Il cervello ricostruito in 10 tessere.
Sembra impossibile eppure, non appena il bebè ha lanciato il suo primo vagito, il suo cervello è già quasi completamente formato.
Pur se si può considerare una specie di organo ‘in scala ridotta’, visto che è quattro volte più piccolo rispetto a quello dell’adulto. Ci sono già i neuroni, collegati grazie a dendriti e assoni, la corteccia cerebrale è suddivisa in strati sovrapposti.
Poi si cresce. E con l’esercizio e gli stimoli tutto migliora. Pensate quante funzioni si stanno esercitando mentre leggete questa pagina. Muovete le mani, aggrottate la fronte, magari sorridete. Sono solo esempi, sia chiaro. Ma bastano, seppur rappresentino solamente una quota infinitesimale di quanto potrebbe accadere, per spiegare quante e quali complessità della vita siano regolate ogni momento dal cervello. Siamo di fronte ad una struttura capace di impartire costantemente ordini al corpo.
Riassumere la complessità del cervello coi numeri
Proviamo, seppur con un ampio margine d’errore e variabilità, a dare una dimensione numerica di questa complessità. E partiamo dall’unità di base, i neuroni. Ogni cellula può essere collegata (parliamo sempre di stime) con altre 60.000 e incamerare centinaia di migliaia di dati. Ma non basta. A convogliare e portare a destinazione queste informazioni ci sono 160.000 chilometri di fibre collegate da miliardi di giunzioni, quelle che in termine tecnico vengono chiamate sinapsi. Lungo questa complessa via di comunicazione, una specie di ferrovia velocissima, le sensazioni nervose possono viaggiare anche a 470 chilometri l’ora.
Questa rete consente al cervello di assorbire, ogni 10 secondi, dieci milioni di informazioni. Perché la nostra centrale operativa recepisce quanto arriva dal mondo esterno e dallo stesso organismo.
Un identikit del cervello in dieci parole
Per reagire di conseguenza. E allora proviamo a ricostruire l’identikit di questo organo partendo da dieci parole, apparentemente poco consone. Ma che possono costituire un puzzle curioso.
Budino
Anche se dal punto di vista della forma esso può essere paragonato ad un pompelmo, la sua consistenza al tatto è molto più morbida. In qualche modo, ricorda proprio quella di un budino.
Tre
Il cervello è formato grossolanamente da tre aree. L’encefalo, che si trova nella parte superiore del cranio. Sotto ci sono il cervelletto e il tronco encefalico, prolungamento che scende nel cranio e da cui poi parte il midollo spinale.
Peso
Normalmente esso pesa poco meno di un chilo e mezzo nei maschi ed è più leggero nelle femmine (in media 1.260 grammi). La differenza ovviamente non influisce sulle capacità cerebrale ed intellettiva.
Colore
Appare di colore grigio perché nella porzione più esterna dei due emisferi si trova la sostanza grigia, la zona in cui arrivano i messaggi nervosi. Ovviamente è importante, eccome, anche la sostanza bianca.
Deformazioni
Esistono vere e proprie aree della corteccia in cui ci sono sentieri più o meno profondi, le circonvoluzioni. Grazie ad esse la zona ‘recettiva’ cresce con le dimensioni della materia grigia.
Emisferi
Gli emisferi encefalici sono la struttura operativa centrale del nostro sistema nervoso. Non lavorano autonomamente. Sono collegati tra loro da un serie di ‘ponti’ nervosi per il passaggio delle comunicazioni.
Plasticità
Esiste ovviamente una capacità di adattamento delle cellule nervose. Per cui le ‘specializzazioni’ che genericamente vengono attribuite ai vari lobi possono anche essere svolte in altre zone.
Cervelletto
Tra i suoi compiti questa parte ha il delicato incarico di mantenere il corpo in equilibrio, regolando i movimenti dei muscoli in questo senso, ad esempio quando ci alziamo dal letto.
Tronco encefalico
È formato dal bulbo che contribuisce a regolare la pressione arteriosa, i battiti cardiaci e il ritmo del respiro, da ponte e mesencefalo, ‘stazioni’ intermedie per i segnali nervosi.
Assoni e dendriti
Sono prolungamenti dei neuroni. Gli assoni, sempre unici e più grandi, recepiscono per il neurone i messaggi in arrivo dal cervello. I dendriti captano i segnali che risalgono verso il cervello.
L’articolo originale è stato pubblicato sul magazine di Fortune del marzo 2025 (numero 2, anno 8)