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Alzheimer: ecco tutti gli effetti dell’attività aerobica sul cervello

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Adyen Articolo
Velasco25

Per proteggere il cervello meglio abituarsi a infilare – con regolarità – tuta e scarpe da ginnastica. I benefici dell’attività fisica, lo sappiamo, vanno ben oltre il corpo. Ma quale tipo di sport scegliere? In questo caso un aiuto arriva dalla ricerca. Stando infatti a un nuovo studio pubblicato su ‘Brain Research’, l’esercizio aerobico – se fatto con regolarità – potrebbe ridurre significativamente i marcatori associati all’Alzheimer.

Una buona notizia, che apre alla speranza di contrastare questa forma di demenza. Il lavoro è firmato da  scienziati dell’Università di Bristol (Regno Unito) e dell’Università Federale di San Paolo (Brasile), ed  evidenzia come l’attività fisica non solo protegga le cellule cerebrali sane, ma addirittura riesca a ripristinare l’equilibrio nel cervello che invecchia.

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Occhio all’ippocampo

La ricerca si è concentrata sull’ippocampo, la regione del cervello a forma di cavalluccio marino responsabile della memoria e dell’apprendimento. Il team ha misurato l’impatto dell’esercizio aerobico sui marcatori chiave dell’Alzheimer: placche amiloidi, grovigli di tau e accumulo di ferro nelle cellule produttrici di mielina note come oligodendrociti. Questi marker sono centrali nella patologia dell’Alzheimer, che secondo le stime colpisce solo in Italia almeno 600mila persone.

I benefici

I risultati ottenuti negli animali hanno rivelato ai neuroscienziati che i roditori che avevano completato un programma di esercizi aerobici strutturati hanno sperimentato delle riduzioni significative di grovigli di tau (circa il 63% nel gruppo sotto allenamento), placche amiloidi (circa il 76%) e accumulo di ferro (ridotto di circa il 58% nel cervello dei roditori ‘fit’).

Non solo, anche la salute delle cellule cerebrali delle cavie è migliorata, con un numero maggiore di oligodendrociti protettivi. Inoltre gli scienziati hanno rilevato una riduzione dell’infiammazione cerebrale nel gruppo di animali sottoposto al programma di allenamento (tra il 55% e il 68% a seconda del biomarcatore infiammatorio considerato). Idem per quanto riguarda la morte cellulare. Risulta infine migliorata anche la comunicazione tra le cellule cerebrali.

Una pietra angolare della prevenzione

Insomma, la passione per corsa, bici, nuoto e altre attività aerobiche si rivela una potente ‘arma’ di prevenzione, anche per la salute mentale.

“L’Alzheimer – ha commentato Augusto Coppi, docente di anatomia veterinaria presso l’Università di Bristol e fra gli autori principali dello studio – è una malattia neurodegenerativa progressiva senza una cura nota, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Se è noto che l’esercizio fisico riduce il declino cognitivo, i meccanismi cellulari alla base dei suoi effetti neuroprotettivi erano poco chiari, almeno fino ad ora. Questa ricerca evidenzia il potenziale dell’esercizio aerobico come pietra angolare nelle strategie per prevenire l’Alzheimer”.

Adottare un programma di esercizio aerobico regolare nella vita quotidiana potrebbe dunque avere un ruolo cruciale nel rallentare o prevenire la progressione di questa forma di demenza. Dunque sarebbe bene offrire strategie di allenamento ad hoc anche alle persone anziane sane.

Le prospettive

La ricerca non finisce qui: il team sta pianificando anche delle sperimentazioni cliniche sull’uomo per confermare gli effetti protettivi osservati nei modelli animali. Con l’idea di studiare farmaci che prendono di mira il metabolismo del ferro e la morte cellulare come potenziali approcci terapeutici mirati a contrastare il ‘ladro dei ricordi’.

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