Siamo quasi a quota mille. Nel 2024 in Italia, al 31 ottobre, sono stati segnalati 935 casi di morbillo, “il 20% in più rispetto all’anno scorso, con il 7% di importazione. L’anno deve ancora finire, e figuriamoci cosa potrà accadere col Giubileo“. A fare il punto con Fortune Italia è l’epidemiologo Massimo Ciccozzi dell’Universita Campus Bio-Medico di Roma, alla luce degli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità sul morbillo nel nostro Paese. L’epidemiologo, non per la prima volta, sottolinea i rischi legati all’arrivo delle folle di pellegrini che si sommeranno ai turisti nell’anno giubilare.
Il morbillo
Ricordiamo che il morbillo è una malattia esantematica acuta causata da un virus a Rna di cui esiste un unico sierotipo. Il morbillo è diffuso in tutto il mondo e l’uomo è l’unico ospite naturale. Prima dell’introduzione del vaccino negli anni ’60 si verificavano epidemie all’incirca ogni due o tre anni che, a livello globale, causavano qualcosa come 2,6 milioni di morti l’ anno.
Oggi molte cose sono cambiate, ma l’Iss stima che nel 2022 nel mondo siano morte di morbillo 136.200 persone, per lo più bambini con meno di cinque anni. Bisogna anche dire che la maggior parte dei decessi avviene in Paesi sottosviluppati. “Ma stiamo parlando di una malattia seria – sottolinea Ciccozzi – che potrebbe avere anche complicanze neurologiche e il cui impatto non va sottovalutato“.
Le complicanze
Quest’anno in Italia le complicanze più frequentemente riportate sono state epatite, aumento delle transaminasi, polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato.
La geografia
Solo a ottobre nel nostro Paese sono stati 33 i casi di morbillo, mentre quest’anno in otto regioni – Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Sicilia, Campania, Toscana, Abruzzo, Liguria – si è concentrato l’88,9% dei casi. L’analisi segnala il record dell’Abruzzo, con ben 42,5 pazienti colpiti per milione abitanti.
Se i pazienti in media hanno 30 anni, oltre la metà sono adolescenti o giovani adulti e un ulteriore 23,4% ha più di 40 anni. Ma, l’incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto ai 5 anni, con 45 casi in piccoli con meno di un anno di età, troppo piccini per essere vaccinati. “Questo vuol dire che la legge sull’obbligatorietà dei vaccini non basta: i bimbi si contagiano al nido o alla materna e poi portano il morbillo a casa da genitori e fratelli, che appartengono alla seconda categoria più numerosa per età”, rileva Ciccozzi. Lo stato vaccinale è noto solo per il 93,2% dei casi segnalati: ebbene, l’89,9% era non vaccinatio al momento del contagio.
Come proteggersi
“Abbiamo un vaccino sicuro ed efficace, non si capisce perchè non viene fatto”, dice l’epidemiologo, convinto che “tutto questo sia dovuto forse a una stanchezza vaccinale legata forse al martellamento degli anni di Covid. Ebbene, in questo caso i bambini da 0-4 anni, così come i genitori e i fratelli non vaccinati, andrebbero protetti. E l’immunizzazione è l’unico modo. I vaccini vanno fatti con criterio e al momento giusto, ma si tratta di un’opportunità che non va trascurata”, conclude Ciccozzi.