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Vitamina A e morbillo: a cosa serve davvero

vitamina A
Adyen Articolo
Velasco25

Nei giorni scorsi avrete letto le parole del nuovo segretario della Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr. sui benefici della vitamina A, che “può ridurre drasticamente la mortalità per morbillo”. Ma che cosa intendeva Kennedy e davvero questa sostanza è alleata contro la malattia infettiva che, secondo gli ultimi dati dei Cdc, ha contagiato in Texas e New Mexico 208 persone causando finora due morti?

La risposta dell’epidemiologo

“A oggi non esiste una terapia specifica per l’infezione da morbillo che possa prevenire le potenziali complicanze a breve e lungo termine”, scandisce Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, parlando con Fortune Italia. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Center for Diseases Control and Prevention Americano ed Europeo raccomandano la somministrazione di vitamina A ad alte dosi per via orale nei bambini con infezione acuta che richiedono ricovero o che presentano fattori di rischio. Questo perché con l’infezione diventano carenti di vitamina A”.

“Tuttavia tali raccomandazioni sono basate su studi svolti in Paesi in via di sviluppo e basso reddito, in cui il deficit di questa vitamina e la malnutrizione restano endemici. Non esistono al momento dati che supportino l’utilizzo di tale intervento in pazienti senza malnutrizione ricoverati in Paesi ad alto reddito”, aggiunge l’epidemiologo, che insieme ai “tre moschettieri dell’epidemiologia” Francesco Branda (Università Campus Bio-Medico di Roma) e Fabio Scarpa (Università di Sassari) ha realizzato il Measles Tracker, una piattaforma innovativa per migliorare la conoscenza e la risposta alle malattie infettive.

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I dottori anti-bufale e il morbillo

Ma perchè Kennedy, storicamente scettico sui vaccini, ha chiamato in causa questa sostanza? “La carenza di vitamina A può aumentare il rischio di complicazioni gravi, soprattutto nei bambini malnutriti. Assumere vitamina A quando si è sani non riduce il rischio di contrarre il morbillo, ma può essere utile per mitigare alcuni effetti della malattia nei soggetti vulnerabili“, spiegano  i medici anti-bufale di Dottoremaeveroche.it, il portale contro le fake news della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici).

Che cos’è la vitamina A

La vitamina A  – nota anche come retinolo – è un nutriente essenziale per l’organismo (pensiamo solo agli effetti per la vista, la salute delle ossa e il sistema immunitario), e deve essere assunto attraverso l’alimentazione. È presente in alimenti di origine animale come latticini, fegato e uova. E, come provitamina A (carotenoidi), anche in cibi di origine vegetale come carote, spinaci, broccoli, patate dolci, albicocche, pesche gialle e frutti di bosco.

Poiché il morbillo colpisce il sistema immunitario, la vitamina A è stata studiata per il suo possibile ruolo nel contrastare la malattia.

La vitamina A può sostituire il vaccino?

“No”, confermano seccamente i dottori anti-bufale. Il vaccino è l’unico strumento in grado di prevenire il morbillo. Tuttavia, nei Paesi a basso e medio reddito, dove la malnutrizione è diffusa, la carenza di vitamina A aumenta la gravità del morbillo e il rischio di complicazioni, specialmente nei bambini. Questo accade, ad esempio, in Asia, dove l’alimentazione è spesso povera di questa vitamina.

Le indicazioni dell’Oms

Se, come ha ricordato l’epidemiologo Ciccozzi, la stessa Oms suggerisce una integrazione per i bambini colpiti da morbillo, c’è da dire che “l’efficacia di questa misura è ancora dibattuta. Una revisione Cochrane non ha trovato prove di una riduzione della mortalità nei bambini trattati con vitamina A, tranne nei casi di bambini molto piccoli (sotto i due anni), per i quali si è osservato un lieve beneficio. Uno studio italiano del 2021, condotto su bambini ospedalizzati per morbillo a Napoli, non ha mostrato miglioramenti nei soggetti trattati rispetto al gruppo di controllo”, ricordano i dottori anti-bufale.

L’Oms continua a raccomandarne l’uso per prevenire il rischio di cecità nei bambini con carenza di vitamina A, piuttosto che per il trattamento del morbillo in sé. Il basso costo e la semplicità della somministrazione fanno sì che la vitamina A venga ancora prescritta nei Paesi a rischio. Anche il “Red Book” dell’American Academy of Pediatrics e la Società Italiana di Pediatria ne raccomandano l’uso nei bambini ricoverati per morbillo. Ma – giova forse ripeterlo – l’integrazione di vitamina A non previene la malattia e non sostituisce il vaccino.

Oltretutto dosi eccessive di vitamina A possono avere effetti indesiderati, come “nausea, vertigini e tossicità epatica, quindi devono essere assunte solo sotto controllo medico”, raccomandantesi gli specialisti di Dottoremaeveroche.

La strategia più efficace contro il morbillo

Allora facciamo un po’ di chiarezza: Kennedy nel suo intervento parlava del trattamento dei pazienti contagiati. Importante, ma non basta a spegnere un focolaio così importante. Nel frattempo le autorità locali segnalano il basso tasso di vaccinazione nelle aree colpite e il rischio che il morbillo dilaghi.

Nel frattempo in Italia dal 1 al 31 gennaio 2025 sono stati notificati 70 casi di morbillo (14,2 casi per milione di abitanti), di cui 11 (15,7%) importati. L’incidenza più elevata è stata osservata in Sicilia (72,6/milione abitanti).

“Una cosa è prevenire e un’altra curare. La vitamina A non cura, nè previene il morbillo. Mentre una dose di vaccino ha un’efficacia del 93% nel proteggere dalla malattia mentre con due si sale al 97%. E ancora parliamo di una cura che non esiste?”, si chiede Massimo Ciccozzi.

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