manifestarsi tendenze allarmanti, tra cui il declino della percezione delle donne nei ruoli di leadership” ha dichiarato Bustreo, già Vice-Direttrice dell’Oms. “In molti dei Paesi oggetto di studio, sono proprio le donne ad avere opinioni pregiudizievoli sulle leader femminili”.

Qualche dato

Nel mondo le donne si occupano della salute di 5 miliardi di persone e contribuiscono alla salute globale per circa 3 miliardi di dollari l’anno, la metà dei quali sotto forma di lavoro non retribuito.

Il Rapporto ‘The Status of Women and Leadership in Global Health’, Women in Global Health, 2023 ha evidenziato inoltre che le donne ricoprono solo il 25% dei ruoli di leadership nel settore sanitario, e un’indagine condotta nel 2020 ha rilevato che l’85% delle 115 task force nazionali Covid-19 aveva una maggioranza di partecipanti uomini.

E il mondo dell’informazione? Secondo l’European Journalism Observatory tra i Paesi europei in cui la disparità di genere è maggiore c’è proprio l’Italia, con il 63% degli articoli firmati da uomini. Anche la rappresentazione del genere femminile è squilibrata. Le donne sono protagoniste di notizie nel 16% dei casi ed è la narrazione privata, domestica a prevalere in questi racconti, nei quali vincono ancora gli stereotipi e in cui vengono rappresentate come mogli e madri.

L’analisi della realtà di questi settori offre spunti interessanti. Mentre in Italia viviamo da anni un inverno demografico, nelle industrie farmaceutiche il numero di figli dei dipendenti è del 45% superiore rispetto alla media nazionale. Una dimostrazione dell’effetto di politiche di welfare interno che favoriscono, in modo concreto, la maternità senza penalizzare le dipendenti. Che sul fronte delle possibilità di carriera e della gender pay gap hanno ancora molta strada da fare.

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