È emergenza operatori dell’emergenza. Scusate il gioco di parole, ma in Italia “mancano almeno 3.500 medici del 118, su un fabbisogno complessivo di 6.000“, stima il presidente nazionale Sis 118 Mario Balzanelli, che ne ha parlato di recente nella trasmissione su Rai3 dedicata alla ‘Crisi del Sistema dell’Emergenza in Italia’.
Una battaglia annosa, questa, per Balzanelli. Che ha dedicato al tema perfino una manifestazione silenziosa e ,da tempo, chiede di “porre rimedio a livello ministeriale, governativo, legislativo a questa assurda carenza, che penalizza in modo pesantissimo l’operatività del Sistema di Emergenza Territoriale”. E, dunque, i cittadini. Una grande fuga che continua da anni, alimentata anche dalle ripetute aggressioni agli operatori, “che si trovano esposti in prima linea alla violenza, mentre sono impegnati a salvare delle vite”, come ricorda lo specialista a Fortune Italia. Emblematico l’ultimo episodio verificatosi nelle scorse ore in Puglia. Vediamolo.
Un pugno in volto al soccorritore
Ieri mattina la Centrale Operativa 118 di Taranto ha attivato un intervento di soccorso a Lama per un paziente con dolore addominale acuto. L’ambulanza SET118 di Taranto è arrivata in 7 minuti circa. Un uomo di 60 anni era riverso sul pavimento, sveglio. Constatata l’assenza del medico, due signori di mezza età che si trovavano presso il domicilio del paziente hanno incominciato ad imprecare, con toni accesi e molto aggressivi, intimando all’infermiere di non perdere tempo nel prestare soccorso e di trasportare immediatamente l’uomo in ospedale, raccontano dalla Sis 118.
Nonostante l’infermiere abbia cercato di spiegare che era fondamentale rilevare i parametri vitali del soggetto, contestualizzando la necessità di eseguire un elettrocardiogramma – che sarebbe stato valutato e refertato da remoto in telemedicina da un cardiologo per escludere la presenza di un infarto – il livello di aggressività degli astanti è salito. Fino a che un uomo ha sferrato un pugno sul volto dell’infermiere, colpendolo all’altezza di zigomo e mandibola. L’aggredito non ha reagito, terminando non solo l’intervento di soccorso, ma anche il turno di servizio.
“Questo evidenzia ancora una volta il livello di pericolosità del nostro lavoro. Chiediamo l’applicazione piú rigorosa della legge, che prevede, in caso di aggressioni a personale sanitario, l’arresto anche in flagranza differita di reato. Non è possibile lavorare ogni giorno in queste condizioni assurde”, sottolinea Balzanelli, che ha chiesto al Dg della Asl di Taranto, Vito Gregorio Colacicco, di acquistare delle body cam per tutti gli operatori del Set 118 di Taranto.
L’impatto della grande fuga dal 118 sul servizio
Insomma, nonostante i passi avanti e gli interventi ad hoc, la sicurezza degli operatori sul territorio resta una priorità. “La fuga in massa dei medici dai Sistemi di Emergenza Territoriale 118 delle varie regioni, compromette in modo rilevante la qualità del soccorso sanitario in emergenza”, sottolinea ancora una volta Balzanelli. Chiedendo un intervento del Governo per rendere più attrattiva la professione dei “medici di emergenza territoriale 118 prima che scompaiano e che valorizzi tutti gli operatori del Sistema, quindi anche gli infermieri e gli autisti-soccorritori, riconoscendo le specifiche indennità aggiuntive di rischio ambientale e biologico”.
L’emergenza sanitaria territoriale secondo il numero uno della Sis 118 può e deve essere gestita esclusivamente dallo Stato, “per il tramite di medici appassionati, motivati, competenti ed esperti, ma urge che questi ultimi siano degnamente riconosciuti e valorizzati contrattualmente e professionalmente. Idem per quanto riguarda gli operatori”. Il rischio, in caso contrario, è quello di trovarsi con turni scoperti o di dover far ricorso, a caro prezzo, ai gettonisti.