Con tutte le brutte notizie sulla cattiva influenza della tecnologia per il cervello di bambini e adolescenti, vien da pensare che il tempo trascorso davanti a uno schermo sia insidioso anche per gli anziani. Ma, secondo i sorprendenti risultati di un nuovo studio su larga scala, non è così. L’uso delle tecnologie digitali è stato associato piuttosto a un ridotto deterioramento e declino cognitivo.
“Potremmo passare molto tempo a parlare dei modi in cui l’uso della tecnologia può essere dannoso. Tuttavia, l‘effetto netto dagli anni ’90 è stato positivo dal punto di visto cognitivo negli anziani“, ha affermato in un comunicato stampa il coautore Michael K. Scullin, professore associato di psicologia e neuroscienze alla Baylor University.
Lo studio, condotto da Scullin e dal professore associato di neurologia presso la Dell Medical School dell’Università del Texas ad Austin, Jared Benge, è stato pubblicato questa settimana su ‘Nature Human Behavior’. Nel lavoro i ricercatori si sono prefissati di testare l’ipotesi della “demenza digitale“, che prevede che un’intera vita di esposizione alla tecnologia digitale peggiori le capacità cognitive.
“Potete accendere il telegiornale praticamente ogni giorno e vedrete persone che parlano di come le tecnologie ci stiano danneggiando”, ha affermato Scullin. “Spesso si usano i termini ‘decomposizione cerebrale’, e ora demenza digitale è un’espressione emergente. Come ricercatori, volevamo scoprire se fosse vero”.
L’analisi delle ricerche sul cervello che invecchia
Dopo aver esaminato oltre 136 studi con dati su oltre 400.000 adulti, nonché lavori longitudinali con una media di sei anni di dati di follow-up, è emersi che l’uso della tecnologia digitale è associato a risultati migliori, non peggiori, nell’invecchiamento cognitivo.
Insomma, le tecnologie digitali possano promuovere comportamenti che preservano la capacità cognitiva e hanno mostrato una correlazione con un rischio inferiore del 58% di deterioramento. I ricercatori sottolineano che un limite dello studio è l’impossibilità di specificare in che modo le persone utilizzassero i loro dispositivi, o se usassero computer e telefoni esercitando il cervello.
I vantaggi dell’utilizzo ‘tardivo’
I risultati potrebbero sorprendere chi è abituato a sentire parlare degli svantaggi della tecnologia. Ma la spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che gli anziani sono stati introdotti ai computer, a Internet e agli smartphone dopo l’infanzia, quando il loro cervello era completamente formato, il che fa sì che la tecnologia sia cognitivamente impegnativa perché è in continua evoluzione e richiede un adattamento costante.
“Una delle prime cose che gli adulti di mezza età e gli anziani dicevano era: ‘Sono così frustrato da questo computer. È difficile da imparare’. Questo è in realtà un riflesso della sfida cognitiva, che può essere benefica per il cervello“, ha affermato Scullin. “Se lo fai da anni e ti impegni davvero, anche se potresti provare un po’ di frustrazione, potrebbe essere un segno che stai allenando il cervello”.
Sebbene gli autori dello studio riconoscano l’uso non salutare della tecnologia, come lo scrolling o la sostituzione rispetto alle interazioni di persona, sono convinti che un impiego sano dei device dovrebbe essere incoraggiato.
“Se avete un genitore o un nonno che si tiene lontano dalla tecnologia, potreste riconsiderare la cosa”, ha suggerito Sculling. “Potrebbe imparare a usare app per foto, messaggi o un calendario su smartphone o tablet. Iniziate con semplicità e siate molto pazienti mentre” gli anziani imparano, suggeriscono i ricercatori.
Come ha affermato Benge, parlando con la CNN, “i nostri risultati non sono un via libera incondizionato allo scrolling insensato. Ma piuttosto un indizio che la generazione che ci ha regalato Internet ha trovato il modo di ottenere alcuni benefici per il cervello da questi strumenti”.
L’articolo originale è su Fortune.com