Frena negli ultimi mesi del 2024 la spesa per gli acquisti diretti di farmaci da parte delle Regioni. Ma lo sforamento c’è stato, anche se più limitato rispetto alle previsioni. È quanto emerge dal ‘Monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale gennaio-dicembre 2024′, pubblicato sul portale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Lo scostamento è pari all’11% del Fondo sanitario nazionale (Fsn), contro l’8,3% del tetto di spesa programmato. “Un dato sicuramente migliore” rispetto ai circa 4,4 miliardi previsti dagli osservatori, segnala l’Agenzia di via del Tritone, secondo cui il trend – considerando anche lo spostamento di diversi farmaci dal Fondo per gli innovativi a quello degli acquisti – resta in linea con quello degli anni precedenti. Ma vediamo meglio i dati del report.
Farmaci e diseguaglianze regionali
Il monitoraggio evidenza la forbice della spesa a livello di singole Regioni, con la percentuale rispetto ai fondi sanitari regionali che oscilla dal 9,18% della Lombardia al 13,12% della Campania. Sotto il 10% del Fsr anche Valle D’Aosta e Trento, mentre superano il 12% Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Abruzzo.
I dettagli della spesa e l’avanzo della convenzionata
Complessivamente la spesa per acquisti diretti, al netto dei gas medicinali, ammonta a 14 miliardi e 631 milioni ai quali si aggiungono gli 8 miliardi e 353 milioni di spesa per la farmaceutica convenzionata, ossia per i prodotti venduti in farmacia che – pur in leggera crescita rispetto al 2023 – fa comunque registrare un avanzo di 651 milioni rispetto al tetto di spesa programmato, pari al 6,8% del Fsn.
A pesare, in questo caso, sembra essere l’età della popolazione italiana. Stando al monitoraggio, infatti, a contribuire all’aumento di 159 milioni della spesa per la convenzionata c’è l’aumento dei consumi, con oltre sette milioni in più di ricette,+1,3% rispetto al 2023.
In Italia dunque nel 2024 la spesa farmaceutica complessiva, compresi i gas medicinali, si è attestata a 23 miliardi e 226,7 milioni, in aumento rispetto ai quasi 22 miliardi di euro con cui si è chiuso il 2023. Lo scostamento rispetto alle risorse complessive (del 15,30% per 20.260,8 mln) è pari a 2,9 miliardi di euro. Un dato interessante, anche alla luce delle previsioni per l’anno in corso.