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Pharma e rivoluzione AI, intervista a Paul Hudson (Ceo Sanofi)

Paul Hudson Sanofi
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Velasco25 Articolo

Paul Hudson, il Ceo di Sanofi, lavora in un settore volatile. La farmaceutica è stata molto redditizia per decenni e il suo peso sull’economia è cresciuto in modo costante. Ma per le singole aziende, per usare una frase della defunta vincitrice dell’Oscar Marie Dressler, “sei bravo quanto il tuo ultimo film”  di successo o, in questo caso, il tuo ultimo farmaco best seller.

Hudson è entrato in Sanofi, principale azienda farmaceutica francese, poco prima della più grande crisi sanitaria pubblica globale dell’ultimo secolo. È diventato amministratore delegato nel giugno 2019. Sei mesi più tardi, Covid è apparso in Cina e, poco dopo, in tutto il mondo. In quei primi giorni del suo mandato, Sanofi era per lo più lost in action. Pfizer, Johnson & Johnson, AstraZeneca e Roche hanno sviluppato vaccini o strumenti diagnostici in pochi mesi. Sanofi è entrata in azione, ma è finita  in secondo piano quando i suoi sforzi per lo sviluppo del vaccino anti-Covid sono falliti.

Il mondo farmaceutico è però in continuo cambiamento, e lo stesso vale per Sanofi. Nel 2022 e nel 2023 gli aggiornamenti sugli studi clinici e le risposte delle agenzie regolatorie al nuovo trattamento per l’asma ‘targato’ Sanofi hanno causato fatto impennare e poi scendere il valore delle azioni, così come il coinvolgimento dei regolatori nelle acquisizioni pianificate da Sanofi. Oggi il prezzo delle azioni è aumentato di oltre il 15% rispetto a 5 anni fa. E Hudson sta costruendo, pazientemente e freneticamente, la Sanofi di domani.

A una cena Fortune nel 2023, abbiamo discusso dellimpatto dell’intelligenza artificiale per gli affari. Lui era fermamente convinto che sarebbe stata trasformativa; io ero scettico. Il Ceo britannico ha raddoppiato gli sforzi per implementare l’intelligenza artificiale e il lavoro sta iniziando a dare i suoi frutti: oggi Sanofi sta diventando un leader nell’AI. Questa intervista è stata modificata per brevità.

Quale notizia globale è in cima ai suoi pensieri?
Nel mondo in cui viviamo oggi, è semplicemente impossibile sceglierne una. Come ormai spesso viene detto, ci troviamo di fronte a una “permacrisi” ovvero a un lungo periodo di instabilità e insicurezza. Mentre continuiamo ad assistere a una crescente polarizzazione in tutto il mondo, è sorprendente vedere che le questioni globali in gioco sono più interconnesse che mai.

Qual è il progetto più importante su cui sta lavorando?
Noi di Sanofi siamo nel bel mezzo di un processo di modernizzazione a livello aziendale, dalla scienza alla produzione, alla cultura. A guidare gran parte della nostra modernizzazione è la nostra ambizione di essere la prima azienda biofarmaceutica basata sull’intelligenza artificiale su larga scala. Ciò significa che stiamo abbracciando pienamente il potere dell’AI lungo tutta la nostra catena del valore per sfruttare il ritmo della scoperta scientifica, migliorare la nostra produttività e mettere una migliore intelligenza decisionale nelle mani dei nostri dipendenti. Sempre con l’obiettivo di accelerare le scoperte scientifiche in modo da poter innovare più velocemente per i pazienti.

Su quale tendenza a lungo termine è più ottimista, per la società e l’economia in generale? Quale, invece, la preoccupa?

Non sarà una sorpresa, ma sto scommettendo molto sull’intelligenza artificiale. L’AI è qui per restare e credo che, se la usiamo in modo responsabile ed etico, porterà cambiamenti positivi nel nostro mondo, in modi che non possiamo ancora immaginare. Una tendenza di cui tutti dovremmo preoccuparci è invece il cambiamento climatico. Sebbene siano stati compiuti progressi, nella migliore delle ipotesi sono stati incrementali. È necessaria una maggiore collaborazione, e rapidamente, all’interno e tra i settori per un mondo più sostenibile. Un esempio importante: i sistemi sanitari nel complesso sono responsabili del 5% di tutte le emissioni di carbonio, di cui la metà viene generata “a valle” attraverso la fornitura di cure ai pazienti. Sarà necessario che tutti noi – industria, governi, operatori sanitari, ospedali, pazienti – lavoriamo insieme per trovare soluzioni a lungo termine.

L’articolo completo è disponibile su Fortune.com

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