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Chip nel cervello per controllare i device: a che punto siamo

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Velasco25 Articolo

L’impianto di chip nel cervello per permettere alle persone di controllare i computer con la mente sembra qualcosa uscito da un romanzo di fantascienza, eppure si tratta di un settore in rapida crescita tra le startup della Silicon Valley.

Il termine tecnico per questi chip è interfaccia cervello-computer. “Un sistema di controllo del cervello che ti consente di navigare attraverso i tuoi dispositivi personali senza dover usare le mani”, ha affermato Tom Oxley, Ceo di Synchron durante una presentazione sul palco al Fortune’s Global Forum di New York martedì.

Tuttavia, la tecnologia deve affrontare non pochi ostacoli dal punto di vista ingegneristico, medico ed etico. Non è un’impresa facile progettare un chip abbastanza piccolo da poter essere inserito nel cervello umano. Tanto meno uno che possa collegarsi ai dispositivi. Poi ci sono, ovviamente, i rischi della procedura medica stessa. “Le persone amano le loro calotte craniche”, ha affermato Oxley, che è anche un neurologo.

Mentre dal punto di vista etico l’umanità deve fare i conti con la confusione dei confini tra la propria esistenza in carne e ossa nel mondo reale e in quello digitale, nel breve termine le interfacce cervello-computer devono fare i conti soprattutto con un problema, secondo Oxley. Serve infatti un intervento chirurgico al cervello per installare i dispositivi.

“Il problema con l’intervento chirurgico cerebrale in aperto è che nessuno è stato portato avanti” a questo scopo, ha affermato Oxley. Affinché le interfacce cervello-computer come quella di Synchron raggiungano le masse, dovranno essere impiantate attraverso cateteri, secondo Oxley. Il Ceo ha citato l’esempio dei trattamenti cardiaci che, prima di invenzioni come stent e pacemaker, richiedevano sempre interventi chirurgici a cuore aperto.

Ora Synchron mira a installare un catetere attraverso la giugulare per inserire il chip facendolo viaggiare in un vaso sanguigno fino al cervello, ha affermato Oxley. “La chiave è  uscire dalla sala operatoria”, ha affermato Oxley. Utilizzando questo metodo, Syncrhon ha condotto due sperimentazioni cliniche in cinque anni con 10 pazienti in tutto.

Tra le aziende più note del settore c’è Neuralink di Elon Musk. Sebbene sia ancora agli inizi, questa branca rappresenta un’opportunità da 400 miliardi di dollari, secondo Morgan Stanley.

Sebbene l’idea abbia ancora un sapore di futuro, Morgan Stanley prevede che la prima versione di chip cervello-computer inizierà a essere commercializzata tra cinque anni.

Si tratta di una tecnologia particolarmente promettente per le persone paralizzate, perché consentirebbe loro un livello maggiore di interazione con il mondo grazie alla possibilità di utilizzare un computer. Un’idea su cui stanno lavorando Synchron e i suoi rivali, è quella di creare avatar digitali di una persona paralizzata che possano poi far muovere con la mente. Altre applicazioni includono il ripristino della vista di persone cieche.

Finora, il progresso è limitato allo spostamento di elementi su uno schermo, anche se non quanto si potrebbe fare utilizzando un mouse e una tastiera, ha affermato Oxley. Gli attuali chip cerebrali di Syncron consentono un “uso base” di Apple iOS, secondo Oxley.

Al Global Forum di Fortune Oxley ha citato l’avversione del co-fondatore di Apple Steve Jobs per gli iPhone di grandi dimensioni. Jobs, ha raccontato Oxley, non amava le versioni jumbo perché voleva che i consumatori potessero raggiungere ogni angolo dello schermo, cosa che non era possibile se questo fosse stato troppo grande.

Un’interfaccia cervello-computer eliminerebbe qualsiasi limite che la struttura fisica di un pezzo di tecnologia potrebbe imporre ai suoi utenti, ha detto Oxley. “Ciò dimostra che i nostri dispositivi sono attualmente vincolati al fattore costruito del corpo umano”, ha detto. “L’interfaccia cervello-computer sarà vincolata non dal fattore fisico della forma del corpo umano, ma dai vincoli cerebrali”.

Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com

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