In preparazione del Festival di Sanremo, ecco un’altra buona notizia per gli amanti della musica. A darcela, questa volta, sono i ricercatori dell’Istituto superiore di sanità (Iss). E il problema è di quelli di cui, troppo spesso, si parla poco: la depressione post partum. Si stima che 1 donna su 5 sviluppi problemi di salute mentale nel periodo perinatale, in particolare depressione e ansia. Ebbene, è possibile favorire il benessere emotivo delle neomamme con il canto di gruppo. Insomma, se la musica classica aiuta il feto, cantare in gruppo fa bene alle madri.
A dimostrarlo è uno studio dal titolo evocativo, “Music and Motherhood”, promosso dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms Europa) e coordinato in Italia dall’Iss. La prima parte del lavoro ha consentito ai ricercatori di mettere in luce i benefici del canto di gruppo per l’umore delle donne. Elementi che ora verrano esaminati nella seconda edizione del progetto. Ma vediamo meglio in che modo musica e canto hanno aiutato le neo-mamme.
Il progetto Musica e Maternità
Alle donne sono state proposte varie tipologie di brani, in diverse lingue, sulla base della composizione di ogni gruppo. Per partecipare agli incontri non era richiesta alle mamme alcuna competenza musicale. E la musica? I ricercatori hanno previsto l’utilizzo di semplici strumenti di accompagnamento, come le percussioni.
I risultati
Cantare in gruppo, spiegano gli autori della ricerca su ‘Frontiers in Medicine’, ha permesso di migliorare in modo significativo i sintomi depressivi e, quindi, la qualità della vita delle neomamme. Insomma, cantando insieme le donne hanno ritrovato la loro voce e il sorriso.
Come sottolinea Ilaria Lega del Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Iss, il canto ha aiutato “le neomamme a esprimere i propri sentimenti, a trovare strategie per migliorare il proprio stato d’animo e l’interazione con il bambino”.
Non solo: in questo modo sono state coinvolte anche donne straniere, con una padronanza dell’italiano “non sufficiente per essere avviate alla psicoterapia. L’attenzione alle esigenze delle madri e la presenza di un insegnante di canto e di un operatore sanitario sono stati tra i fattori chiave del successo del progetto” nel nostro Paese. Come dimostra anche l’aderenza all’intervento: “Il numero medio di incontri frequentati dalle mamme è stato di nove su dieci”.