Addio gonfiori, costipazione e tossine dopo un solo trattamento, diventato per qualcuno un appuntamento irrinunciabile. Sui social pullulano reel, storie e testimonianze dei (presunti) benefici dell’idrocolonterapia, una procedura medica che consiste, è bene chiarirlo subito, nell’irrigazione dell’ampolla rettale e dell’intestino cieco con acqua tiepida o altre sostanze.
Ma come funziona, quanto costa e soprattutto quali sono i reali benefici (e gli eventuali rischi) di questo trattamento? Fortune Italia lo ha chiesto alla gastroenterologa Giusi Lecca dell’Ospedale Cristo Re (Roma). “Si tratta di una pratica molto in voga, soprattutto fra le donne dai 30 ai 50 anni, ma anche più giovani”, testimonia la specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva.
Come funziona
“Il macchinario determina una purga a livello massivo del colon, pulendo il tratto che va dalla valvola ileocecale fino alla porzione rettale e anale. Quindi parliamo di 1 metro e mezzo circa di lunghezza, rispetto ai 7 metri dell’intestino”, precisa Giusi Lecca. “Parlare di una pulizia completa è improprio: si agisce solo sul tratto finale”. Viene introdotta nell’ano del paziente una cannula a due vie: da un latovengono infusi i liquidi e dall’altro fuoriesce materiale di scarto. Questa irrigazione consente di espellere materiali fecali, anche grazie a massaggi addominali che favoriscono la fuoriuscita delle feci.
A cosa serve
In medicina l’idrocolonterapia viene usata per la preparazione a procedure diagnostiche come la colonscopia. È bene sottolineare che ogni altro utilizzo non è accettato dalla medicina ufficiale. “I benefici che si ottengono sono gli stessi che seguono una ‘classica’ purga: la differenza è che in quest’ultimo caso i preparati, che stanno via via migliorando, hanno un costo minimo. Dai sali inglesi di circa 20 anni fa siamo passati a preparazioni costituite da molecole nuove che consentono di bere un quantitivo d’acqua ridotto per ottenere una pulizia adeguata e completa, richiesta ad esempio per la colonscopia”, spiega Giusi Lecca.
Le origini della procedura e i presunti benefici
I sostenitori dell’idrocolonterapia come pratica di medicina alternativa si richiamo a una tradizione che arriverebbe dagli antichi Egizi e che servirebbe a “purificare” il corpo, guarendolo da numerose patologie, restaurando “l’armonia” e migliorando lo stato della pelle, dei sensi (odorato, udito), della circolazione sanguigna degli arti inferiori, della funzione renale. Ma, come ricordano in un approfondimento di qualche anno fa i medici anti-bufale di Dottoremaeveroche.it, il portale contro le fake news della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici), già nel 1919 l’American Medical Association ha condannato esplicitamente questa procedura.
Secondo i fan comunque, con l’idrocolonterapia ci si libererebbe da grandi residui di materia fecale, tossine e altre sostanze dannose rimaste nell’intestino a indebolire le nostre difese immunitarie. Una soluzione utile – si legge – contro meteorismo e gonfiori addominali; stitichezza; infezioni da salmonella e candida; cistite; danni da celiachia; parassitosi intestinali; obesità; infiammazioni intestinali croniche; congestione delle vie aeree superiori; cellulite; dermatite, psoriasi, acne; artrite; allergie. Ma sarà vero? “Una buona regola è quella di dubitare ogni qual volta una “terapia” viene proposta per un numero così elevato di disturbi e anche così diversi tra loro”, ammoniscono i dottori anti-bufale.
Gli effetti reali
“Negli anni – riflette la specialista – diversi studi hanno cercato di legittimare i presunti benefici ‘magici’ di questa procedura. Quello che si è visto che le purghe riescono a eliminare un quantitativo di feci che però si localizzano in tutto il tratto gastrointestinale. Insomma, le purghe utilizzate normalmente, e che hanno un costo che non supera i 20 euro (ma non vanno fatte in maniera ciclica, ma su indicazione del medico o per effettuare esami), liberano tutto l’intestino. In questo caso il beneficio per le persone stitiche o con difficoltà intestinale c’è. Quanto all’idrocolonterapia il beneficio è limitato, perchè la parte che si libera è notevolmente ridotta. Sicuramente però nell’immediato il paziente si libera delle feci che ristagnano”. E si sente più sgonfio e leggero.
Quanto dura
La pratica, che è comunque invasiva, “non è demonizzata dal paziente, anzi va molto di moda per via dell’effetto idraulico: pensiamo a un palloncino pieno di materiale solido che viene svuotato improvvisamente. Ma l’effetto può durare al massimo due-tre giorni, perchè basta tornare a mangiare per accumulare di nuovo feci. Studi eseguiti con marcatori ad hoc hanno mostrato che determinati alimenti possono stanziare nell’intestino anche 15 giorni”, continua la gastroenterologa. Insomma, il beneficio reale è simile a quello del clistere, anche se la ‘pulizia’ è ridotta.
Idrocolonterapia costi a confronto
I costi sono variabili: “Possono oscillare da circa 80 fino a 800 euro. Ma bisogna dire che questa procedura, non avvalorata da linee guida e protocolli, viene fatta quasi esclusivamente nei centri privati quando non è richiesta in vista di un esame diagnostico”. Una spesa non indifferenze, specie se paragonata ai circa 20 euro nel caso della classica purga. “Dal punto di vista scientifico i benefici sono analoghi”, sintetizza la specialista.
La sicurezza
Cosa sappiamo invece sulla sicurezza? Il lavaggio del colon “presenta comunque alcuni rischi: penso ai pazienti che non sanno di avere una malattia diverticolare, molto frequente non solo negli anziani e spesso senza sintomi. In questi casi l’idrocolonterapia espone al pericolo di lesioni”. La procedura influisce anche sul microbiota. “Ormai sappiamo che la nostra flora batterica è variegata, esistono popolazioni batteriche di vario genere che si modificano anche in seguito allo stile di vita o a patologie: in questi casi parliamo di disbiosi. Si tratta di una condizione molto frequente, in cui le popolazioni di batteri nell’intestino presentano anomalie. Nei pazienti con un transito rallentato o stitichezza, la flora batterica è alterata. La pulizia del colon consentirebbe di eliminare la flora batterica alterata, per poi ristabilire l’equilibrio attraverso diverse strategie”, conclude Giusi Lecca.