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Indagato il chirurgo del Papa Sergio Alfieri, cosa sta accadendo

Sergio Alfieri
Adyen Articolo
Velasco25

Ha fatto scalpore la notizia del chirurgo di Papa Francesco, Sergio Alfieri, finito nel registro degli indagati della Procura di Roma con l’accusa di falso in atto pubblico. Come si legge su ‘La Stampa’, lo specialista che ha operato due volte il Pontefice (nel luglio 2021 e a giugno 2023) al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, avrebbe firmato il registro degli interventi operatori, ma in diversi casi non sarebbe stato lui a operare.

La denuncia

A presentare l’esposto in base al quale è stata aperta l’inchiesta su Sergio Alfieri è stato il giornalista del quotidiano ‘la Stampa’ Paolo Festuccia, autore dell’articolo, come rivela il Tg1 in un servizio.

Dal Gemelli “massima fiducia”

Interessanti e tutte da leggere le parole del Policlinico Universitario Agostino Gemelli a commento della vicenda. L’ospedale, infatti, “esprime la propria fiducia nei confronti della magistratura che sta svolgendo le indagini, alla quale continua ad assicurare la più ampia collaborazione, nell’ottica di chiarire ogni aspetto”. Ma allo stesso tempo “esprime la massima fiducia nell’operato del Professor Sergio Alfieri e nelle sue indiscutibili qualità professionali e umane”.

“Senza entrare nel merito delle molte inesattezze contenute nel lungo articolo pubblicato oggi”, il Gemelli “respinge qualsiasi strumentale tentativo di offuscare l’operato di una struttura che ogni giorno eroga, a tutti coloro che vi si rivolgono, cure di elevata e riconosciuta qualità”. Oltretutto, ricorda il Gemelli, nella struttura procedure e processi “sono verificati e valutati da autorevoli enti internazionali (in particolare la Joint Commission International)”, e si opera nel “rigoroso rispetto delle procedure e della legalità a tutti i livelli”.

Il legale

Se lo stesso Alfieri parlando con Adnkronos Salute si dice “sereno”, il suo legale Carlo Bonzano sottolinea come il professore sia “certo di aver sempre operato nel pieno rispetto delle regole. Non conosciamo nulla del merito della vicenda se non quanto appreso da notizie di stampa. E non abbiamo mai ricevuto alcuna contestazione o avviso dalla Procura. Quando saremo messi in condizione di conoscere gli addebiti ipotizzati e gli elementi su cui si assume essi poggino, come sempre – conclude – avremo un atteggiamento di piena lealtà collaborativa con l’autorità giudiziaria al fine di chiarire quanto prima ogni profilo”.

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