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Salute: il progetto sul potere curativo dell’arte

arte e salute
Adyen Articolo
Velasco25

L’Ambasciatore Umberto Vattani di certo non poteva prevedere che la raccolta d’arte contemporanea del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nata per sua iniziativa a inizio anni 2000, sarebbe diventata nel giro di appena un quarto di secolo, la più grande collezione del genere in Italia. Oggi camminare per le sale e i corridoi della Farnesina, è come immergersi in un museo, in un’immensa galleria. E, a prescindere dai gusti in fatto d’arte, trascorrere le giornate lavorative immersi nelle opere d’arte è un valore aggiunto; dà gioia, serenità, fa vivere e lavorare meglio. Ma non solo. L’arte  può avere anche un potere curativo. E allora perché non portarla all’interno dei luoghi di cura deputati, cioè negli ospedali? 

È da queste considerazioni che prende le mosse il progetto nazionale triennale ‘Arte e Salute’, che vede il mondo della cultura e quello della medicina coalizzati per migliorare la qualità di vita dei pazienti, dei loro care giver e del personale sanitario.

Esporre le persone alla bellezza rigenera la psiche ed è portatrice sana di umanità. Quell’umanità che troppo spesso si è persa nei meandri della medicina iperspecializzata e degli ospedali iper-funzionali. E forse un giorno i medici potrebbero arrivare a prescrivere la visita ad una galleria d’arte come fosse una medicina e i pazienti  a portare in detrazione le spese dei biglietti dei musei e dei teatri, come forma aggiuntiva di cura. 

Come nasce il progetto Arte e Salute

Il progetto ‘Arte e Salute’ è promosso da un Comitato di quattro responsabili scientifici: la professoressa Lorella Congiunti e i colleghi Rodolfo Papa, Paolo Persichetti e Antonio Russo. Roma sarà la prima città coinvolta; diventerà dunque una sorta di laboratorio e incubatore di iniziative, che poi potranno essere esportate ad altre realtà nazionali.  

“Arte e Salute – commenta l’Onorevole Andrea Di Giuseppe, presidente del Comitato Permanente sul Commercio Internazionale e componente della Commissione Esteri della Camera – è un progetto che non si basa su suggestioni velleitarie, ma su un solido razionale scientifico, che gli esperti coinvolti andranno ad esplorare e approfondire. I benefici intangibili dell’esposizione all’arte possono avere un ruolo fondamentale all’interno del percorso di cura; si tratta di esperienze già ampiamente consolidate all’estero, come in alcuni ospedali di Dubai e americani”. 

“Il binomio cultura-medicina sarà vincente – sottolinea l’onorevole Federico Mollicone, presidente della 7° Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera – E d’altronde esistono già numerose evidenze scientifiche che l’arte-terapia riduce i livelli di ansia e depressione nei pazienti oncologici; Università americane come Harvard e Yale hanno inserito all’interno dei corsi di medicina dei programmi di arte perché aiutano i medici in formazione ad affinare le capacità di osservazione, a cogliere i dettagli e a interpretare le emozioni. In Gran Bretagna oltre 200 ospedali sono stati arricchiti di opere d’arte ed è stato dimostrato che questo ha ridotto i livelli di stress e di cortisolo. La cultura insomma aiuta la cura e la bellezza dell’arte può migliorare la qualità di vita”.   

L’umanizzazione delle cure

“Questo progetto – riflette l’onorevole Luciano Ciocchetti, vicepresidente della 12° Commissione Affari Sociali della Camera e promotore dell’Intergruppo Parlamentare One Health – può dare un contributo fondamentale all’umanizzazione delle cure e dell’assistenza, ma anche a migliorare il decoro degli ambienti di cura, trasformandoli, grazie alla cura della bellezza, in strutture in grado di accogliere veramente la persona malata. È necessario operare una rivoluzione in questa direzione. Anche perché negli ultimi vent’anni, la medicina, sempre più connotata da un’iperspecializzazione, di certo ha offerto risultati straordinari nella cura di alcune patologie ma, allo stesso tempo, ha perso un po’ in umanità ed empatia. Ma il benessere psicologico ha ricadute molto importanti sugli esiti delle cure e l’arte può avere un impatto importante in questa direzione”.

