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Manovra: le misure per la sanità (e il payback grande assente)

Manovra Camera
Adyen Articolo
Velasco25

Sono ore decisive per la manovra. Il Governo, con 211 sì e 117 no, ha incassato la fiducia sul testo. I lavori proseguiranno con l’esame degli ordini del giorno, mentre il voto finale sul provvedimento è atteso per le 22.30.  Per il passaggio in Senato occorrerà attendere dopo Natale. Quasi 400 pagine nelle quali, per la sanità, si prevede un finanziamento complessivo di 136,5 miliardi nel 2025. Con una serie di voci di spesa tra le quali spicca l’assenza di riferimenti al payback per i dispositivi medici. Ma vediamo prima le novità.

Liste d’attesa e Lea

Per contrastare le liste d’attesa – come ricorda ‘Quotidiano Sanità’ – in manovra si prevede un ulteriore incremento dello 0,5% per l’anno 2025 e dell’1% a decorrere dall’anno 2026 per acquistare prestazioni sanitarie dal privato accreditato. Una quota vincolata pari a 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2025 dovrà finanziare i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea). Inoltre gli operatori sanitari, su base volontaria, potranno restare in servizio fino a 70 anni.

Il Piano pandemico

Per il nuovo Piano pandemico viene autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l’anno 2025, di 150 milioni di euro per il 2026 e di 300 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.

Le indennità per gli operatori

Inoltre nella manovra vengono incrementate (non abbastanza, secondo i sindacati del settore) le indennità per i lavoratori del pronto soccorso, così come la parte fissa e variabile del trattamento economico dei medici in formazione specialistica. Incrementata l’indennità di specificità per dirigenza medica e veterinaria, dirigenza sanitaria non medica e infermieristica, come pure gli importi della specifica indennità per le professioni sanitarie della riabilitazione, della prevenzione, tecnico-sanitarie e di ostetrica, alla professione di assistente sociale nonché per gli operatori socio-sanitari.

Manovra e natalità

Per incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025 è riconosciuto un importo una tantum pari a 1.000 euro, erogato nel mese successivo a quello di nascita o adozione.

Le misure per gli specializzandi

Disco verde per la flat tax per gli straordinari degli infermieri e le borse di studio per gli specializzandi veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi. Gli specializzandi in medicina potranno assumere incarichi libero-professionali presso i servizi del Ssn o anche strutture sanitarie private o libero professionale.

Le reazioni

“Accogliamo con grande soddisfazione l’approvazione dell’emendamento al Ddl Bilancio che introduce borse di studio retribuite per i farmacisti specializzandi e, con loro, per tutti gli altri specializzandi di area sanitaria non medica. Si tratta di un riconoscimento doveroso per i farmacisti, chiamati a intraprendere un percorso formativo di livello elevato per essere al fianco dei pazienti, fino ad oggi ingiustificatamente a carico dei giovani in formazione, in assenza di un idoneo inquadramento contrattuale”, commenta il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), Andrea Mandelli.

Di tutt’altro tenore la reazione di Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente Nursing Up. I sindacati giudicano “deludenti le misure previste dalla legge di Bilancio per la sanità. Poche risorse frantumate tra innumerevoli capitoli di spesa che servono solo ad accontentare qualche centro d’interesse, di certo non a rilanciare il Servizio sanitario nazionale né a migliorare l’offerta sanitaria per i cittadini. Esclusi categoricamente, dai benefici immediati delle misure adottate, i medici, se non per un aumento offensivo dell’indennità di specificità medica (circa 17 euro netti al mese), e gli infermieri, che ottengono un irrisorio aumento mensile di circa 7 euro netti. Per il resto, nulla. Nonostante le promesse, le belle parole, gli apprezzamenti: nulla. Ci prepariamo quindi ad un 2025 denso di battaglie sindacali da combattere su più fronti”.

Il nodo del payback

Profondamente deluso il comparto dei dispositivi medici. “La manovra è approdata in aula senza alcuna misura per superare il payback. Il Governo così non dà valore alle imprese e nega di fatto il diritto alla salute dei cittadini. Le priorità dell’Esecutivo sono state altre – scandisce Nicola Barni, presidente di Confindustria Dispositivi Medici – non riconoscendo il valore delle imprese, lasciando migliaia di persone a rischio per il fallimento delle aziende e decidendo di lasciar morire un intero comparto, oggi eccellenza del made in Italy nel mondo e supporto insostituibile per medici e pazienti”.

Eppure “il payback è stato ritenuto iniquo anche da alcuni membri del Governo e da numerosi esponenti della maggioranza che in questi mesi hanno mostrato di comprendere il nostro allarme. La politica dimostra di essere miope davanti alle centinaia di aziende che chiuderanno, davanti ai cittadini e pazienti che non riusciranno più a curarsi, davanti ai medici che dovranno accontentarsi di dispositivi obsoleti, quando la tecnologia e l’innovazione potrebbe aiutarli invece a compiere la loro missione, ovvero lavorare per la tutela della salute degli individui”.

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