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Il coaching, un metodo per passare dalla crisi al successo

Adyen Articolo
Velasco25

Il coaching come metodo e tecniche per avere successo, una breve panoramica.  I benefici di un percorso personalizzato con esempi pratici

Il coaching è un percorso di crescita che aiuta a superare blocchi, ad agire nella direzione desiderata e facilita il cambiamento profondo in un cammino di fiducia e partnership. È per tutti, è molto efficace e può essere anche rapido nel suo successo. Si tratta di un approccio pratico e orientato al futuro, in cui il coach guida il coachee (la persona che riceve il coaching), mediante, per lo più, domande aperte e potenti incluse in modelli e tecniche specifici, a sviluppare le proprie potenzialità ampliando l’orizzonte delle possibilità e a stimolare la ricerca di strategie efficaci da mettere in pratica.

Ecco alcune aree di intervento:

  • una crisi personale, ad esempio in un momento difficile come un divorzio, intervenendo sull’autostima e fiducia in sé stessi;
  • un problema di performance, in un team, in un ruolo specifico, progredendo nelle soft skills, la leadership, in nuovi insights o nel bilanciamento della propria vita personale e professionale;
  • un cambiamento radicale, come trasferimenti o nuove esperienze, dove le vecchie credenze vengono sradicate e trasformate in nuove convinzioni potenzianti.

Durante una sessione di coaching, il coach entra in rapporto con il coachee, è abile nell’ascolto attivo, è presente, è attento al linguaggio verbale e paraverbale, è empatico, non giudica, osserva il contesto che va oltre il dichiarato, dà feedback, responsabilizza il suo coachee con un piano d’azione. Chi non vorrebbe veramente essere ascoltato in questo modo? Ora vediamo come un coach può essere di aiuto in alcuni esempi

1. Una donna appena divorziata

Il divorzio può essere un’esperienza dolorosa, con sentimenti di fallimento, abbandono, solitudine e incertezza per il futuro.

Azione del coach: aiutare la donna a ricostruire la propria autostima. Un esercizio potente è il diario della gratitudine e dei piccoli trionfi, in cui ogni giorno annotare almeno tre cose positive su di sé e sulla sua vita, ciò per cui si è grati e ci si sente apprezzati.

Questo aiuta a spostare il focus da ciò che si è perso a ciò che si ha e si può costruire. Rispondendo ad adeguate domande, il coachee ristruttura la situazione passando da uno scenario di carenza e solitudine alla creazione di un nuovo spazio da riempire, con opportunità di crescita e di soddisfazioni personali.

Inoltre, è utile imparare a distinguere tra ciò che si sente e ciò che si pensa costruendo un vocabolario di sentimenti, perché spesso alla base di una separazione c’è stata un’incapacità di comunicarli (“Le parole sono finestre oppure muri” di Marshall B. Rosenberg). La felicità è una scelta, se dipende da qualcosa o da qualcuno di esterno, non ci sarà mai la piena serenità interiore e, soprattutto, non bisogna più cercarla là dove si è persa.

2. Una professionista

Un professionista può sentirsi sotto pressione per la competizione nel mercato del lavoro, la gestione del tempo, la produttività; eccesso di perfezionismo e relativo stress emotivo.

Azione del coach: lavorare su come la persona reagisce a tali pressioni sfidanti e sulla cognizione delle condizioni presenti per poi risvegliarla. Domandarsi: quali opportunità si celano dietro questa sfida? Quali strategie adottare? Cosa ti ha permesso in passato di rialzarti? Cosa si può costruire da questo cambiamento? Ogni obiettivo è ecologico per te? Ossia, è allineato ai tuoi valori e bisogni? Cosa è importante per te nella tua carriera? Per cosa lo fai? (“From Coach to Awakener”, Robert Dilts).

3. Un manager in un’organizzazione aziendale

Un’azienda che affronta un cambiamento.

Azione del coach: facilitare lo strumento dell’appreciative inquiry, normalmente il manager si concentra su ciò che non va, che manca… e poi sulle soluzioni.

Il modello suddetto, invece, ribalta il processo, portando la riflessione e l’analisi su ciò che funziona con i seguenti passaggi: discover (identificazione di ciò che è efficiente), dream (atto d’immaginazione del come potrebbe essere), design del progetto ideale, destiny (implementazione del piano con priorità e sviluppo).

È stato sperimentato che tale metodo genera più creatività e valorizza tutti i punti di forza di ciascun membro.

4. Una persona bloccata nel suo obiettivo di benessere

Un mental coach può essere un alleato fondamentale per chi vuole dimagrire, smettere di fumare o interrompere un’abitudine dannosa, addirittura anche mangiarsi le unghie! Spesso, infatti, il problema non è solo fisico, ma soprattutto mentale: le cattive abitudini sono radicate nel subconscio e vengono mantenute da schemi di pensiero automatici e da emozioni non gestite.

Azione del coach: far diventare consapevoli delle ragioni profonde è il primo passo, esplorando emozioni e dinamiche interiori. Poi far emergere la motivazione, il perché si vuole smettere di agire in quel modo: la leva può essere legata ad un estremo disgusto al fine di allontanarsi da quel comportamento nocivo o invece ad un enorme piacere, immaginandosi già arrivati al nuovo stato desiderato.

L’utilizzo della programmazione neuro-linguistica (Pnl) e le tecniche di visualizzazione, abbinate alla respirazione, in questo caso sono molto utili per riprogrammare il cervello verso sane abitudini, rafforzare i pattern positivi, trovare modi alternativi per proseguire verso la meta.

5. Una persona che cambia paese

Trasferirsi in un nuovo Paese porta con sé l’ansia dell’adattamento, la paura della solitudine e la difficoltà a ricostruire una rete sociale e lavorativa, una nuova gestione familiare.

Azione del coach: creare un piano di adattamento che includa obiettivi pratici come imparare la lingua, creare nuovi rapporti, trovare lavoro, l’importante è focalizzarsi sull’agire.

Poiché siamo esseri sociali, e siamo fatti per le relazioni, verrà da sé che si comprenderà l’utilità delle esperienze condivise del bello. Nell’essere con l’altro, l’esperienza estetica si amplifica e permette di unire con più facilità.

La ragione risiede nel fatto che quando apprezziamo la bellezza nelle sue varie forme (musica, arte, natura etc..) siamo aperti, senza barriere e arriviamo al cuore dell’altra persona. È vero anche l’inverso, ad esempio da innamorati dei nostri figli vediamo nei loro disegni e poesie miracoli di bellezza.

Questo per dire che la nostra nuova casa è dove abbiamo gli affetti e dove possiamo condividere, mediante l’esperienza della bellezza, la rivelazione del nostro autentico Io, che è sempre messo al centro da un percorso di coaching.

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia dell’aprile 2025 (numero 3, anno 8)

 

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