PGIM_970x250_HEADER

Obesità: per i nuovi farmaci l’Italia studia il modello inglese

obesità
Adyen Articolo
Velasco25

Appena la cura dell’obesità rientrerà tra i Lea livelli essenziali di assistenza (Lea) con l’approvazione della legge ad hoc, “l’Aifa attraverso la Commissione scientifica ed economica valuterà l’eventuale rimborsabilità dei nuovi farmaci che stanno arrivando, prendendo spunto dai modelli già esistenti. Per questo siamo andati in missione in Inghilterra”. A chiarirlo è il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Robert Nisticò che, in un’intervista al ‘Sole 24 ore’ rivela le ragioni dell’interesse per il modello inglese.

La missione a Londra

Nisticò, insieme al componente del Consiglio di amministrazione di Aifa e presidente della Commissione Welfare di Regione Lombardia Emanuele Monti, è  appena rientrato da una missione istituzionale a Londra. I due esperti italiani hanno incontrato i vertici dell’Agenzia regolatoria del farmaco inglese (MHRA) per “rafforzare il dialogo tra Italia e Regno Unito nel campo della ricerca, dell’innovazione farmaceutica e della salute pubblica”, come spiega una nota dell’Agenzia di via del Tritone. Ma, evidentemente, c’è di più.

In GB infatti è in corso una sperimentazione dove, oltre a erogare i nuovi farmaci anti-obesità, si fa una ampia raccolta dei dati dei pazienti trattati per verificarne l’efficacia e la sicurezza nella vita reale. Non dimentichiamo che prima dell’uscita dall’Ue Londra ospitava l’Agenzia europea dei medicinali (Ema).

“L’Inghilterra anche nel post Brexit è un Paese che rappresenta con la sua forza, la sua grande tradizione e le sue competenze un modello. Ora che sono usciti dal circuito di Ema”, ha detto Nisticò, “hanno comunque il desiderio di ristabilire delle connessioni più strette. E poi hanno questi esperimenti sociali come quello per l’obesità, che sono interessanti e all’avanguardia”.

Obesità: il modello inglese

Il National health service “riconosce l’obesità come una patologia, prevedendo la rimborsabilità dei farmaci, anche se con diversi paletti: in particolare
si deve trattare di pazienti obesi abbastanza gravi”, spiega ancora il numero uno di Aifa.

“Quello che mi piacerebbe fosse replicato in Italia è la sperimentazione in corso a Manchester sul farmaco anti obesità e cioè – chiarisce Nisticò – il fatto che non viene seguito solo con la classica attività di farmacovigilanza per la segnalazione di eventi avversi, ma si mette in pista una sorta di trial clinico ‘real life’ su migliaia di pazienti con il meccanismo della randomizzazione per provare a capirne il valore dal punto di vista clinico e di impatto sociale, oltre che per la sicurezza”.

Dopo l’obesità, anche l’Alzheimer?

Una modalità che, secondo il numero uno di Aifa, “dovrebbe essere impiegata per tutti i farmaci che presentano gradi di incertezza magari sugli effetti a lungo termine, come questi per l’obesità o come quelli a esempio per l’Alzheimer“, riflette Nisticò. Anche perché “si tratta di farmaci nuovi e la perdita di peso che determinano non è irreversibile”.

Se finora i medicinali come semaglutide e tirzepatide hanno fatto il successo di Novo Nordisk ed Eli Lilly, restano però delle questioni aperte. “Il problema non è tanto il prezzo, ma il fatto che” l’obesità “colpisca milioni di persone e, quindi, vanno erogati in base a criteri stringenti e a chi ne ha davvero bisogno. Va però detto che non curare l’obesità porta a conseguenze importanti come il diabete, il rischio cardiovascolare, i tumori. Tutte patologie con un impatto sociale ed economico importante”, ha detto Nisticò.

Le tappe: riconoscere l’obesità come come malattia recidivante

Intanto il tempo stringe: è attesa entro l’estate la legge italiana che riconoscerà l’obesità come una malattia “progressiva e recidivante”: chi ne soffre avrà diritto a ricevere le cure previste dai livelli essenziali di assistenza (Lea). Il Ddl, prevede il ‘Sole 24 ore’, dovrebbe incassare il via libera della Camera il prossimo 6 maggio e subito dopo quello del Senato.

A quel punto si apre la questione rimborsabilità. I prezzi di questi medicinali “comunque scenderanno – prevede Nisticò – e poi i farmaci da iniettabili diventeranno orali e quindi saranno sempre più di largo consumo”. È bene, allora, essere preparati. E il modello inglese può offrire indicazioni interessanti per assicurare diritto alle cure e all’innovazione farmaceutica nell’ottica della sostenibilità.

Farmaci, la carica degli anti-obesità in compresse

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.