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Medici delusi dalla Manovra scioperano il 20 novembre

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Velasco25 Articolo

Dopo l’attesa (e le promesse), solo “briciole” per i camici bianchi. Non convince proprio i medici il testo della Legge di Bilancio. Stando ai sindacati Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, per il 2025 conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola. Risultato? Le due organizzazioni insieme a Nursing Up confermano proclamano per il 20 novembre lo sciopero nazionale di 24 ore di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie. Bisogna dire che, rispetto ai medici, gli infermieri appaiono divisi.

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), esprime infatti “soddisfazione per l’incremento dell’indennità di specificità infermieristica, che ammonta a 35 milioni di euro per il 2025 e a 285 milioni di euro a decorrere dal 2026″. Una misura “da tempo sostenuta dalla Federazione, che valorizza le competenze e le attività svolte dagli infermieri nel Servizio sanitario nazionale”, aggiunge Mangiacavalli, ringraziando il ministro della Salute Orazio Schillaci.

L’indennità di specificità

Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up sottolineano invece come “la manovra preveda un aumento dell’indennità di specificità medica sanitaria di 17 euro netti per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro, e non va meglio per le altre professioni sanitarie ex legge 43/2006. Peraltro si parla di risorse legate, per la maggior parte, a un contratto la cui discussione inizierà solo tra almeno due anni, e che arriveranno nelle tasche degli interessati chissà quando”. Insomma, “briciole che offendono l’intera categoria”.

Per i tre sindacati “l’aumento di 1,3 miliardi del Fabbisogno sanitario nazionale nel 2025 – ben distante dai 3,7 miliardi annunciati – non è sufficiente a ridare ossigeno a un Ssn boccheggiante. L’incremento delle borse di specializzazione meno richieste, sebbene apprezzabile, non sarà di certo sufficiente a convincere i giovani medici ad iniziare un percorso formativo che li porterà a lavorare in condizioni inaccettabili. Si è persa traccia del piano straordinario di assunzioni e dello sblocco del tetto di spesa per il personale”.

Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente Nursing Up parlano senza mezzi di termini di “ennesima presa in giro del personale sanitario e dei cittadini, dinanzi alle giravolte del ministero dell’Economia che vanificano gli sforzi del ministero della Salute e al voltafaccia di coloro che lavorano per spingere il personale sanitario ad abbandonare la sanità pubblica. “Non possiamo rassegnarci alla ormai lampante privatizzazione della sanità, e alzeremo la voce per portare anche i cittadini dalla nostra parte”, promettono Di Silverio, Quici e De Palma.

L’allerta di Gimbe

Quasi contemporaneamente arriva l’allarme di Fondazione Gimbe sul Disegno di Legge sulle prestazioni sanitarie. Per il presidente Nino Cartabellotta il testo “non prevede investimenti ad hoc e sarà necessario attendere il testo della manovra per capire se la norma diventerà operativa o rimarrà una scatola vuota. Si continua sulla strada di un approccio a costo zero, che non risponde alle reali esigenze di potenziamento della sanità pubblica e rischia di compromettere l’efficacia delle azioni proposte, soprattutto in un contesto in cui il Ssn soffre di un cronico sottofinanziamento”.

Parlando in in audizione presso la Commissione Sanità del Senato, Cartabellotta sottolinea come le misure previste dal Ddl liste d’attesa, “oltre a potenziare gli strumenti di governance centrale, prevedono solo di inseguire la domanda aumentando l’offerta. Una strategia perdente: come dimostrano numerosi studi, infatti, una volta esaurito nel breve periodo il cosiddetto effetto spugna, l’incremento dell’offerta finisce per indurre un ulteriore aumento della domanda”.

È urgente invece, ribadisce ancora una volta Nino Cartabellotta, “investire sul personale sanitario, sia per incrementare l’attrattività della carriera nel Ssn, aumentando i salari e migliorando le condizioni di lavoro, sia in termini di valorizzazione professionale”. Anche perchè “senza un adeguato ricambio generazionale e incentivi appropriati”, il rischio è quello di far aumentare la fuga dal Ssn.

La vicinanza della Federazione

Dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, arriva la vicinanza “ai colleghi della dipendenza che hanno indetto uno sciopero nazionale di protesta contro la Manovra”. A esprimerla, il presidente Filippo Anelli, in un video per il Tg Sanità.

“Diciassette euro di aumento per le indennità di specificità medica appresentano un vero e proprio motivo di protesta: gli sforzi fatti dai medici, l’impegno, i sovraccarichi di lavoro legati alla carenza del personale non sono oggi riconosciuti adeguatamente in questa Finanziaria”, riflette Anelli. “Il ministro Schillaci si è speso più volt per rappresentare queste esigenze. Ed è proprio a lui che faccio un appello, perché in qualche maniera possa sbrogliare quei nodi che oggi sembrano irrisolvibili ma che – conclude il numero uno della Federazione dei medici italiani – possono invece essere sciolti”.

 

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