Influenza dei record e vaccino universale, quanto manca

vaccino mRna
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Novità in vista dalla ricerca sull’influenza, che quest’anno ha colpito un numero record di italiani. L’ultimo rapporto Influnet parla, infatti, di quasi 14 mln di connazionali messi a letto dai virus influenzali, ma se il monitoraggio dei medici sentinella si è interrotto, complice il maltempo l’influenza sta colpendo ancora.

Nel frattempo sembra farsi più vicina la promessa di un vaccino universale, in grado di proteggere ‘a vita’ contro l’influenza, mandando in pensione i richiami annuali. Ma sarà davvero possibile, e a che punto siamo? Fortune Italia lo ha chiesto al virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e direttore scientifico di Osservatorio Influenza e all’epidemiologo del Campus Bio-Medico Massimo Ciccozzi. 

La ricerca americana

Il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), parte dei National Institues of Health e celebre anche per essere stato guidato da anni da Anthony Fauci, ha annunciato di avere avviato la sperimentazione di un vaccino a mRna con l’ambizione di diventare ‘universale’.

Siamo ancora nella fase I (che deve dimostrare la sicurezza di un prodotto nell’uomo, il dosaggio ideale e la capacità di indurre una risposta immunitaria): il trial arruolerà 50 volontari dai 18 ai 49 anni e darà i primi risultati entro marzo 2024. Ci sarà anche un confronto con soggetti immunizzati contro un ‘classico’ vaccino quadrivalente. 

La cautela dell’esperto

“Mi occupo dagli anni Novanta di influenza – ricorda Pregliasco – e da sempre si parla di arrivare a un vaccino universale. Ma finora è stato difficile trovare una parte del virus con caratteristiche antigeniche tali da suscitare anticorpi neutralizzanti specifici. Certo, sarebbe una soluzione interessante anche contro i virus influenzali pandemici e garantirebbe una copertura maggiore dell’anziano, che spesso dimentica l’immunizzazione di anno in anno”.

“E’ interessante – aggiunge il virologo – anche l’opzione del mRna che permette di provare in modo rapido punti diversi del virus: l’idea è buona e la tecnologia anche, oltretutto ha dato prova di sicurezza. Ma è tutta da valutare nel tempo: occorreranno ancora alcuni anni. Mentre di sicuro avremo prima a disposizione i ‘combo‘: prodotti combinati contro Covid e influenza, destinati a proteggere lo stesso gruppo di soggetti”.

Una missione (finora) impossibile

Finora il vaccino universale contro l’influenza sembrava una ‘missione impossibile’: questi virus cambiano molto in fretta, dando vita a varianti che eludono l’immunità acquisita in precedenza con l’infezione o la vaccinazione. Inoltre, i vaccini attualmente in uso sfruttano una parte del virus particolarmente mutevole: una porzione della proteina emoagglutinina detta ‘testa’. Per questo ogni anno è necessario sviluppare versioni aggiornate del vaccino.

La svolta

I ricercatori americani hanno infatti trovato il modo utilizzare una parte più stabile della emoagglutinina che non va incontro a mutazioni frequenti e soprattutto appare simile in diversi virus influenzali. Ciò potrebbe garantire una protezione di lunga durata contro più virus dell’influenza. Altra innovazione chiave, l’utilizzo della piattaforma a mRna. 

L’ottimismo dei ricercatori

Un vaccino simile, sviluppato dai ricercatori del Niaid, ha già mostrato risultati positivi nei primi studi clinici. Entrambi i prodotti allo studio utilizzano una porzione specifica di emoagglutinina per indurre un’ampia risposta immunitaria contro l’influenza. Adesso, sviluppando e testando una varietà di piattaforme diverse per un vaccino antinfluenzale universale, “è più probabile” arrivare a trovarne uno “che sia sicuro e fornisca un’immunità forte e ampia contro una varietà di ceppi”, dicono dal Niaid.

Un vaccino universale “sarebbe un importante risultato per la salute pubblica”, ha sottolineato Hugh Auchincloss, capo del Niaid. Non solo perché eviterebbe la necessità di aggiornamento e del richiamo annuale, ma anche perché “alcuni ceppi del virus dell’influenza hanno un significativo potenziale pandemico. Un vaccino antinfluenzale universale potrebbe fungere da importante linea di difesa contro la diffusione di una futura pandemia influenzale”.

E’ d’accordo con i colleghi americani Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma.”L’idea di arrivare a un vaccino universale contro l’influenza è davvero interessante – dice l’esperto – Il fatto che l’mRna sia tarato sulla parte di emoagglutinina che evolve molto meno significa lavorare su una proteina che potrebbe dare un’immunità più duratura e migliore. E la buona notizia è che le piattaforme a mRne le abbiamo saggiate in pandemia e per terapie anti-cancro. Inoltre è molto importante avere una vaccinazione universale, perchè è bene ricordare che l’influenza per le persone anziane e fragili non è affatto banale“.

La prossima stagione

“L’influenza sta colpendo ancora, come anche Covid-19 – conclude Pregliasco, autore del libro ‘I superbatteri. Una minaccia da combattere’ (Raffaello Cortina Editore) – La composizione dei vaccini per la prossima stagione ci dice che non ci si attende grandi cambiamenti. Ma in attesa dei risultati di questa sperimentazione, dobbiamo sottolineare l’importanza della vaccinazione a ottobre  per proteggere anziani e soggetti fragili”. 

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