C’è da fare. Eccome. E non solo per affrontare una dinamica sociale e sanitaria come la salute mentale che rischia di esplodere, visto che secondo l’Oma (Organizzazione mondiale della sanità) almeno una persona su dieci soffre di problemi, come depressione, ansia, disturbo bipolare, disturbi alimentari e schizofrenia. Occorre agire anche in prospettiva: dopo la pandemia Covid si è osservato un aumento superiore al 25% dei disturbi mentali, in particolare tra giovani e fasce vulnerabili, quindi per molti adulti di domani.
E allora? Allora si possono mettere a punto vere e proprie call to action in grado di indirizzare le sfide del futuro e soprattutto mettere assieme, in un processo di co-creazione, specialisti, personale sanitario, attori del sistema sociale, istituzioni ed associazioni di pazienti. Il messaggio, positivo pur se in un ambito di grande complessità, viene dall’evento “La salute mentale, una sfida a livello regionale. La Lombardia in mente”, momento di confronto e approfondimento promosso da Johnson & Johnson Innovative Medicine con la presenza di diversi interlocutori regionali del sistema Salute, tenutosi a Milano.
In una logica di approccio che veda la presa in carico sociale e sanitaria quanto più precoce ed efficace possibile, si sono messe in luce diverse priorità da portare avanti, dall’efficientamento dei modelli organizzativi fino alla condivisione di buone pratiche e linee operative con i direttori di distretto, per favorire l’equità d’accesso nell’intera regione, anche promuovendo la diffusione di Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA) su misura.
Tra gli altri aspetti basilari, in condizioni di carenza di personale, si punta anche a ripensare la distribuzione delle risorse economiche in salute mentale (la spesa regionale si attesta al 2,8% del fondo sanitario), a sviluppare programmi di formazione specifici, a favorire il ruolo del Terzo settore e dell’advocacy, partendo dai processi decisionali e soprattutto di mettere in atto un sistema di monitoraggio per la raccolta dei dati sulla salute mentale al fine di supportare la programmazione regionale.
Gli impegni, insomma sono molti. E occorre prendersi carico del pianeta del malessere mentale con strategie che coinvolgano ospedale e territorio ed offrano risposte mirate alla popolazione. “Servono reti forti e integrate, che uniscano sanità, sociale e Terzo Settore, perché nessuna struttura da sola può rispondere a tutti i bisogni: le Case della Comunità rappresentano un’opportunità cruciale per costruire punti di riferimento accessibili e multidisciplinari per i cittadini”, è stato il commento di Ivan Limosani, Direttore Struttura Dipendenze, Sanità penitenziaria e Salute Mentale, UO Polo Territoriale, Direzione Generale Welfare, Regione Lombardia. Quindi occorre fare e programmare.
Sapendo che, a fronte di un incremento attuale e tendenziale della domanda di servizi per la salute mentale, ci si può trovare con strutture insufficienti, carenza di risorse e di personale, disomogeneità territoriale dell’offerta.
“Per superare questi problemi è necessario puntare di più anche sull’integrazione tra servizi sanitari e sociali, senza dimenticare la lotta allo stigma e alle barriere culturali che ancora resistono nei confronti delle persone con disagio psichico”, è il parere di Carlo Borghetti, Componente Commissione III Sanità e Commissione IX Sostenibilità sociale, casa e famiglia, Regione Lombardia.
Il tutto, ovviamente deve partire dalla conoscenza e dai dati. Per affrontare in modo efficace le sfide poste dalla salute mentale è fondamentale disporre di dati solidi e aggiornati. “Un sistema strutturato di monitoraggio e raccolta delle evidenze epidemiologiche e organizzative non solo permette una programmazione più mirata, ma rappresenta anche uno strumento strategico per orientare correttamente le risorse disponibili. In questo senso, l’istituzionalizzazione di un Osservatorio regionale sulla salute mentale rappresenta una priorità su cui è importante lavorare con impegno”, ha detto Emanuele Monti, Presidente Commissione IX Sostenibilità sociale, casa e famiglia, Regione Lombardia.
Disegnare il futuro della salute mentale
Riflettere per disegnare il futuro, quindi è davvero fondamentale. Ma sapendo che ci si trova di fronte ad una grande sfida, come ha ribadito Giulio Gallera, Presidente Commissione speciale PNRR, monitoraggio sull’utilizzo dei fondi europei ed efficacia dei bandi regionali e Componente Commissione III Sanità, Regione Lombardia.
“Siamo di fronte a una grande sfida che è fondamentale per garantire ai cittadini la qualità di cura e in quest’ottica dobbiamo pensare a ri-orientare i modelli per essere più omogenei insieme a tutti gli attori, come i comuni, il terzo settore, il settore sociosanitario, le istituzioni, e che mettono al centro il paziente. La salute mentale – ha aggiunto Gallera – è un fenomeno esploso negli ultimi anni. Le diagnosi di disagio psicologico negli adolescenti è aumentato considerevolmente e non possiamo pensare di soddisfare i bisogni di oggi con servizi ormai superati. Dalla pandemia sono stati fatti dei grandi passi avanti nella Regione Lombardia, come la telemedicina, le consulenze online: sono tasselli importanti, ma dobbiamo incrementare il personale. Sono convinto che lavorando insieme a tutti gli attori, possiamo fare dei grandi passi in avanti”.
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