Quasi 10 milioni di italiani finora hanno fatto i conti con influenza o virus cugini. Per la precisione, secondo gli ultimi dati dei medici sentinella dell’Istituto superiore di sanità, siamo a 9,8 milioni di connazionali messi a letto da febbre, tosse, dolori alle ossa e raffreddore dall’inizio della sorveglianza.
La novità e le stime
Ma la novità è che, nella settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio, finalmente il numero di contagi ha iniziato a scendere. Una seconda flessione della curva (dopo quella seguita alle feste di fine anno), che porta a domandarci se sarà la volta buona: è stato raggiunto il famoso picco? “I numeri sono in discesa, per la gioia dei fan del picco. Ma in effetti dopo la gobba di gennaio, aspettiamo ancora una settimana e saremo sicuri”, dice a Fortune Italia l’epidemiologo del Campus Bio-Medico di Roma Massimo Ciccozzi. Che avverte: “Attenzione, abbiamo ancora molti bambini sotto i 5 anni colpiti e i virus circolano ancora molto”.
“Stando agli ultimi dati, la stagione appare paragonabile a quella dello scorso anno”, puntualizza il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano, che ci conferma la previsione fatta in autunno: “Alla fine avremo circa 14 milioni di casi, con una stagione influenzale più tardiva del solito per via dell’abbassamento delle temperature solo dopo le festività”.
Influenza: in Italia più di 1 milione con la febbre in 7 giorni
I numeri
Stando al report RespiVirNet abbiamo avuto circa 973mila casi di influenza o virus respiratori, contro più di 1 milione nei sette giorni precedenti. Un lieve calo che porta l’incidenza ai livelli di media intensità.
In Italia siamo a 16,5 casi per mille assistiti, contro i 17,4 della settimana precedente, come riporta il bollettino. L’incidenza secondo l’Iss “è stabile nelle fasce di età pediatrica e in lieve diminuzione nei giovani adulti e negli anziani”. I bimbi sotto i cinque anni restano ancora molto colpiti ma il dato, pari a 43 casi per mille, appare anche qui in lievissimo calo (eravamo a 43,7 nella settimana precedente). “La riduzione dei contagi nei bambini più piccoli è un segno che ci fa ben sperare rispetto all’arrivo del picco“, aggiunge Pregliasco.
Le aree più colpite
Maggiormente colpite Lombardia, provincia autonoma di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna.
Influenza, ma non solo…
Quanto ai patogeni che minacciano la nostra salute, “l’influenza circola alla grande, ma c’è anche molto virus respiratorio sinciziale e quel po’ Covid che continua a infastidire”, precisa Pregliasco.
Durante la settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio, la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza risulta pari al 34%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (39,3%) e con una preponderanza di H1N1. Inoltre il 9,7% dei campioni è risultato positivo per il virus respiratorio sinciziale e l’1,6% per Sars-CoV-2.
Questione di pendenza e rebus Giubileo
“Se è stato raggiunto il picco e la curva scende in modo ripido i contagi si ridurranno e per metà marzo ne dovremmo uscire, ma se la discesa è più lenta occorrerà più tempo”, avverte Massimo Ciccozzi, concludendo: “Occhio al Giubileo, perchè Confesercenti segnala in questo periodo un 35% in meno di presenze: l’effetto si potrebbe vedere in primavera, con l’arrivo massiccio in Italia di turisti e pellegrini. Un fenomeno che – conclude – potrebbe impattare anche sulla stagione influenzale”.