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Bra Day: ricostruizione come una rinascita dopo il tumore al seno

Bra Day tumore al seno
Adyen Articolo
Velasco25

Paura, sgomento, vergogna e imbarazzo. Ma anche ricostruzione – non solo quella fatta col bisturi – speranza e scoperta del corpo. Sono forti le parole delle donne operate per un tumore al seno, che si sono raccontare ieri pomeriggio a Roma, in vista del Bra Day, la giornata internazionale per la consapevolezza della ricostruzione mammaria post-oncologica.

Per sensibilizzare sull’argomento, la Beautiful After Breast Cancer (BABC) Italia onlus ha infatti lasciato la parola alle pazienti, accolte al Grand Hotel Plaza di Roma insieme agli specialisti che ogni giorno si occupano di diagnosi, cura e ricostruzione dopo un tumore al seno. Padrone di casa, la presidente di BABC Italia onlus Marzia Salgarello, chirurgo plastico ricostruttivo presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e la vicepresidente dell’associazione Liliana Barone Adesi, dirigente medico dell’U.O. di Chirurgia Plastica del Gemelli (FOTO in apertura, credits: Andrea Roberto Cimino).

Obiettivo, testimoniare il viaggio attraverso la malattia e i bisogni delle pazienti, che sono allo stesso tempo personalissimi e di tutte. Perchè, come ha detto Salgarello, “la demolizione” per togliere il tumore “dura due ore, la ricostruzione tutta la vita”. E deve essere ‘su misura’, perchè “ogni fisico ha determinate caratteristiche”, ha aggiunto Liliana Barone Adesi.

Da sinista Marzia Salgarello, Annalisa Manduca (che ha moderato l’evento) e Liliana Barone Adesi/Credits: Andrea Roberto Cimino

Non solo donne

C’è poi l’aspetto psicologico. “Mi sono operata a gennaio per un carcinoma maligno al rene”, ha raccontato Paola Perego, sottolineando le difficoltà di chi sta accando a una persona che scopre la malattia. Frasi rassicuranti come ‘andrà tutto bene’ possono sembrare macigni quando non sai ancora, in effetti, come evolverà la situazione. E allora? Serve capacità di ascolto e pazienza.

Dal momento poi che la malattia, pur avendo le donne come protagoniste, investe l’intera famiglia, BABC Italia ha voluto dar voce anche a fidanzati, compagni e mariti delle pazienti. Che hanno raccontato la malattia dal loro punto di vista, insieme a Marinella Cozzolino, psicoterapeuta e sessuologa clinica.

Il dolore e la resistenza

Gli studi sul dolore hanno dimostrato che “le donne lo sopportano più degli uomini. Basterebbe pensare al parto per non avere dubbi. È stato scientificamente dimostrato – ricorda Cozzolino – che, ad esempio, nel post operatorio agli uomini serve il 60% in più di morfina rispetto alle donne per avere sollievo. Sarà per questo che, quando stanno male, le donne si scusano. Come se da loro non ci si potesse aspettare una lamentela da dolore o inefficienza. Si scusano con i genitori, con i figli ma soprattutto con il partner che per qualche incombenza dovrà sostituirle. ‘Scusami ma oggi non riesco a fare tutto, e hanno 40 di febbre. ‘Scusami oggi non ho tanta forza, mi dispiace’, e hanno un tumore”.

Il Bra Day

Con la giornata di oggi specialisti e pazienti vogliono anche ricordare “l’importanza della ricostruzione immediata, fondamentale per la donna per riappropriarsi di sé stessa, ma anche per poter riprendere la propria vita lavorativa e sociale. Dopo due settimane trascorse in ospedale – riflette Salgarello – ci si ritrova a casa con le proprie paure e tante domande che non riescono a trovare risposta. La ripresa è un momento davvero difficile, un frullatore psicologico in cui i chirurghi plastici hanno un ruolo fondamentale: fanno una cosa che la paziente porterà con sé per tutta la vita. Ecco perché è importante che siano loro ad accompagnarle nella ripresa in tutte le sfaccettature, fisiche, motorie, psicologiche, intime”.

Eppure “oggi solo il 50% delle donne sceglie di ricostruirsi. Ma nelle Breast Unit la percentuale di coloro che ricevono una ricostruzione immediata è notevolmente più alta. Ecco perché – spiega Barone – dobbiamo spingere le pazienti a rivolgersi, ove possibile, alle Breast Unit: qui le possibilità di cura sono di gran lunga migliori”. Le donne con tumore al seno in queste strutture possono contare su “equipe altamente qualificate, di cui i chirurghi plastici sono parte integrante. Ed è tutto programmato in funzione del fatto che la ricostruzione sia la fine del percorso di cura”.

Le tecniche

Attualmente esistono numerose tecniche ricostruttive, tra queste la posizione della protesi mammaria pre-pettorale, cioè davanti al muscolo, che è la più naturale. “Ma non c’è uno standard: ogni donna ha la sua ricostruzione in base alle caratteristiche biologiche del tumore, alla tipologia della mastectomia e alle caratteristiche fisiche del corpo e del seno della paziente”, ribadisce Barone. Ecco perchè è importante rivolgersi a centri specializzati.

Il viaggio

Guardando i volti delle tante donne – ma anche degli uomini – che hanno celebrato a Roma il Bra Day, una cosa colpisce: la luce. Le pazienti, ma anche le e gli specialisti che le hanno avute o le hanno tuttora in cura, hanno volti luminosi. Forse perchè sono passati, tutti, attraverso un’esperienza che, come ci ha raccontato una persona molto speciale presente all’evento, non può non cambiarti. Troppo spesso noi che raccontiamo storie di salute definiamo queste donne guerriere, ma forse è più corretto chiamarle viaggiatrici. Il loro viaggio – quello nella malattia, verso la guarigione o la cura – alla fine ti porta a guardare la realtà con occhi nuovi. E dopo, quando finisce la terapia, “riscopri anche il tuo corpo, che sembra rinascere”.

Da sinistra: Marzia Salgarello, Annalisa Manduca (che ha condotto la serata) e Liliana Barone
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