Se l’antimicrobico resistenza ha reso prioritaria la ricerca di nuovi antibiotici, una delle possibili fonti di questi preziosi farmaci sembra celarsi nel passato. A puntare sugli animali estinti per scovare gli antibiotici di domani è un team dell’University of Pennsylvania a Philadelphia. Che, in un perfetto connubio tra passato e futuro, ha chiesto aiuto all’AI per analizzare i segreti del mammut lanoso, dell’elefante dalle zanne dritte e dell’alce gigante.
In gergo tecnico, ricordano su Adnkronos Salute, si chiama ‘de-estinzione’ molecolare: è un’operazione che mira a ‘resuscitare’ molecole, nello specifico alcune proteine di questi animali ormai estinti, selezionate con il deep learning. Le specie antiche hanno fornito agli scienziati migliaia e migliaia di sequenze papabili.
Nello studio pubblicato su ‘Nature Biomedical Engineering’ si dimostra “che il deep learning può essere utilizzato per estrarre i proteomi di tutti gli organismi estinti disponibili (l’estintoma) per la scoperta di peptidi antibiotici”, scrivono i ricercatori. Un lavoro certosino, che ha portato gli scienziati a sintetizzare 69 peptidi, confermando sperimentalmente la loro attività contro i batteri patogeni. Risultato? “La maggior parte dei peptidi uccide i batteri depolarizzandone la membrana citoplasmatica, contrariamente ai noti peptidi antimicrobici, che tendono a colpire la membrana esterna”, puntualizzano gli autori.
La seconda ricerca
Quello dell’intelligenza artificiale a caccia di antibiotici è un filone ormai consolidato: un altro studio dell’University of Pennsylvania, questa volta su ‘Cell’, mostra l’utilità dell’AI nell’analisi dei genomi di decine di migliaia di batteri e altri organismi primitivi. Questo sforzo senza precedenti ha prodotto quasi un milione di potenziali composti antibiotici, decine dei quali hanno mostrato attività promettenti nei test iniziali contro i patogeni.
“L’intelligenza artificiale nella scoperta degli antibiotici è ormai una realtà e ha notevolmente accelerato la nostra capacità di scoprire nuovi farmaci. Ciò che una volta richiedeva anni, ora può essere ottenuto in poche ore utilizzando i computer”, sottolinea César de la Fuente, coautore della ricerca.