“Nello studio della medicina – rivela il professor Antonio Russo, Ordinario di oncologia Medica presso l’Università di Palermo e Presidente del Collegio degli Oncologi Medici Universitari (COMU) – si sta perdendo l’ispezione, la prima importantissima fase della visita di un paziente; l’osservazione e la valutazione dell’opera d’arte, la scoperta delle cripto-immagini (famosa quella dipinta da Michelangelo nella Cappella Sistina) e l’icono-diagnostica (ad esempio la diagnosi dei tumori rilevabili nelle figure che popolano una serie di quadri importanti) devono entrare a far parte del training degli studenti di medicina”.

“Osservare un’opera d’arte – aggiunge Russo – stimola molto le capacità diagnostiche e di comunicazione con i pazienti. Inoltre, accogliere i pazienti in un ambiente più confortevole, arricchito di opere d’arte, riduce l’ansia e la depressione e aumenta le endorfine e la serotonina, i neurotrasmettitori del buon umore che possono condizionare anche sulla risposta immunitaria ai tumori. Così, nella sala d’aspetto del nostro centro di oncologia a Palermo abbiamo fatto dipingere un murales; l’ambiente dedicato al counseling genetico non assomiglia affatto ad un ambulatorio; i pazienti trovano una sorta di salottino con molti quadri alle pareti. La salute non è solo assenza di malattia, come suggerisce l’Oms,, ma anche benessere fisico, psicologico e sociale. I 3,7 milioni di persone che convivono oggi con un tumore in Italia hanno spesso un forte disagio psicologico; l’ansia e la depressione possono portare ad una progressione della malattia neoplastica. Intervenire con l’arte può aiutarle”.

L’arte per portare bellezza negli ospedali

L’idea di fondo di ‘Arte e Salute’ insomma è quella di portare la bellezza negli ospedali, che sono spesso luoghi pensati solo per essere ‘funzionali’ e che non aiutano a livello psicologico ed emotivo. “Nell’ambito di questo progetto, che partirà da Roma – spiega il professor Rodolfo Papa, ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon (Roma)- verranno commissionate delle opere, che saranno acquistate da una fondazione o dagli sponsor, da donare agli ospedali. Accanto a questo, potranno esserci anche iniziative a costo zero, come portare i musei negli ospedali o i pazienti al museo; anzi, la visita ai musei andrebbe proprio prescritta dai medici ai pazienti”. 

Ci sono luoghi che generano ansia per come sono stati concepiti, in chiave ultra-funzionalistica-utilitaristica, dagli ospedali alle periferie delle grandi città. È necessario operare una rivoluzione culturale e portare la bellezza dell’arte in questi contesti, spesso anche degradati. Uno degli obiettivi di ‘Arte e Salute’ è proprio quello di (ri)umanizzare questi luoghi, in particolare quelli deputati alle cure. 

“Abbiamo tutti il compito di rendere più umana la vita nostra e quella degli altri – afferma la professoressa Lorella Congiunti, ordinaria di Metafisica, Pontificia Università Urbaniana, Roma – e questo progetto intende affrontare la questione dell’essere più umani da tanti punti di vista; non solo da quello di un’unica disciplina, ma in maniera globale, armonica, poliedrica”.

“‘Arte e Salute’, più che multidisciplinare è un progetto trans-disciplinare perché intende affrontare la questione della cura e quindi dell’umanizzazione mettendo insieme discipline diverse. Una delle frontiere contemporanee, proprio nella riflessione sulla trans (meta)-disciplinarietà è quello di vedere se vi sia un orizzonte, che sia al di sopra e aiuti ad articolare insieme tutte le dimensioni: politica, sociale, economica, medica, estetica e artistica. E abbiamo pensato che proprio intendere la bellezza come armonia e ordine, che genera ordine interno possa costituire questo meta-orizzonte, che articola tutte le dimensioni dei luoghi di cura (funzionale, igienico, medico, ecc.) per promuovere quella umanità, fatta di tante dimensioni (interiore, esteriore, sociale, individuale). E questo orizzonte comune – conclude – è la bellezza, da contemplare, per superare i momenti di difficoltà”.

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